5449 Settimana Mondiale dell'acqua 2008:Bilancio critico dell'Associazione per i popoli minacciati

20080825 22:57:00 redazione-IT

Gravi le violazioni dei diritti umani legati all’uso dell’acqua

Bolzano- Al termine della Settimana mondiale dell’acqua (18-23 agosto 2008) l’Associazione per i popoli minacciati fa ancora una volta un bilancio critico sulle gravissime violazioni dei diritti umani che derivano dall’uso irrazionale e spesso criminale di questa risorsa: invece di servire prima di tutto al suo scopo naturale, cioè quello di dissetare
le persone, sempre più spesso la si utilizza per la produzione di energia o per lo sviluppo di monoculture, ormai anche queste per scopi energetici (biocarburanti) o per la produzione di mangimi destinati agli allevamenti su scala industriale e non per la nutrizione diretta delle
persone. Vittime ancora una volta sono la parte più debole delle società coinvolte e sempre più spesso le popolazioni indigene che nulla possono contro la realizzazione di questi mega progetti.

Nel nord del Brasile ad esempio il cosiddetto progetto di Transposição,
la deviazione del fiume São Francisco, mette a rischio l’esistenza di
numerose comunità indigene e di insediamenti afro-brasiliani che vivono
di pesca e agricoltura. Il fiume São Francisco, che soffre già la
presenza a monte delle dighe di Sobradinho e Itaparica, ridurrà
ulteriormente la portata delle sue acque. Inoltre il canale
settentrionale irromperà proprio nella zona di Cabrobrò dove da anni il
popolo dei circa 1.800 Kirirí lotta per il possesso del proprio
territorio. Anche i circa 9.000 indiani Tumbalalá e Truka hanno
protestato con occupazioni di terra contro il progetto di deviazione del
fiume.

La costruzione di dighe minaccia anche i dodici milioni di indigeni del
Vietnam: è infatti prevista la costruzione di 40 nuove dighe nella
regione centrale del paese. Diverse decine di migliaia di persone sono
già state costrette ad abbandonare la propria casa e terra per fare
posto ai futuri bacini delle dighe. Lo stesso problema colpisce i
Mapuche nel Cile meridionale dove il governo intende costruire otto
nuove dighe oltre ad ampliare la diga Bío-Bío sull’omonimo fiume. La
stessa situazione riguarda i progetti in fase di realizzazione della
diga delle Tre gole in Cina, di Merowe in Sudan, del fiume Salween in
Birmania, del Narmada in India.

Un esempio che coinvolge direttamente l’Europa è la diga di Ilisu sul
fiume Tigri in Turchia che rappresenta anche una fonte di tensioni
internazionali per quanto riguarda l’approvvigionamento di acqua da
parte della Siria e dell’Iraq. Al progetto partecipano infatti la ditta
svizzera "Sulzer Hydro", che s’impegna a livello mondiale nella
costruzione di dighe, e che a sua volta è affiliata all’austriaca "Voest
Alpine Tecnologie AG", e la società Ed. Züblin di Stoccarda: ma tra i
finanziatori figura anche la banca italiana Unicredit tramite
l’acquisizione di Bank of Austria. La diga di Ilisu sarà realizzata
nell’ambito del progetto per l’Anatolia del Sudest (Güney Anadolu
Projesi, GAP) e sarà terminata prevedibilmente entro il 2011: un muro
lungo 1.820 metri ed alto 135 metri permetterà di mettere sotto acqua un
territorio di 313 km2, nel quale si trovano tra l’altro importanti parti
del patrimonio archeologico e storico-culturale della città kurda di
Hasankeyf. 101 città e villaggi saranno parzialmente sommersi
dall’acqua, altri 82 spariranno definitivamente. 88 villaggi e città,
nelle quali vivevano 15.581 persone sono già stati sgomberati: i piccoli
contadini kurdi, cui è stata espropriata la terra, stanno ancora
aspettando un risarcimento adeguato. Nei 95 insediamenti che ancora non
sono stati distrutti vivono 43.733 persone. Complessivamente sono 60.000
i Kurdi direttamente colpiti da questo mega-progetto.

Considerato infine che nel mondo ogni anno 8 milioni di persone muoiono
per la mancanza di acqua e che intere regioni per vari motivi non
accedono all’acqua potabile, possiamo pretendere che prima di soddisfare
la sete di energia dei paesi industrializzati ed emergenti tutti gli
sforzi devono essere diretti a garantire l’acqua potabile come diritto
umano fondamentale a chi oggi non ce l’ha o a chi rischia di perderla
per sempre.

Vedi anche:
* www.gfbv.it

www.gfbv.it

 

 

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EmiNews 2008

 

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