5952 Gelli: il nuovo capo della P2? «Il mio erede è Berlusconi»

20081031 17:51:00 redazione-IT

Per il "gran maestro" un programma tv
Da lunedì su Odeon tv Licio Gelli, capo della loggia massonica P2, avrà una trasmissione tutta sua. Parlerà della storia d’Italia, magari anche della strage di Bologna per cui è stato condannato per depistaggio. Ma nella conferenza stampa di presentazione del programma ne approfitta per chiarire chi è l’unico che può raccogliere il suo testimone: «L’unico che può portare avanti il piano di Rinascita – dice – è Berlusconi». Le reazioni: «È la P2 che continua».
P2, quelli che volevano sovvertire lo Stato

Per il "gran maestro" un programma tv

Adesso ha un programma tutto suo su Odeon tv e sfrutta la rinnovata ribalta per passare il testimone. Licio Gelli, capo della loggia massonica P2, non ha dubbi: per l’attuazione del Piano di Rinascita democratica della P2, «l’unico che può andare avanti è Berlusconi». L’investitura arriva durante la conferenza stampa di presentazione di Venerabile Italia, il programma che Gelli condurrà sull’emittente tv: «L’unico che può andare avanti è Berlusconi: non perché era iscritto alla P2, ma perché ha la tempra del grande uomo che ha saputo fare, anche se ora mostra un po’ di debolezza perché non si avvale della maggioranza parlamentare che ha».

Sembra una barzelletta. Invece è una vergogna. Soprattutto perché a Gelli viene regalata una tribuna tutta per sé. Il tema del programma sarà la storia d’Italia. Il capo della loggia massonica P2 racconterà la sua versione, magari sulla strage di Bologna, per cui è stato condannato per depistaggio. O sulla repubblica di Salò a cui aderì, o su Gladio, o su qualsiasi delle pagine grigie (se non nere) dalla storia del nostro paese a cui Gelli è legato.Il programma ha già degli ospiti, Anche questi poco fantasiosi: per la prima puntata Giulio Andreotti, Marcello Veneziani e Marcello Dell’Utri. Si parlerà di fascismo.

Forse, per chiarire il contesto, è utile ricordare la sua fedina penale. Licio Gelli è stato condannato con sentenza definitiva per i seguenti reati: procacciamento di notizie contenenti segreti di Stato, calunnia nei confronti dei magistrati milanesi Colombo, Turone e Viola, tentativi di depistaggio delle indagini sulla strage alla stazione di Bologna e Bancarotta fraudolenta (per il fallimento del Banco Ambrosiano è stato condannato a 12 anni). Se lui considera Berlusconi il suo erede più credibile non abbiamo troppo di che stare tranquilli. Anche perché, come se non bastasse quello che sta facendo, Gelli dà anche consigli al suo “figliol prodigo”: «Se uno ha la maggioranza deve usarla, senza interessarsi della minoranza. Non mi interessa la minoranza, che non deve scendere in piazza, non deve fare assenteismo, e non ci devono essere offese. Ci sono provvedimenti che non vengono presi perché sono impopolari, e invece andrebbero presi: bisogna affondare il bisturi o non si può guarire il malato».

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Gelli: le reazioni

Tra le prime reazioni alle dichiarazioni di Licio Gelli c’è quella di Sergio Flamigni, dal 1968 al’87 parlamentare del Pci, studioso del terrorismo e degli anni di piombo, che ha fatto parte della Commissione parlamentare d’inchiesta sulla loggia massonica segreta messa fuorilegge nel 1982: Gelli «ha ragione di essere soddisfatto» dall’esecutivo Berlusconi perché «il Piano di rinascita della loggia P2 è diventato il programma dell’attuale governo». «Non mi meraviglia affatto – prosegue l’ex parlamentare – quando esalta Berlusconi come uomo forte del momento e ci mette a fianco Dell’Utri come mente culturale: è la P2 che continua, mi sembra molto semplice. C’è piena coerenza tra il Gelli che abbiamo conosciuto nel passato e quello che può essere ora. Fondamentalmente – prosegue Flamigni – c’è un pericolo per la democrazia, proprio per il grande potere che si è realizzato, quello sui mezzi di informazione. Quando dico che oggi ha ragione di essere soddisfatto Gelli, mi riferisco soprattutto a quello. Non a caso Berlusconi era prescelto nel campo dell’informazione. Nel periodo di grande forza del sistema piduista, la loggia controllava il Corriere della sera, un sistema di giornali ed era il periodo in cui partiva la tv privata: la scelta di Berlusconi – conclude – era quella dell’uomo del futuro in quel campo».

