5529 Tribunale, divorzio-ripudio ha valore anche in Italia

20080908 22:43:00 redazione-IT

La Corte d’Appello di Cagliari ha accolto un ricorso fatto da un egiziano (con anche cittadinanza italiana) che nel suo paese aveva ottenuto il divorzio ripudiando la moglie. Per i giudici quel divorzio è valido anche in Italia

CAGLIARI – Aveva ripudiato la moglie pronunciando la formula del talaq, ottenendo così il divorzio in Egitto dove l"ordinamento giuridico consente questo tipo di separazione. Ora anche la Corte d’Appello di Cagliari lo ha riconosciuto valido, dichiarando efficace e definitiva quella separazione anche per l’ordinamento italiano e trascrivendo l’avvenuto divorzio anche nel registro dello Stato civile del Comune.

Presentata nel 2004 da un professionista egiziano residente in città (che aveva già conseguito anche la cittadinanza italiana nel 1995), l’istanza è stata accolta dal presidente della Prima Sezione Civile della Corte d’Appello, Gianluigi Ferrero, assistito dai giudici Fiorella Buttiglione e Maria Mura.

Il professionista egiziano si era sposato nel 1993 ed ha ripudiato la moglie due anni dopo con la procedura del talaq (norma prevista dall’ordinamento egiziano). Come prevedeva la legge, l’uomo aveva letto la formula di ripudio della moglie davanti ad un delegato canonico del tribunale civile locale, avendone riconosciuto il divorzio solo dopo il periodo previsto per un’eventuale conciliazione e le rivendicazioni dei diritti patrimoniali della donna nei confronti del marito. Ma quella separazione, valida nella terra dei faraoni, non valeva per l’Italia, dove comunque l’uomo nel frattempo si era trasferito ricevendo al cittadinanza. Risposatosi, sempre con una sua connazionale, aveva così chiesto al Comune di Cagliari di trascrivere il nuovo matrimonio nei registri dello Stato Civile. E quando la risposta è stata negata, ha sollevato la questione davanti alla Corte d’Appello di Cagliari assistito dall’avvocato Giovanni Lo Schiavo. Pur con le differenze che contraddistinguono i due ordinamenti giudiziari, quello egiziano e quello italiano, alla fine la sentenza ha comunque accolto l’istanza: la Corte ha ritenuto comunque valido lo scioglimento del matrimonio, accertando l’irrimediabile disfacimento della comunione familiare.

Rifacendosi a norme di diritto internazionale, i giudici hanno così dichiarato «efficace nell’ordinamento italiano il provvedimento di divorzio, ordinando la trascrizione del provvedimento egiziano nel Registro di Stato civile del Comune di Cagliari». In molte nazioni di tradizione e giurisprudenza islamica il marito può provocare la fine del matrimonio con una semplice dichiarazione di ripudio (talaq), mentre in qualche ordinamento la possibilità viene concessa anche alla donna. Talvolta non è necessario che tale dichiarazione sia motivata, né che la coniuge ne sia informata: basta comunque che vengano rispettati i tempi di legge per consentire riconciliazione e divisioni patrimoniali. (fp)

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EmiNews 2008

 

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