5658 DECRETO LEGISLATIVO SULL’ASILO: PARZIALMENTE RECEPITE LE MODIFICHE SUGGERITE DALL’UNHCR

20080924 10:43:00 redazione-IT

COMUNICATO STAMPA

23 settembre 2008
ROMA – L’Alto Commissariato delle Nazioni Unite per i Rifugiati (UNHCR) prende atto delle modifiche legislative introdotte oggi dal governo italiano con l’approvazione dei decreti legislativi relativi alle procedure d’asilo e al ricongiungimento familiare che recepiscono parzialmente quanto suggerito dall’Agenzia ed auspica che ulteriori provvedimenti che fanno parte del cosiddetto “pacchetto sicurezza” non vadano ad erodere ulteriormente la protezione dei richiedenti asilo in Italia.

Il 21 maggio 2008 l’UNHCR aveva espresso la sua preoccupazione alla presentazione di una prima versione del decreto legislativo n. 25 del 2008, che prevedeva la possibilità di allontanare prima della scadenza del termine per fare ricorso il richiedente asilo che avesse ricevuto un diniego dalla Commissione territoriale e che aboliva inoltre l’effetto sospensivo del ricorso, compromettendone in tal modo la sua efficacia.

L’Alto Commissariato, che ha tenuto in giugno audizioni dinanzi alle Commissioni Affari Costituzionali della Camera dei Deputati e del Senato della Repubblica, valuta positivamente le modifiche effettuate al decreto a seguito dei pareri espressi dalle Commissioni parlamentari. In particolare, stando al decreto legislativo approvato oggi, il richiedente asilo non potrà più essere allontanato prima della scadenza del termine per fare ricorso. Il decreto legislativo approvato oggi reintroduce inoltre la possibilità di fare istanza al giudice per chiedere che il ricorso sospenda il provvedimento di allontanamento. Questo provvedimento, la cui fruibilità dipenderà dalla capacità del richiedente di avere accesso all’assistenza legale, investe inoltre il giudice della responsabilità di decidere, in alcuni casi, della vita e della morte di una persona.

E’ stato riconosciuto, quindi, che negare ad un richiedente asilo che abbia ricevuto una decisione negativa in prima istanza la possibilità di fare appello potrebbe esporlo al rischio di persecuzione e tortura nel proprio paese. Molte persone, infatti, ottengono protezione, sia in Italia che nel resto d’Europa, solo a seguito di un riesame della propria domanda.

Rispetto al decreto legislativo sul ricongiungimento familiare, l’UNHCR non valuta positivamente le norme che rendono più difficile la riunificazione familiare, fattore determinante per piena integrazione degli immigrati. L’UNHCR ha tuttavia accolto con favore la disposizione che esonera i beneficiari di protezione sussidiaria dai requisiti di reddito più stringenti introdotti dal decreto. Tali persone, provenienti in gran parte da Somalia, Eritrea, Afghanistan ed Iraq, sarebbero altrimenti condannate ad una separazione definitiva dalle loro famiglie, a causa dell’impossibilità di effettuare visite nel paese di origine.

Riguardo al disegno di legge che introduce il reato di ingresso irregolare, anch’esso parte del “pacchetto sicurezza” attualmente all’esame del Parlamento, durante un’audizione del 19 settembre dinanzi agli Uffici di Presidenza riuniti delle Commissioni Affari Costituzionali e Giustizia del Senato sul disegno di legge n.733, l’UNHCR ha sottolineato che, sulla base dell’articolo 31 della Convenzione di Ginevra del 1951 relativa allo Status dei Rifugiati, una eventuale norma che introducesse il reato di ingresso irregolare dovrebbe esplicitamente esonerare dalla sua applicazione richiedenti asilo, rifugiati e soggetti altrimenti bisognosi di protezione internazionale. Nei paesi dell’UE che contemplano questo tipo di reato è comunque prevista un’esenzione verso tali soggetti.

Secondo le stime dell’UNHCR, sulla base dei dati forniti dalla Commissione Nazionale, da gennaio ad agosto 2008 sono state esaminate in Italia dalle preposte Commissioni territoriali quasi 11.000 domande d’asilo. L’8% dei richiedenti ha ottenuto il riconoscimento dello status di rifugiato sulla base della Convenzione del 1951, il 30% ha ottenuto la protezione sussidiaria ed il 12% ha ottenuto un permesso di soggiorno per motivi umanitari.

 

 

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EmiNews 2008

 

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