5611 WELFARE: Taglio al fondo sociale, le regioni insorgono

20080919 11:33:00 redazione-IT

Dopo una settimana di confronti, gli assessori alle politiche sociali scrivono a Errani. Ribadito il no al taglio del Fondo nazionale. Tra le altre richieste: ”Risorse certe a inizio anno e definizione dei Lea in tempi brevissimi”

ROMA – No al taglio di 300 milioni di euro (656 milioni proposti dal Governo contro i 953 dell’anno scorso) del Fondo nazionale per le politiche sociali, esclusione delle politiche sociali dal patto di stabilità, stipula tra Regioni e Governo di un ‘patto per lo sviluppo’ che preveda risorse certe ad inizio anno per programmare gli interventi e definisca in tempi brevissimi e non più procrastinabili i livelli essenziali delle prestazioni sociali. Sono questi i punti su cui si sono accordati gli assessori alle politiche sociali delle Regioni, dopo una settimana di confronti incrociati.

La posizione unitaria degli assessori è stata comunicata oggi dal coordinatore nazionale, l’assessore del Veneto, Stefano Valdegamberi, che ha fatto sapere di aver già chiesto al presidente della Conferenza delle Regioni, Vasco Errani, di sollecitare un avvio immediato di dialogo con il governo.

“Il settore delle politiche sociali – scrive Valdegamberi nella lettera ad Errani che riporta le determinazioni della Commissione Politiche Sociali nella sua ultima riunione a Roma – non deve stare ai margini dell’agenda politica”. “La Commissione degli assessori regionali alle Politiche sociali è infatti fortemente preoccupata per la pesante ricaduta che tale riduzione avrà sulla programmazione regionale degli interventi e dei servizi a favore delle persone più deboli della nostra società, tenendo conto che se ne viene a conoscenza nel mese di settembre con interventi e programmi già avviati. Secondo gli assessori, se si concretizzasse alla fine l’ipotesi del taglio, i comuni, chiamati a garantire la tenuta dello stato sociale attraverso i propri bilanci in un momento certo non semplice per la finanza delle autonomie locali avrebbe delle difficoltà insormontabili. Per questo “è necessario – aggiunge l’assessore veneto – confermare il principio dell’autonomia regionale nella gestione delle risorse assegnate alle politiche sociali, e aprire un tavolo di confronto con il ministro Sacconi, per definire le priorità che sono condizione imprescindibile per esprimere un’intesa tra regioni e governo su qualsiasi proposta di riparto”.

In sostanza, la commissione Politiche sociali chiede che il fondo nazionale sia reintegrato, almeno nella entità erogata nell’anno 2007, ovvero che sia assunto un esplicito impegno dai rappresentanti del governo per l’effettiva messa a disposizione alle Regioni delle somme accantonate secondo la legge finanziaria 2007. La commissione chiede, inoltre, che il governo assuma l’impegno di affrontare le seguenti questioni: escludere l’ambito delle politiche sociali dal patto di stabilità, almeno con riferimento a tutti gli interventi e i servizi assicurati nell’ambito dei piani sociali di zona e, in ogni caso, per le principali aree di interventi, quali ad esempio la famiglia, i disabili, la non autosufficienza, i minori, e l’inclusione sociale; superare le linee di finanziamento con fondi a gestione vincolata, destinati ad interventi specifici che non riconoscono il ruolo delle Regioni nella definizione dei sistemi di welfare locale.

“Vorremmo insomma – conclude Valdegamberi – che, nel rispetto dell’autonomia programmatoria che da sempre le Regioni hanno sostenuto e difeso, si costruisse davvero un sistema di welfare, quale risultato della collaborazione interistituzionale di tutti i livelli di Governo – come affermato anche dal sottosegretario Roccella nell’incontro tenutosi il luglio scorso con gli Assessori regionali”. (pan)

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EmiNews 2008

 

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