5878 BORSE: TORNA IL PANICO IN TUTTO IL MONDO, FUTURES BLOCCATI A NEW YORK

20081024 14:50:00 redazione-IT

ROMA – I futures di Borsa a New York sono stati congelati per eccesso di ribasso, in attesa dell’ apertura della sessione regolare alle 15.30 ora italiana. Infatti, il contratto sul Dow Jones è arrivato a perdere il 6,3% a 8.224,0 punti, quello sul Nasdaq-100 il 6,8% a 1.168,5 ed il future sullo S&P 500 il 6,6% a 855,2.

La seduta si preannuncia di conseguenza pesantissima, sulla scia fra l’ altro dell’ andamento di tutti i mercati azionari mondiali, in calo verticale. A pesare sull’ andamento delle contrattazioni sono in particolare i titoli automobilistici, particolarmente esposti alla prospettiva di una recessione, con GM che negli scambi prima dell’ apertura è arrivata a perdere il 13% a 5,3 dollari mentre Ford è scesa sotto due dollari, a 1,73, -14%. Male anche Apple, -7,9% a 90,48 dollari, mentre Intel ha ceduto il 6,6% a 13,55 dollari. General Electric ha segnato un ribasso del 5,9% a 17,7 dollari, mentre il colosso assicurativo AIG ha lasciato sul terreno il 14% a 1,81 dollari.

Negativa anche Microsoft, -6,1% a 20,96 dollari dopo una trimestrale peraltro positiva. In flessione significativa anche i petroliferi, con Exxon in ribasso a 65,86 dollari (-6,4%).

Il meccanismo di blocco dei futures e’ stato innescato per evitare che la seduta regolare si apra con perdite vertiginose. Quanto e’ successo oggi non si verificava da oltre dieci anni, cioe’ dal 1997. Per quanto riguarda l’andamento della seduta regolare, e’ previsto che, qualora il Dow Jones perda il 10% prima delle due pomeridiane ora di New York, le contrattazioni si fermino per un’ora. Se questa stessa soglia viene invece infranta fra le due e le tre pomeridiane, la sospensione durera’ 30 minuti. Gli scambi saranno sospesi di nuovo se il Dow Jones perdesse il 20%. Se infine il ribasso dovesse essere del 30% a qualsiasi ora della seduta, la Borsa sara’ chiusa per un giorno.

Si preparano a bruciare altre centinaia di miliardi le principali borse europee che, sulla scia dello scivolone di Tokyo (-9,6%) e con i future su Wall Street in calo, perdono mediamente tra l’8 e il 9% a fine mattinata. I timori di un calo dei risultati di fine anno, insieme al calo delle quotazioni del greggio e al dato sugli ordini di veicoli industriali a settembre, che misura il polso dell’economia reale a livello continentale ha dato il via ad una serie di forti vendite.

Sono state riammesse Intesa Sanpaolo, Eni e Fiat. Sospese tutte per eccesso di ribasso dalle contrattazioni, al rientro segnano rispettivamente un calo del 13,05% a 2,56 euro (Intesa Sanpaolo), del 9,19% a 14,85 euro (Eni) e dell’8,82% a 5,82 euro (Fiat). Il Mibtel intanto cede il 6,5% a 15.140 punti.

GB VERSO LA RECESSIONE – La Gran Bretagna scivola verso la recessione: nel terzo trimestre il Pil britannico ha segnato una contrazione dello 0,5%, superiore alle attese. E’ la prima volta dal 1992 che in Gran Bretagna si registra una contrazione del prodotto interno lordo rispetto al trimestre precedente. Il calo è superiore alle stime degli economisti che si aspettavano un -0,2% Rispetto allo stesso trimestre del 2007, il Pil britannico ha registrato un rialzo dello 0,3%, sotto la stima media di un +0,5%, dopo il +1,5% del trimestre prima. La Gran Bretagna è sulla strada della recessione per la prima volta dal 1991, anche se tecnicamente non si può parlare di ciclo recessivo (due trimestri consecutivi di crescita negativa) tenuto conto che nel secondo trimestre il prodotto interno lordo era rimasto invariato rispetto al trimestre precedente. La Gran Bretagna è il primo dei Paesi del G7 ha comunicare i dati sul Pil del terzo trimestre.

