5456 “Fuggire dalla Calabria. Perché”: successo dell'iniziativa UNAIE

20080826 10:51:00 redazione-IT

Nello splendido scenario dello stabilimento V.I.P. Sporting Club di Isca sullo Ionio (CZ) si è svolto l’incontro organizzato dall’Associazione Internazionale Calabresi nel Mondo dal titolo “Fuggire dalla Calabria. Perché”.

La cornice del Mar Jonio ha fatto da sfondo ad una nutrita ed interessata presenza di pubblico che ha partecipato al dibattito che si è sviluppato dopo la presentazione del libro di Nicola Giovanni Grillo “Fuggire dalla Calabria. Perché” edito da Geva edizioni alla presenza dell’autore stesso. Il libro dal forte tratto autobiografico è il racconto della storia di un calabrese che dopo la laurea tenta di rientrare in Calabria e che a causa della sua scarsa duttilità ad adattarsi ad una realtà opaca e conservatrice vive un’esperienza professionale fatta di condizionamenti ed intimidazioni che alla fine lo costringono a lasciare per sempre la propria terra.

Per l’autore questo libro non è un invito a gettare la spugna, ma aiuta a creare
la consapevolezza delle mille difficoltà che attanagliano la Calabria.
Grillo ha concluso con un invito agli amministratori presenti alla
manifestazioni ad essere la speranza ed il nostro futuro

La serata è stata allietata dal noto cantastorie calabrese Rocco Jenco che
si è esibito con due brani dal titolo “Chista terra simu Nui” e “La storia
di Gioacchino Murat”.

La manifestazione di Isca- ha detto l’avv. Gennaro Maria Amoruso presidente
dell’associazione promotrice e segretario nazionale dell’U.N.A.I.E.- ha
rappresentato un notevole momento di riflessione e di dibattito per il
nostro sodalizio. La Calabria continua a pagare il prezzo di ritardi
strutturali, siamo una regione a forte vocazione migratoria, il tasso di
emigrazione è tornato ad essere quello di qualche decennio fa, oggi partono
non solo i lavoratori dell’industria ma anche quelli del terziario. Una vera
e propria emorragia colpisce coloro che si sono laureati presso gli atenei
calabresi, che la Calabria non riesce ad assorbire nel mondo del lavoro.
Consideriamo questa situazione un’ emergenza nazionale che colpisce la
nostra terra con la stessa violenza dei roghi estivi, oggi viviamo non solo
la cosiddetta “fuga di cervelli” ma subiamo un vero e proprio impoverimento
di capitale umano e culturale. Tutti gli investimenti nella cultura e
conseguente “produzione” di laureati che poi viene assorbita da altre
regioni si rivelano improduttivi per la Calabria. In tutto questo scenario
risulta sconcertante il silenzio delle istituzioni locali in merito a quelle
che potrebbero essere le misure per fermare questa emorragia di cervelli,
ma soprattutto verso la predisposizione di serie e strutturate “politiche
del rientro”, intese non solo come la possibilità di rientro fisico dei
tantissimi calabresi sparsi per il mondo, ma anche con l’attivazione di un
significativo circuito di scambio di esperienze e di incontro fra le
professionalità, molte delle quali di grande eccellenza, che vivono fuori
dalla regione d’origine. Tutto questo potrebbe facilitare nuove iniziative
imprenditoriali verso la Calabria e l’attivazione, per mezzo dei calabresi
nel mondo di nuovi mercati per le imprese calabresi. Per questi motivi
chiediamo all’Ente Regione l’attivazione di un tavolo permanente che si
occupi di “politiche del rientro” e che coinvolga non solo gli attori
istituzionali come enti, sindacati ed imprenditoria, ma che sappia recepire
i suggerimenti che arrivano da quel vivo e variegato mondo rappresentato
dall’associazionismo in emigrazione. Siamo certi che solo una precisa e
forte strategia da parte della politica regionale può creare un circolo
virtuoso che aiuti la Calabria ad uscire dal suo buio ed a porsi con grande
attenzione verso il mediterraneo. La nostra associazione, impegnata sin dal
1982 nel settore dell’emigrazione, vuole essere un’ attrice sociale in primo
piano nella proposta di soluzioni a questi problemi.

Il dibattito moderato dal Prof. Sergio Scicchitano, docente di presso
l’Università Tor Vergata di Roma e consigliere di Amministrazione Anas, che
ha evidenziato le difficoltà e lo stato di disagio dei giovani laureati ed
il forte scollamento tra il mondo universitario e quello del lavoro, giovani
che considerano la fuga dal proprio paese come l’unica alternativa rimasta.
I problemi esistono, ma noi calabresi non dobbiamo attendere l’intervento
dello Stato per far rinascere la nostra terra, non ci dobbiamo rassegnare
alla situazione attuale e soprattutto dobbiamo imparare a camminare con le
nostre gambe.

Si sono poi succeduti gli interventi di qualificati relatori.

