5850 Bagliori di medusa: premio Nobel in Taxi

20081021 11:30:00 redazione-IT

Qualche giorno fa il New York Times pubblicava un curioso articolo in cui veniva celebrata la figura di Douglas C. Prasher, scienziato che ha isolato il gene di una medusa che produce una proteina fluorescente. A questa ricerca di Prasher hanno in seguito attinto Roget Tsien e Martin Chalfie, che si apprestano a ritirare il premio Nobel per la chimica.
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Si badi: non si tratta di un caso di plagio. Il nostro Prasher ha lavorato regolarmente con Chalfie, firmando i propri articoli, e ha fornito un contributo fondamentale e indiscusso al filone che porterà in seguito Chalfie e Tsien al Nobel.
Ciò che invece stupisce e fa notizia è che Prasher attualmente lavora come autista presso un rivenditore di auto in Alabama guadagnando, a 57 anni, 10 dollari l’ora.

Ovviamente ai giornalisti non può sfuggire la sproporzione
clamorosa tra i 450 mila dollari del premio Nobel che aspettano Martin
Chalfie e la dura giornata lavorativa dell’autista Douglas Prahser.
Ma se i giornalisti hanno bisogno di fatti freschi, da cogliere con
tempismo, capaci di produrre una rapida folata di stupore o di
indignazione, chi riflette da anni sul general intellect dovrebbe
approfittare dell’occasione per intuire la trama di significati nascosta
dietro "l’uomo che morde il cane".

Il caso Prasher, inutile dirlo, non è ne nuovo né particolarmente
sconvolgente, la storia della scienza è costellata di episodi analoghi, in
cui figure che hanno dato contributi essenziali alla ricerca sono state
ignorate o neglette.
L’analogia che viene più facilmente alla mente, qui in Italia, è quella tra
il caso di Prasher e quello dell’assistente di laboratorio che scoprì quel
sistema di istofluerescenza che, in seguito, valse il Nobel per la medicina
a Camillo Golgi (1905).
Del resto molte autorevoli persone che si sono occupate di storia della
scienza, da Stephen J. Gould a Bruno Latour, hanno sottolineato più volte
come la scoperta sia di solito l’esito di circostanze assai più complesse
di qualsivoglia "lampo di genio" di questo o quello scienziato.

Se dunque ciò che si nota e colpisce "prima facie" è l’ingiusta
sproporzione tra il destino di Prasher e quello di Chalfie e Tsien, ciò che
incuriosisce il lettore più posato e riflessivo è invece il fatto che un
personaggio del genere sia rimasto senza fondi. E’ possibile che un talento
del genere, una simile risorsa, venga trascurata e sciupata in questo modo
? E’ come spiegare che un Prasher non è riuscito a trovare (almeno) un
mestiere vicino ai suoi interessi e alle sue competenze ?

In questi giorni di schermaglie su ricerca e finanziamenti domande di
questo genere incuriosiscono e fanno rifilettere. Ci si potrebbe chiedere,
ad esempio, se qualche varietà nostrana di Prasher possa nascondersi dietro
il ghigno del conducente dell’autobus o dietro la voce della telefonista
del call center dell’assistenza auto.

Il fatto è che in Italia per pubblicare a livello Prahser si deve essere
figure istituzionali, ed è molto raro che una figura istituzionale possa
trovarsi fuori del circuito dei garantiti. Nei fatti un caso Prasher in
Italia difficilmente potrebbe verificarsi: se esistesse un Prasher sarebbe
titolato, istituzionalizzato e garantito, se non lo fosse non sarebbe in
grado di fare ricerca a un livello così alto.

In un certo senso si può arrivare a dire che da noi un caso Prasher è molto
improbabile, se non impossibile.

La cosa si spiega con il fatto che negli USA, crisi economica o meno, le
fondazioni sono capaci di creare un circuito parallelo a quello delle
università. Per cui si possono incontrare persone molto titolate ma non per
questo garantite, come appunto Prasher. Gente che ha lavorato su progetti a
termine e, quando sono finiti i fondi, ha dovuto arrangiarsi.

Dunque non ci sono talenti nascosti dietro l’autista del pulman o la
telefonista ?
In realtà i talenti molto probabilmente ci sono, ma non sono in condizione
di arrivare dov’è arrivato Prasher. La questione sarebbe allora chiedersi
come individuarli. Non è un discorso utilitaristico o strumentale: Prasher
s’è dichiarato contento di aver fatto quel che ha fatto e non ha
manifestato invidia o risentimento nei confronti dei suoi più fortunati
colleghi.
Um atteggiamento, il suo, per certi versi anche comprensibile: lui, almeno,
può dire di non aver fatto l’autista tutta la vita. Sul piano della
soddisfazione personale può affermare che i i suoi geni di medusa sono
stati all’origine di consistenti progressi mella ricerca. Ma i nostri
Prasher? Quelli che hanno studiato neutroni e neutrini e finiscono con il
passare la loro vita in un call center ?

Le meduse fluorescenti avrebbero potuto perfino estinguersi, e nessuno in
quel caso avrebbe potuto catturarne gli affascinanti misteri.
Perfino i nostri scienziati mancati sono, a ben guardare, un po’ come le
meduse fluorescenti. La loro luminescenza è in via di estinzione.
Riuscire a coglierne i bagliori nascosti è un rompicapo affascinante. Come
scrisse un poeta: «il tenue bagliore strofinato laggiù non era quello di un
fiammifero».

Rattus

 

 

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EmiNews 2008

 

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