5775 Gli italiani all’estero accusano il governo di bancarotta fraudolenta in materia di diritti

20081013 18:22:00 redazione-IT

di Michele Schiavone (*)

Che considerazione ha questo governo degli italiani all’estero?

Questa domanda potrebbe avere molteplici risposte, ma quella più veritiera é una sola: la si legge nelle deplorevoli risposte del sottosegretario con delega per gli italiani all’estero Alfredo Mantica, ripetute come un disco incantato e che si susseguono dall’inizio dell’estate: gli italiani all’estero, a suo parere, sarebbero una zavorra al piede del nostro governo, della quale bisogna liberarsene.

Il suo punto di vista muove dalla convinzione che, siccome è cambiata un’epoca, anche la pratica dei quattro milioni di cittadini italiani residenti fuori dai confini nazionali, degli oltre sessantamilioni di origine e dei circa trecentomilioni di italofoni, va consegnata agli archivi della storia. Sarebbe necessaria, a suo parere, una cesura profonda per chiudere questa pratica. Questa litania La secolare questione emigratoria se non si risolve in modo drastico potrebbe avere delle ricadute e, quindi, riesplodere per diventare un problema affine a quello che provocano, oggi, i maledetti della terra, che cercano rifugio e lavoro nella nostra Penisola. Il nomadismo moderno dei ricercatori, dei professionisti, dei selvesmade men’s sarebbe, invece, tutt’altra cosa che quelle istantanee sbiadite dei magliari, dei vucumprà, dei gelatai e dei pizzaioli che hanno popolato le tante little Italy’s delle metropoli, e che fino ad oggi continuano incessantemente a fare agio con i propri risparmi sulle bricciole destinate ai corsi di lingua e cultura italiana, all’assistenza degli indigenti e alle rappresentanze istituzionali dei Comites, del CGIE e dei diciotto parlamentari eletti all’estero.

Le convinzioni del rappresentante del governo, tuttavia, ed è bene ripeterlo e farglielo capire, eludono i principi fondamentali costitutivi delle società moderne, cassano i diritti universali di cui sono portatori, nella loro interezza, tutti i cittadini italiani. I loro diritti trovano fondamento nei principi fondamentali e nei 139 articoli della costituzione repubblicana. Senza dilagare ci soffermiamo al solo riferimento legislativo italiano, perchè noi questo siamo: cittadini italiani che hanno scelto provvisoriamente di vivere altrove.

Alle prime avvisaglie verbali del governo sono seguiti anche i provvedimenti legislativi che trovano forma esplicita nell’articolato della legge finanziaria del 2009 e nel documento di programmazione economica e finanziaria 2009-2011, che ha l’obiettivo di pareggiare i bilanci dello stato e mantenere i parametri di Mastricht. Ma con i tempi che corrono, con la recessione economica alle porte ed in mancanza di una proposta politica lungimirante, (diversa da quelle amatoriale e barzellettiera a cui non vogliamo abituarci) dobbiamo chiederci se i contenuti della finanziaria sono adeguati a fronteggiare le incertezze economiche e finanziarie del nostre Paese, visto che la metistofelica ricetta del ministro del tesoro lascia aperti molti dubbi e irrisolti molti problemi.

Difronte alle drastiche scelte annunciate, come pensa il governo di tenere bassa la tensione delle nostre comunità all’estero ridotte al lastrico se saranno messi a regime i tagli, che rischiano di collassare tutto il sistema, che già aveva difficoltà a funzionare con un bilancio annuale di 82 milioni e che, dal prossimo anno dovrebbe assolvere i propri compiti con soli 32 milioni, quindi con cinquantamilioni di euro in meno ?

Non ci risulta che quelle poche risorse siano state sperperate in investimenti diversi da quelli per i quali erano previste. Quei soldi sono stati utilizzati per pagare gli stipendi degli insegnanti, per assistere i nostri connazionali indigenti che diversamente erano destinati a seguire la strada dolente dei calvari prima di avere un ricovero in ospedale. Quei pochi soldi sono stati impiegati per pagare gli affitti delle sedi dei Comites, dove puntualmente vengono messe in evidenza le difficoltà che vivono le nostre comunità. Quei pochi e maledetti soldi sono stati spesi per promuovere e far conoscere la cultura italiana. Se su questi interventi si abbatterà la mannaia del governo, a lasciarci la testa potrà trovarsi anche qualche rappresentante della maggioranza di governo.

Sappiamo benissimo che la scelta politica di riduzione degli interventi a favore degli italiani all’estero non trova nessuna giustificazione nella crisi finanziaria manifestatasi, in modo dirompente in queste ultime settimane, e che rischia non solo di mettere in ginocchio i mercati mondiali ma, con effetto domino, anche la credibilità delle istituzioni, che hanno retto le sorti del mondo negli ultimi sessant’anni. Questo dovrebbe preoccupare il governo, che ha nelle mani l’asso degli italiani all’estero per alleviare e fronteggiare le attuali difficoltà commerciali, finanziarie e sociali.

La perdita di credibilità di questo governo tra gli italiani all’estero potrebbe riflettersi come uno tsunami sulle nostre comunità, spingendole ad assumere anche comportamenti di ripulsione materiali.

Perciò, in questo momento di difficoltà, è importante dare credito e rafforzare le nostre rappresentanze democraticamente elette a livello locale (comites), a livello paese (CGIE) e sostenere nella battaglia che stanno conducendo i parlamentari dell’opposizione eletti nella circoscrizione estero. Abbiamo capito il gioco messo in campo dal governo per liquidare questa pratica. Egli per raggiungere il proprio disegno, tende a creare tensione e astio tra gli eletti, cercando di screditarli nell’opinione pubblica e agire indisturbato con provvedimenti e metodi, che riportano alla mente le leggi fasciste del Ventennio. Lo scrivono e lo ripetono all’estero gli osservatori e gli opinionisti politici : l’Italia è prossima al ritorno del regime. Allora, chi come noi che ha a cuore le sorti del nostro Paese é chiamato a mantere alta la guardia, a difendere i diritti e la democrazia nel nostro Paese, a tutelare gli interessi delle nostre comunità all’estero. L’allarme lanciato in questi giorni dai parlamentari del Partito democratico eletti nella circoscrizione estero, rispetto ai tagli dei capitoli di spesa ed al rischio di un arretramento della democrazia, dovrà essere sostenuto con iniziative e proposte politiche, per richiamare la maggioranza di governo al rispetto delle prerogative parlamentari e ad usare la ragione. In qualsiasi altro paese democratico, a fronte di questi comportamenti e dello scadimento della democrazia, il governo sarebbe stato costretto a portare in Tribunale i libri contabili e dichiarare fallimento. Fallimento di un progetto politico. In Italia, purtroppo, ciò non succede perchè la maggioranza è alle dipendenze di un padrone, dell’unto del Signore capace di risolvere da solo, ed a modo suo, qualsiasi problema. Stiamo assistendo impassibili ad un crack delle istituzioni ed il peggio deve ancora arrivare.

Michele Schiavone, coordinatore del PD in Svizzera

 

 

5775-gli-italiani-allestero-accusano-il-governo-di-bancarotta-fraudolenta-in-materia-di-diritti

6512

EmiNews 2008

 

Views: 2

AIUTACI AD INFORMARE I CITTADINI EMIGRATI E IMMIGRATI

Lascia il primo commento

Lascia un commento

L'indirizzo email non sarà pubblicato.


*


Questo sito usa Akismet per ridurre lo spam. Scopri come i tuoi dati vengono elaborati.