5742 Borse, Tokio crisi nera – 9%. Wall Street ancora a fondo. Londra, nazionalizzate 8 banche

20081008 11:40:00 redazione-IT

Wall Street non crede più alle promesse del presidente della Federal Reserve, Ben Bernanke, tra le quali il taglio dei tassi. La Borsa newyorkese era anzi partita in positivo, ma dopo l’intervento della capo della Fed ha iniziato a perdere fino a chiudere con -5,11%. Peggiore la situazione in Asia. L’indice giapponese Nikkei è precipitato nella mattinata di mercoledì. Le Borse europee aprono tutte in ribasso. L’Ecofin non vara un piano di salvataggio europeo. E Bush propone un vertice straordinario del G8.

Borse, Tokio crisi nera – 9% Wall Street ancora a fondo
Londra, nazionalizzate 8 banche

Le borse asiatiche sprofondano nel panico. A Tokyo l’indice Nikkei ha perso quasi il 10 per cento: il calo più pesante di tutti i tempi. A pochi minuti dalla chiusura il listino di riferimento del mercato giapponese lasciava sul terreno 996,09 punti – pari al 9,81 per cento – ben sotto la soglia psicologica dei diecimila punti. Neppure all’indomani degli attacchi dell’11 settembre era stato registrato un calo così brusco.

E Wall Street non crede più alle promesse del presidente della Federal Reserve, Ben Bernanke, tra le quali il taglio dei tassi. La Borsa newyorkese era anzi partita in positivo, ma dopo l’intervento della capo della Fed ha iniziato a perdere fino a chiudere con -5,11% per il Dow Jones a 9.447,11 punti (lasciandone sul campo 508,39) e -5,80% per il Nasdaq.

In Europa si profila nuova giornata pesante per le Borse: Milano, Francoforte, Parigi hanno aperto tutte in forte ribasso. Così anche Madrid e Mosca. A Piazza Affari raffica di sospensioni in avvio di seduta con UniCredit che è stata immediatamente fermata dalle contrattazioni segnando una flessione del 10%.
Tra gli altri titoli rimasti congelati sul paniere principale anche Unipol (-7% teorico), Saipem (-7,8% teorico), Tenaris (-10,5 teorico), Prysmian (-10,2% teorico) e Impregilo (teorico). Intanto il Mibtel perde il 3,3% e lo S&P/Mib il 2,9 per cento.

La Gran Bretagna prende provvedimenti. La Bank of England renderà disponibile per il sistema bancario liquidità per almeno 200 miliardi di sterline. Lo riferisce l’agenzia Bloomberg. Il governo britannico ha deciso di varare senza più indugi un piano «globale» per il salvataggio delle banche del Regno Unito in grave crisi di liquidità e in caduta libera alla borsa di Londra. Il cancelliere allo Scacchiere Alistair Darling illustra il piano di salvataggio annunciato dopo il vertice a Downing Street tra il premier Brown, Darling e il governatore della Banca d’Inghilterra, Mervyn King. Il primo punto del piano prevede l’iniezione di capitale nelle casse delle otto banche principali del Paese. In cambio il governo riceverà azioni privilegiate in quegli stessi istituti finanziari. Il piano da 50 miliardi di sterline varato dal governo inglese mira a sostenere, attraverso una parziale nazionalizzazione, otto banche particolarmente colpite dalla crisi. Si tratta di Abbey (che appartiene alla spagnola Santander), Barclays, Hbos, Hsbc, Lloyds TSB, Nationwide Building Society (il più grande istituto non quotato in Borsa del Regno Unito), Royal Bank of Scotland e Standard Chartered. Tutte e otto le banche hanno confermato la loro partecipazione al piano di ricapitalizzazione.

Il denaro sarà necessario per ridare vigore al sistema bancario dopo il collasso del mercato azionario e le difficoltà delle banche di accedere a prestiti. Altri 200 miliardi di sterline saranno resi disponibili dalla Banca d’Inghilterra – scrive la Bbc – per prestiti a breve termine per fornire liquidità agli istituti finanziari.

Intanto già martedì per i mercati europei è stato un altro giorno di passione, influenzato anche dalla decisione dell’Ecofin di bocciare l’idea di istituire un fondo Ue per salvare le banche, sostenuta da Francia, Italia e Olanda. Raggiunto, invece, un accordo per innalzare da 20 mila ad almeno 50 mila euro la soglia minima di garanzia dei depositi bancari. «Ci sono limiti a quello che possiamo fare – ha detto il presidente della Bce, Jean-Claude Trichet -, non abbiamo la capacità di intervenire quando ci sono dei problemi di insolvenza».

I 27 ministri delle Finanze europei riuniti in Lussemburgo, pur avendo bocciato la proposta di un fondo europeo per salvare le banche, sostenuta da Parigi, Roma e Amsterdam, hanno concordato «dei principi comuni Ue» che guideranno l’azione dei Paesi membri contro la crisi finanziaria, si legge nelle conclusioni del Consiglio.

Intanto secondo la Fed, la crisi dei mercati finanziari peserà ancora di più sulla crescita economica. Così ha detto il presidente Ben Bernanke, che parlando ad un convegno a Washington ha spianato la strada ad un nuovo taglio del costo del denaro. Taglio dei tassi quindi, forse prima dell’ appuntamento di fine ottobre quando si riunirà il FOMC. Il mercato da tempo punta del resto su un taglio concertato fra le maggiori banche centrali, una mossa che potrebbe essere concretizzata nel giro delle prossime ore.

«La combinazione fra i dati congiunturali ed i recenti sviluppi della crisi finanziaria – ha detto il presidente della Fed – indicano che le prospettive per la crescita economica sono peggiorate e che i rischi di una revisione al ribasso delle stime si sono accresciuti». Oggi la Federal Reserve ha varato un’ altra mossa per fronteggiare la crisi, nel senso di predisporre il riacquisto delle cambiali commerciali, vale a dire le obbligazioni a breve che finanziano l’ attività delle aziende. L’ iniziativa in un primo tempo ha sostenuto la Borsa, in seguito però virata anche oggi in deciso ribasso.

E il presidente Usa George W. Bush telefona ai leader europei -in particolare parla con Silvio Berlusconi, Gordon Brown e Nicolas Sarkozy – per proporre un vertice straordinario del G8 sulla crisi finanziaria. E Berluscono ammetteche «non è escluso». Poi Bush chiede che ci sia una «ravvicinata cooperazione» per fronteggiare la crisi finanziaria. Dice anche che i «tempi sono duri», ma poi aggiunge che l’economia Usa è già passata attraverso crisi difficili e ce la farà ad emergere dalla crisi attuale. «La situazioneeconomica è seria – dice Bush – e richiede una forte azione del governo». Queste azioni, aggiunge, «sono necessarie per evitare che il sistema finanziario collassi».

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EmiNews 2008

 

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