5590 Venezuela: Chi dipende da chi?

20080917 11:30:00 redazione-IT

Tito Pulsinelli www.selvas.org

Il surriscaldamento del quadro geopolitico sudamericano è un dato di fatto concreto, non un artifizio pubblicitario o una derivazione della robusta semantica di Chávez. Costui, sa che quando dice "merda" arriva a perforare la cappa di piombo della dittatura mediatica nei quattro angoli del globo. Chávez è molto destro nelle arti della guerra di "quarta generazione" che -attualmente- fanno della comunicazione e dell’economia il terreno principale dello scontro.
Il leader venezolano, alla tribuna dell’ONU, se dice che usma "puzzo di zolfo" dopo il discorso di Bush, l’attenzione è su di lui e -in minor misura- sulle sue proposte.Se si attenesse al galateo diplomatico verrebbe ignorato.

L’arrivo de bombardieri supersonici russi, le prossime manovre militari congiunte, non è un capriccio improvvisato, così come l’espulsione dell’ambasciatore degli Stati Uniti non è perche Chavez si è "ringalluzzito" e fa lo spaccone.
Tra Caracas e Mosca c’è un accordo di fondo, il cui asse portante sono gli idrocarburi e le quantità che devono immettersi sul mercato e la difesa dalle depredazioni "occidentali".
Dal marzo fino all’aprile del 2006, vennero realizzate ben quattro manovre militari lungo il litorale caraibico del Venezuela: la NATO partecipò al lato degli Stati Uniti.
La Russia non appartiene all’OPEC ma vi è una convergenza di fondo, oltre alla condivisione del multipolarismo.

Il Venezuela e la Bolivia sono i giganti esclusivi del gas nel continente americano. E sul tappeto vi è anche la proposta dell’Iran di creare una sorta di "OPEC del gas", e i russi a questo orecchio hanno un udito molto fino.
Mettendo sotto l’ombrello protettivo questi tre Paesi, avrebbero un altro asso strategico nelle laro mani, nel dopo crack dell’economia USA, dove il multipolarismo sta facendo passi da gigante. Gli "occidentali" -che lo vogliano ammettere o no- hanno una dipendenza crescente verso il mondo non-industrializzato: materie prime, idrocarburi, alimenti, biodiversità.
Per di più, nell’ultimo decennio, il debito del mondo industrializzato sta aumentando vertiginosamente, mentre gli altri l’hanno cancellato o stanno diminuendolo.

Molte cose stanno cambiando, anche la nozione della dipendenza. Infatti, è difficile spiegarsi perchè gli Stati Uniti non sospendono l’acquisto di petrolio dal Venezuela? Secondo Washington, a Caracas c’è un governo dittatoriale, che perseguita gli oppositori, che fa scempio del format della democrazia "occidentale". Per sbaraccare questa folcloristica tirannia tropicale, non c’è bisogno nemmeno di fare una guerra. Basterebbe sospendere l’acquisto del petrolio: ma perchè Bush e la sua cosca non lo fanno? Chi dipende da chi?

Gli Stati Uniti non godono di buona salute nelle Americhe: dapprima la banca spagnola prese il sopravvento; poi fallirono con l’ALCA; arrivò la Cina come potenza finanziaria e puntò ai minerali; ora l’affronto della presenza militare della Russia nell’ex cortile di casa. Ieri, il blocco regionale sudamericano (UNASUR), ha dato il primo segno tangibile di forza: il Sudamerica è nostro, la Bolivia e il suo gas non si toccano!! La dottrina Monroe is dead.
Di questo passo, a differenza della Gran Bretagna dopo il crollo del suo impero, gli Stati Uniti rischiano di non riuscire a rieditare nemmeno un surrogato di Commonwelth.

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EmiNews 2008

 

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