Pierfrancesco Mirarchi, sindaco del Comune di Isca sullo Ionio, ha rimarcato
il dovere civico di ogni calabrese che ha il dovere di fare qualcosa di
importante per la propria terra per farla crescere e per aiutarla. La nostra
è una terra che vive di grandi contraddizioni che però deve smettere di
piangersi addosso. Oggi c’è una classe dirigente di giovani sindaci che
cerca di far spirare un vento nuovo, qualcosa sta cambiando, ma servono
risposte concrete ed una classe politica nazionale che sia intelligiente e
che sappia ascoltare i bisogni veri dei cittadini.

Ha portato il saluto dell’amministrazione provinciale di Catanzaro
l’assessore alla pubblica istruzione Giacomo Matacera, il quale ha
sottolineato come l’emigrazione è la piaga madre della nostra regione,
parafrasando il testo di una canzone tradizionale ha raccontato la
disperazione di una madre che ha visto il proprio figlio emigrare e non
tornare più. Come rappresentante delle istituzioni c’è l’impegno per creare
le condizioni affinché i calabresi tornino, perché la Calabria sana si
ribelli a condizionamenti di ogni genere.

Giuseppe Cosentino dell’Associazione Romana Andreolese (A.R.A.) ha
sottolineato come incontri come questo sono un arricchimento culturale, un
momento per riflettere e ripercorrere le proprie esperienze personali che
hanno portato fuori dalla Calabria tanti calabresi. L’impegno delle
associazioni in emigrazione è stato quello di custodire, mantenere vivi e
tramandare i valori della nostra terra, oggi ci dobbiamo impegnare per la
fase successiva quella di fare in modo che le esperienze e le
professionalità raggiunte fuori vengano messe a servizio dei paesi d’origine
in modo da aiutare queste realtà.

Michele Drosi, sindaco del comune di Satriano, il quale ha invitato i
calabresi ad osare di più, sia come amministratori, ma soprattutto come
cittadini, perché classe politica è la sintesi di quello che gira nella
società. Le riflessioni sulla Calabria mi portano a dire che dobbiamo
cambiare approccio con i problemi, la società civile si deve scuotere, deve
vivere guardando alle regole sapendo che ci sono dei diritti e dei doveri.
Dobbiamo dunque modificare il nostro ragionamento ed il nostro approccio ai
problemi del sud perché conosciamo tutta la storia di interventi
straordinari per la nostra regione fatto di finanziamenti a pioggia che
hanno creato tante cattedrali nel deserto senza produrre alcuna ricchezza ed
occupazione.

Natale Giaimo, assessore ai trasporti della provincia di Catanzaro ha
definito particolarmente stimolante il dibattito promosso dall’associazione
Internazionale Calabresi nel Mondo. Il problema dei giovani che vanno
lontano dalla Calabria a studiare e che poi restano fuori è molto sentito,
molti non rientrano perché raggiungono posti di eccellenza. Spesso la classe
politica porge al calabrese facilitazioni assistenziali molte volte non
dovute invece di predisporre occasioni di sviluppo e di ricchezza, per
cambiare la nostra terra deve cambiare il modo di ragionare della classe
politica tutta

Pino Soriero consigliere di ammistrazione dello Svimez e presidente
dell’Associazione “Il Campo”, ha definito l’incontro una serata di grande
emozione perché il tema tocca un modo di essere del calabrese, un modo di
vivere la Calabria difficile e complesso. Serve un livello più alto di
coscienza su temi come quelle del libro di Grillo che definisce “un pugno
nello stomaco”. Occasioni come queste ci devono stimolare a far crescere una
coscienza più alta contro la rassegnazione al degrado ed all’intervento
violento della delinquenza organizzata. Chi ha a cuore una certa immagine
della della nostra terra non si rassegni ad una logica feudale che la
Calabria moderna rifiuta, serve quella spinta di forze giovani che non
vogliono rassegnarsi.
Sono seguiti poi gli interventi del prof. Pietro Nocita, docente
universitario a Roma, di Matteo Caridi, avvocato in Catanzaro, di Caterina
Marceca dirigente scolastico, dell’attore Mario Bombardieri e di Francesco
Trimboli in rappresentanza delle associazione Calabresi di Milano.
Particolarmente gradito e condito da una punta di commozione è stato
l’intervento telefonico di Pasquale Néstico da Philadelphia U.S.A.,
presidente di Filitalia International e membro del Consiglio Generale degli
Italiani all’estero (CGIE). Néstico originario di Isca sullo Ionio si è
complimentato con l’associazione per l’incontro organizzato ed ha
sottolineato il fatto che in un mondo globalizzato anche da lontano si
possono seguire le vicissitudini ed i problemi che assillano la nostra amata
Calabria e come emigrati ci sentiamo partecipi e soffriamo con voi. Allo
stesso modo ci sentiamo anche partecipi alle conquiste e dei passi avanti
che la nostra pur travagliata Regione sta facendo, con la speranza che un
domani, non lontano, la Calabria possa diventare la Florida d’Europa.

Ufficio Stampa
Associazione Internazionale Calabresi nel Mondo
www.calabriamondo.it

 

 

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EmiNews 2008

 

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