5384 Invenzioni

20080811 10:24:00 redazione-IT

È ormai mentalità corrente credere che i popoli di religione islamica siano stati e siano tuttora piuttosto arretrati. Soprattutto per quanto riguarda la mentalità scientifica. Si ritiene, infatti, che solo l’Occidente sia il vero portatore della fiaccola della conoscenza. Niente di più sbagliato. Questo pezzo non ha assolutamente l’intenzione di intraprendere dibattiti ideologici sullo scontro Occidente-Oriente. Molto più semplicemente vuole raccontare di come molte cose che noi tutti utilizziamo nella vita di tutti i giorni provengano invece da quel mondo che molti considerano oscuro o addirittura nemico. È uno sforzo di comunicazione. Si tratta di guardare al di là. Svelare e portare alla luce.Cominciamo il nostro viaggio nello spazio e nel tempo.

Per illuminare questi secoli così bui bisogna portare alla luce, appunto, le innumerevoli invenzioni scoperte o sviluppate dai musulmani, che hanno influenzato e portato avanti il mondo occidentale. C’è da rimanere letteralmente stupiti. Vedrete. Alcuni oggetti li consideriamo appartenenti alla nostra civiltà ma incredibilmente provengono dall’Islam del passato. Molti europei ed americani considerano il Medio Evo come un lungo periodo di stasi in cui la civilizzazione, la scienza ed il progresso rallentarono o si fermarono. Perciò si parla di cosiddetti secoli bui. Ma forse non tutti sanno che tra il 500 e il 1500 dopo Cristo, il mondo islamico produsse una enorme quantità di scoperte che hanno finito per arricchire l’umanità intera. È necessario quindi fare riaffiorare e rendere noti a tutti la ricchezza di quei mille anni di storia andati perduti. Bisogna fare conoscere meglio il contributo dei musulmani al nostro comune sviluppo, nella speranza che ciò serva da ponte per fare comprendere l’interdipendenza delle diverse civiltà e culture nella storia. E tali invenzioni riguardano un po’ tutti i campi. Dalla vita di tutti i giorni fino alle meraviglie del cosmo. Tutte invenzioni nate nei paesi islamici o che in essi si sono affinate. Ma procediamo con ordine. Partiamo dal caffè, per esempio. La leggenda racconta che fu casualmente scoperto da alcuni pastori di capre in Etiopia quando si accorsero che il gregge restava sveglio tutta la notte dopo avere ingerito alcune bacche. Ma la bevanda, come noi tutti oggi la conosciamo, fu raffinata e perfezionata da alcuni religiosi di una confraternita mistica islamica, chiamata Sufi, in Yemen. Il caffè, infatti, veniva utilizzato per prolungare il periodo di preghiere. Successivamente, arrivando nel quindicesimo secolo alla Mecca e poi in Turchia, giunse a Venezia e quindi in Occidente solo nel 1645.

O ancora gli scacchi. Questo gioco venne sviluppato in Persia. Da lì arrivò in Europa dove fu introdotto in Spagna nel decimo secolo.

I tappeti. I tappeti per i musulmani medievali erano parte del paradiso grazie alle loro tinture e ai loro disegni. Anche i giardini per i musulmani erano parte del paradiso e furono proprio loro a destinare questi incantevoli luoghi come templi di bellezza e meditazione. Tale senso artistico traspare anche nelle innumerevoli miniature medievali che illustravano diversi momenti di quotidianità della civiltà musulmana. Almeno nei primi periodi, i monaci amanuensi impararono molto di quest’arte tramite i maestri arabi.

E che dire del sapone o dello shampoo? È necessario ricordare di come per i musulmani fare il bagno e lavarsi era un rigido adempimento religioso. Ancora oggi, prima della preghiera, è necessario fare delle abluzioni. Ebbene, proprio per questa particolare esigenza, venne realizzata la ricetta del sapone a base di oli vegetali con idrossido di sodio e erbe aromatiche. Stesso discorso vale per lo shampoo che si dice fosse comunque già in uso presso gli antichi Egizi e successivamente si diffuse in tutto il mondo arabo. A questo proposito c’è un aneddoto interessante. Si racconta che, durante le Crociate, i soldati di Saladino erano molto colpiti dal tanfo emanato dalle armate cristiane e non capivano perché non si lavassero quanto loro.

Ora passiamo a qualcosa di molto più ingegnoso. Pensate che la prima camera oscura, l’antesignana della macchina fotografica, fu creata, dopo molti tentativi ed esperimenti, dal matematico, astronomo e fisico arabo Ibn al Haitham, ben nel decimo secolo.

Certo tutte queste sono invenzioni utili ma per fare capire il vero contributo che il popolo musulmano ha fornito alla Storia servono ben altri esempi. Esempi di invenzioni che hanno realmente cambiato la vita di tutti e che senza le quali non si saprebbe proprio come fare. Iniziamo con un’invenzione che ha fatto la fortuna dei Paesi Bassi. Sì perché, se qualcuno crede che i mulini a vento siano una trovata tipicamente olandese, si sbaglia di grosso. Infatti il mulino a vento fu creato nel 634 da un califfo persiano e veniva usato essenzialmente per dare la possibilità di irrigare i campi con maggiore facilità, data la scarsità d’acqua dei luoghi. In Europa giunse soltanto cinquecento anni dopo.

Anche la penna stilografica è un’invenzione del mondo islamico. Nacque nel 953 dall’esigenza del Sultano d’Egitto di avere una penna che non macchiasse le mani ed i vestiti. Proprio così nacque la penna da intingere nell’inchiostro.

Sappiamo bene tutti come la medicina fosse il fiore all’occhiello del mondo arabo. Tutti, almeno una volta, abbiamo sentito il nome del celebre medico e filosofo Avicenna. A quel tempo esisteva un altro personaggio illustre che inventò, nel decimo secolo, innumerevoli strumenti di chirurgia, estremamente simili a come noi oggi li conosciamo. Il suo nome era al-Zahrawi. Bisturi, pinze e forbici per uso strettamente medico li dobbiamo soltanto a lui.

Infine, l’ultimo esempio riguarda uno dei sogni più grandi per tutta l’umanità: volare. Ebbene, mille anni prima dei fratelli Wright, l’astronomo Abbas ibn Firnas progettò e realizzò il primo esempio di macchina volante. Veramente impressionante!

Questo articolo ha voluto rappresentare un piccolo esempio di voce fuori dal coro, di informazione vera contro ogni tipo di facile strumentalizzazione. Apprendere quanto ci siamo aiutati a vicenda nella storia è la vera scoperta da compiere. E se questo pezzo in parte ci è riuscito ne siamo molto contenti.

Mario Sellitri / traduzione di Maamoun Trad

http://www.aljarida.it/

 

 

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EmiNews 2008

 

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