PETROLIO: OPEC TAGLIA PRODUZIONE DI 1,5 MILIONI BARILI
L’Opec ha deciso di tagliare di 1,5 milioni di barili al giorno la propria produzione di petrolio. Lo riferisce l’agenzia Bloomberg dopo il vertice straordinario dell’organizzazione dei produttori a Vienna precisando che la decisione sarà operativa da novembre. Il prezzo del petrolio è sceso ancora dopo la decisione dell’Opec di tagliare la propria produzione da novembre di 1,5 milioni di barili al giorno. Nelle contrattazioni elettroniche a New York il greggio americano è quotato a 63,05 dollari, il livello più basso dal maggio del 2007 mentre a Londra il brent, il petrolio di riferimento europeo passa di mano a 61,08 dollari al barile, minimo dal marzo dell’anno scorso.

ASIA IN DIFFICOLTA’, TOKYO -9, SEUL -10% – Chiusura di settimana tragica per le principali Borse di Asia e Pacifico, in controtendenza con lo slancio finale di Wall Street della vigilia. Tokyo ha lasciato sul campo il 9,6%, Seul il 10,5% ed Hong Kong il 4,66%. Ha fatto eccezione Sidney (-2,6%), che comunque ha segnato un calo che in condizioni normali sarebbe comunque definito consistente, al pari di Shanghai (-2,46%), che però non ha ancora concluso la seduta.

I mercati orientali hanno scontato l’ulteriore rafforzamento dello yen sul dollaro, che penalizza i grandi esportatori di auto ed elettronica, accusando anche i segnali di recessione provenienti dalla Corea, mentre i rendimenti dei titoli di stato sono ormai sui massimi. Segno evidente che la crisi finanziaria degli Usa si sta trasferendo velocemente ad est, trasformandosi nell’area in crisi economica totale. Il pessimismo non ha fatto sconti al listino di Tokyo, dove Sony ha ceduto il 14,47%, Sharp il 13,54% e Canon il 12,79%.

Ma affianco all’elettronica sono precipitati anche i colossi dell’auto, da Mazda (-9,09%) a Mitsubishi (-6,61%), da Toyota (-6,43%) ad Honda (-5,69%). Quanto alle banche, Mizhuo ha ceduto il 12,62%, Mitsui l’8,62% e Mitsubishi Ufj l’8,32%. Profondo rosso a Seul, con Lg Electronics (-14,94%), Korean Air Lines (-14,91%) ed Hynix Semiconductor (-14,9%). In affanno gli automobilistici Kia (-14,82%) e Hyundai (-7,89%), mentre anche la finanza ha segnato il passo con Woori Holdings (-11,21%) e Korea Exchange Bank (-4,82%). Scivolone ad Hong Kong per Petrochina (-7,65%) e il colosso bancario Bank of China (-6,76%), mentre Cathay Pacific ha lasciato sul campo il 6,67% e China Petroleum il 6,55%. Più cauta Sidney, anche se Rio Tinto ha ceduto il 4,26%, Westapac Banking il 3,82% e National Australia Bank il 3,14%. In controtendenza il colosso dei materiali da costruzione James Hardie Industries (+3%).

Di seguito, gli indici dei titoli guida delle principali piazze finanziarie di Asia e Pacifico. – Tokyo -9,60% – Hong Kong -4,66% – Shanghai -2,46% (seduta in corso) – Taiwan -3,19% – Seul -10,57% – Sidney -2,64% – Bombay -7,14% – Singapore -7,55% – Kuala Lumpur -3,38% – Bangkok -5,43% – Giakarta -6,59% (seduta in corso).
Ieri New York ha chiuso contrastata. Il Dow Jones ha guadagnato il 2,02%, il Nasdaq e’ in discesa dello 0,73& mentre l’indice S&P500 ha perso l’1,26%. Europa a corrente alternata con Parigi e Londra rispettivamente a +0,38% e +1,16% e Francoforte -1,13%.

http://www.ansa.it/opencms/export/site/visualizza_fdg.html_791835349.html

 

 

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EmiNews 2008

 

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