5484 Gheddafi: l'Italia non darà più basi Nato se ci attaccano

20080903 13:03:00 redazione-IT

L’Italia si è impegnata a non usare e soprattutto a non concedere l’uso delle basi sul suo territorio alla Nato e agli Stati Uniti nell’ipotesi di una futura «aggressione» contro la Libia. È questo – secondo quanto annunciato dal leader libico Muammar Gheddafi in un discorso tenuto domenica a Bengasi del quale l’agenzia ufficiale Jana ha diffuso oggi il testo integrale – il contenuto dell’articolo 4 del Trattato di amicizia e cooperazione italo-libico firmato sabato scorso dal premier Silvio Berlusconi e dal colonnello a Bengasi.

In uno dei passaggi del suo discorso, Gheddafi svela così un retroscena delle trattative tra Italia e Libia per la firma dell’Accordo, sottolineando l’insistenza dei libici per includere nel testo l’articolo, memori del precedente del 1986, quando i libici lanciarono due missili Scud su Lampedusa per ritorsione contro l’attacco degli americani che avrebbero usato proprio l’isola per sferrarlo.

Il rais racconta che sono servite «lunghe discussioni» perchè l’Italia voleva impegnarsi solo a «non compiere aggressioni contro la Libia», mentre i negoziatori libici ribattevano che «questo non è abbastanza, perchè l’attacco dell’86 contro i territori libici era partito dall’Italia». Ciò di cui i libici volevano essere sicuri, ha sottolineato Gheddafi, era che «nè l’America nè la Nato avrebbero usato (ancora, ndr) basi in Italia contro la Libia».

Dopo aver minacciato di non chiudere l’accordo e che le relazioni tra i due Paesi sarebbero state «ostili», alla fine l’Italia ha accettato, sostiene Gheddafi citato dall’agenzia libica. L’articolo 4, secondo quanto riferito dal leader della Libia, sarebbe quindi stato concordato sotto questa formula: «Nel rispetto dei principi della legalità internazionale, l’Italia non usa e non permette di usare i suoi territori contro la Libia per ogni (eventuale, ndr) aggressione contro la Libia, e la Libia non userà o permetterà di usare il suo territorio per ogni atto ostile contro l’Italia». Questo, ha concluso Gheddafi, permetterà che non si ripetano situazioni come quelle dell’86.

Ma il Governo smentisce e precisa che gli impegni con la nato restano. «In relazione a quanto riportato oggi dall’agenzia di stampa libica Jana, circa il trattato firmato sabato scorso tra l’Italia e la Libia, si precisa che l’accordo fa, come è ovvio, salvi tutti gli impegni assunti precedentemente dal nostro Paese, secondo i principi della legalità internazionale» scrive infatti Palazzo Chigi.

Una nota definita «imbarazzata e reticente» dal ministro ombra del Pd Piero Fassino. «Di fronte alle dichiarazioni che giungono da Tripoli è indispensabile che il Governo venga subito in Parlamento – ha spiegato Fassino – a illustrare i contenuti dell’accordo sottoscritto e a spiegare se sono previsti impegni come quelli a cui ha fatto riferimento Tripoli. Se fosse così ci sorprenderebbe molto perchè non si è mai conosciuto un caso di un Paese che rinunci preventivamente alla sua sovranità e ai suoi interessi nazionali». Tra l’altro, ha concluso Fassino, «il Parlamento deve essere messo a conoscenza dei fatti perchè è il Parlamento che poi ratifica gli accordi internazionali».

«No comment» della Nato. «Per ora non possiamo commentare quanto affermato da Gheddafi», ha detto la portavoce dell’Alleanza Atlantica Carmen Romero, spiegando che al momento non si dispone di informazioni dettagliate sull’accordo di amicizia e cooperazione italo-libico siglato sabato scorso a Bengasi tra Gheddafi e il premier Silvio Berlusconi.

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EmiNews 2008

 

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