Parla di «ribrezzo» Sonia Alfano, presidente dell’associazione nazionale familiari vittime di mafia: «Il solo nome di quell’uomo suscita in noi tutto il ribrezzo e lo sdegno possibile. Che un golpista – prosegue – che dovrebbe passare il resto dei suoi giorni chiuso in carcere lontano dal suolo italiano, abbia uno spazio in tv è qualcosa di inedito nel panorama mondiale. si lascerà che un uomo, primo artefice delle pagine più nere ed indegne della storia d’Italia, porti il messaggio e le perverse dottrine della massoneria deviata in televisione».

Si augura che ìil programma non vada in onda anche Articolo21: «Noi non invocheremo mai censure – dice il portavoce Giulietti –ma ci sembra una scelta non proprio felice e nel momento meno adatto. Ci rendiamo conto – prosegue – che molti esponenti di quella Loggia occupano i posti più rilevanti di questo paese a partire dal presidente del Consiglio di cui è ben nota la sua passata affiliazione alla P2. Ma questo sarebbe un affronto gravissimo, soprattutto alle tante persone che si sono battute e si battono tuttora per la legalità e la trasparenza».

Infine, il capogruppo dell’Italia dei Valori alla Camera, Massimo Donadi, attacca il governo dopo le affermazioni dell’ex venerabile Licio Gelli. «Si vuole sdoganare persino l’eversione, è una vergogna nazionale – dice Donadi -. Non c’è da stupirsi per le parole di Licio Gelli sulla possibilità che Berlusconi porti avanti il suo piano di rinascita democratica. È dall’inizio della legislatura che sosteniamo questa tesi. Il programma di governo di Berlusconi ed il piano di Gelli sono la stessa cosa. Berlusconi e la sua maggioranza – conclude il capogruppo Idv – si esprimano con chiarezza su questa vicenda gravissima, che è un vero schiaffo alla nostra storia ed alle nostre istituzioni. Sinora il loro silenzio è sconcertante di fronte al riemergere di un passato antidemocratico».

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P2, più di 900 adepti per sovvertire lo Stato

La P2 è la loggia massonica Propaganda Due. La P2 era una loggia segreta, il cui scopo era reclutare membri con la finalità di sovvertire l’assetto socio-politico-istituzionale. La P2 riunì in segreto circa mille esponenti di primo piano del mondo politico-istituzionale, spesso molto noti. L’allora presidente della Repubblica, Sandro Pertini, definì la P2 «un’associazione a delinquere».

Le origini della P2 si perdono nella storia visto che la loggia chiama in causa il mondo della massoneria. Di sicuro nel 1969 fu chiesto all’allora sconosciuto Licio Gelli, entrato nella massoneria solo nel 1965, di operare per la unificazione delle varie comunità massoniche. Nel 1970 a Gelli fu delegata la gestione della P2.

La lista degli appartenenti alla P2 fu tenuta riservata anche dopo la scoperta. I tentennamenti nel rendere pubblica gli appartenenti alla loggia costò ad Arnaldo Forlani la carica di presidente del Consiglio. La lista fu poi resa nota nel 1981. Tra i 932 iscritti c’era Silvio Berlusconi. Anche personaggi dello spettacolo come Claudio Villa, Alighiero Noschese e Maurizio Costanzo erano nella lista. Inoltre facevano parte della P2 Michele Sindona e Roberto Calvi, Umberto Ortolani e Leonardo Di Donna (presidente dell’ENI), Duilio Poggiolini ed i vertici dei servizi segreti italiani.

I numeri della loggia sono impressionanti: 44 parlamentari, 3 ministri del governo allora in carica, un segretario di partito, 12 generali dei Carabinieri, 5 generali della Guardia di Finanza, 22 generali dell’esercito italiano, 4 dell’aeronautica militare, 8 ammiragli, vari magistrati e funzionari pubblici, ma anche giornalisti ed imprenditori.

«Ho una vecchiaia serena. Tutte le mattine parlo con le voci della mia coscienza, ed è un dialogo che mi quieta. Guardo il Paese, leggo i giornali e penso: ecco qua che tutto si realizza poco a poco, pezzo a pezzo», queste le parole che Licio Gelli rilasciò nel 2003 in un’intervista a Repubblica realizzata da Concita De Gregorio. E nel 2003, guarda caso, al governo c’era Berlusconi.

http://www.unita.it/

 

 

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EmiNews 2008

 

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