5837 LA “NUOVA SCUOLA” DI BERLUSCONI

20081019 15:22:00 redazione-IT

di Massimo Seracini (San Diego, California)

Si discute, si protesta in piazza, si cerca di opporsi in tutte le maniere a un disegno della destra (il centro e’ ormai sparito nel Partito della Liberta’, ndr.) per riformare, cioe’ tagliare fondi alla scuola italiana che, con tutti i suoi limiti, produce ancora un livello di qualita’ che negli Stati Uniti, sopratutto per la scuola
dell’obbligo, sarebbe semplicemente sognato!
Non sono un esperto della materia e non voglio, ne posso suggerire soluzioni, ma solo constatare che un Paese che decurta i fondi all’istruzione, in un momento storico in cui paesi come l’India possono vantare l’universita’ ad indirizzo scientifico al primo posto delle graduatorie mondiali, commette un karakiri culturale che si riflettera’
nel prossimo futuro in una deficienza di know-how che impoverira l’Italia.

A questo proposito ho scoperto un pensiero di Pietro Calamandrei, uno
dei padri della democrazia italiana del dopoguerra che, benche’
proposto nel 1950, sembra di un’attualita’ sconcertante, che voglio
citare come riflessione al momento politico che stiamo vivendo, con un
parte che sta’ governando a forza di voti di fiducia per il suo
interesse corporativo e certamente non per quello nazionale!

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Pietro Calamandrei

“Discorso pronunciato al III Congresso in difesa della Scuola nazionale
a Roma l’11 febbraio 1950”
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Facciamo l’ipotesi, così astrattamente, che ci sia un partito al
potere, un partito dominante, il quale però formalmente vuole
rispettare la
Costituzione , non la vuole violare in sostanza. Non vuol fare la
marcia su Roma e trasformare l’aula in alloggiamento per i manipoli; ma
vuol istituire, senza parere, una larvata dittatura. Allora, che cosa
fare per impadronirsi delle scuole e per trasformare le scuole di Stato
in scuole dipartito? Si accorge che le scuole di Stato hanno il difetto
di essere imparziali. C’è una certa resistenza; in quelle scuole c’è
sempre, perfino sotto il fascismo c’è stata. Allora, il partito
dominante segue un’altra strada (è tutta un’ipotesi teorica,
intendiamoci). Comincia a trascurare le scuole pubbliche, a
screditarle, ad impoverirle. Lascia che si anemizzino e comincia a
favorire le scuole private. Non tutte le scuole private. Le scuole del
suo partito, di quel partito. Ed allora tutte le cure cominciano ad
andare a queste scuole private. Cure di denaro e di privilegi. Si
comincia persino a consigliare i ragazzi ad andare a queste scuole,
perché in fondo sono migliori si dice di quelle di Stato. E magari si
danno dei premi, come ora vi dirò, o si propone di dare dei premi a
quei cittadini che saranno disposti a mandare i loro figlioli invece
che alle scuole pubbliche alle scuole private. A "quelle" scuole
private. Gli esami sono più facili, si studia meno e si riesce meglio.
Così la scuola privata diventa una scuola privilegiata. Il partito
dominante, non potendo trasformare apertamente le scuole di Stato in
scuole di partito, manda in malora le scuole di Stato per dare la
prevalenza alle sue scuole private. Attenzione, amici, in questo
convegno questo è il punto che bisogna discutere. Attenzione, questa è
la ricetta. Bisogna tener d’occhio i cuochi di questa bassa cucina.
L’operazione si fa in tre modi: ve l’ho già detto: rovinare le scuole
di Stato. Lasciare che vadano in malora. Impoverire i loro bilanci.
Ignorare i loro bisogni. Attenuare la sorveglianza e il controllo sulle
scuole private.
Non controllarne la serietà. Lasciare che vi insegnino insegnanti che
non hanno i titoli minimi per insegnare. Lasciare che gli esami siano
burlette.
Dare alle scuole private denaro pubblico. Questo è il punto."

Massimo Seracini
UDC Nord e Centro America
San Diego, California USA
18 Ottobre 2008

 

 

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EmiNews 2008

 

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