5402 L'allarme di Famiglia Cristiana «in Italia Rischio di un nuovo fascismo»

20080813 16:35:00 redazione-IT

Ma er il Pdl sono «cattocomunisti»
di Tullia Fabiani

Per liquidare le accuse invece che rispondere sui contenuti, gli uomini del Governo tirano in ballo il cattocomunismo. Una categoria datata e passata alla storia. O lanciano un termine di nuovo conio, pensato ad hoc e allora quelli di "Famiglia Cristiana" diventano criptocomunisti. Magari cristiani, ma in fondo in fondo comunisti. E la polemica sta tutta qua. Senza argomenti. Perché «non si hanno argomenti e allora si lanciano accuse fuori luogo», risponde Don Antonio Sciortino, direttore del settimanale.
«Oggi cattocomunista non significa più nulla» spiega Sciortino in una intervista a La Stampa, e «noi usiamo con tutti lo stesso metro». Perché l’unico schieramento riconosciuto dalla rivista dei Paolini è quello «con le famiglie». Così come vengono date precisa priorità sui temi politici, e una di queste è la povertà, sempre più diffusa, su cui «non si fa nulla. Anzi si getta fumo sull’opinione pubblica per nascondere l’incapacità di dare risposte concretee».

Ma a replicare alle critiche della maggioranza dopo l’editoriale in cui il settimanale dei Paolini contestava la politica del governo in materia di sicurezza, non è solo il direttore. Dopo le accuse del sottosegretario Carlo Giovanardi, di dribblare sui fatti e «non rappresentare la vera dottrina della Chiesa», arriva la risposta di Beppe Del Colle in un articolo di prossima pubblicazione, nel quale si ribadisce: «Siamo e saremo sempre in prima linea su tutti i temi eticamente irrinunciabili». Citando poi un rapporto dell’organizzazione Esprit, si augura che «non sia vero il sospetto» che in Italia «stia rinascendo il fascismo sotto altre forme».

E rinfresca un po’ la memoria a chi sembra perderla quando fa comodo: «Una volta eravamo conosciuti come un giornale di gente coraggiosa, ‘inviati’ che andavano nell’Est europeo, sfidando polizie occhiutissime, a cercare le testimonianze del lungo martirio dei cristiani sotto il comunismo», scrive Del Colle in un editoriale del prossimo numero in edicola. «Non siamo mai cambiati nel modo di affrontare le realtà del mondo con spirito di cristiani. Eppure, di tanto in tanto arrivano lettere: siete cattocomunisti. Perché? Perché critichiamo l’attuale governo, come abbiamo fatto con tutti i governi, anche democristiani, quando ci sembrava giusto e cristiano farlo».

E proprio a Giovanardi e ai suoi colleghi sottolinea: «No, onorevole. Non siamo cattocomunisti. Tantomeno ‘criptocomunisti’, come dichiarato dal loquacissimo Gasparri e da altri politici (Rotondi, Bertolini, Quagliariello), senza argomenti. Abbiamo definito ‘indecente’ la proposta del ministro Maroni sui bambini rom perché da un lato basta censirli, aiutarli a integrarsi con la società civile in cui vivono marginalizzati, ma dall’altro bisogna evitargli la vergogna di vedersi marcati per tutta la vita come membri di un gruppo etnico considerato in potenza tutto esposto alla criminalità».

Inoltre se tali politici pensano che la linea del settimanale sia antagonista a quella delle gerarchie,a titolo di cronaca viene osservato: «Nessuna autorità religiosa ci ha rimproverato nulla del genere. E Giovanardi non ha nessun titolo per giudicarci dal punto di vista teologico-dottrinale». Come pure Gasparri «non abilitato a dare patenti di cattolicità», tra quelli che «predica bene e razzola male», richiama Sciortino.

Un linguaggio duro quello usato da Famiglia cristiana. «Sbagliato» secondo il ministro per l’Attuazione del Programma di Governo Gianfranco Rotondi. Ma non secondo la maggior parte dei lettori che li invitano «ad andare avanti con coraggio».

Il capogruppo del Pdl al Senato, Maurizio Gasparri, ha dato mandato ai suoi avvocati per «querelare don Antonio Sciortino, per le espressioni ingiuriose usate nei miei confronti in una intervista a ‘La Stampa’». E aggiunge: «Sono rammaricato per la caduta di stile di una persona travolta da un crollo di vendite oggi documentato anche dal ‘Sole 24 Ore’». Affermazione che nello stile certo non brilla.

A differenza del commento del sottosegretario alla presidenza del Consiglio Gianni Letta: «Come sapete non faccio polemiche. Mi astengo».

http://www.unita.it/

 

 

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EmiNews 2008

 

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