5962 Mantica a Berna, Svizzera: Finanziaria, "siamo al prendere o lasciare"

20081103 09:16:00 redazione-IT

di Ricky Filosa (da www.italiachiamaitalia.net)

Lo scorso venerdì 31 ottobre, il sottosegretario agli Esteri con delega agli italiani nel mondo, Alfredo Mantica, si è recato a Berna – Svizzera – per incontrare i Comites svizzeri, i rappresentanti svizzeri del Cgie e i parlamentari all’estero eletti nella confederazione elvetica, tutti dell’opposizione.
I parlamentari presenti erano Franco Narducci, Claudio Micheloni e Gianni Farina, tutti e tre del Partito Democratico. Assente non giustificato Antonio Razzi, il deputato dell’Italia dei Valori, che – come lui stesso ha ammesso – non sapeva nemmeno dell’incontro: infatti, intervistato il giorno prima da Italia chiama Italia, Razzi confessava di non essere a conoscenza della visita di Mantica in Svizzera. Incredibile, ma è così. A dimostrazione che la comunicazione è spesso cosa non facile nemmeno fra gli eletti all’estero, o fra essi e il governo. Oppure, è Razzi che rappresenta un caso a sè: anche questo è possibile.

Verso le 8 del mattino, Mantica è partito dall’aereoporto militare di Campino con volo di Stato diretto a Berna: al suo seguito, oltre alla delegazione dei giornalisti delle varie testate – fra le quali, oltre Italia chiama Italia, anche l’Ansa, Il Velino e Rai International – presente, fra gli altri, il ministro plenipotenziario Carla Zuppetti, Direttore Generale degli Italiani all’Estero per la Farnesina.

Una volta a Berna, il sottosegretario ha iniziato la sua giornata istituzionale con l’incontro con i parlamentari, i Comites e il Cgie, al quale hanno partecipato anche l’ambasciatore d’Italia in Svizzera e gli Enti Gestori, con il loro Coordinatore, Roger Nesti.

Alfredo Mantica, durante l’incontro ha affrontato diversi temi: in particolare, si è discusso della situazione di rappresentanza degli italiani nel mondo e dei tagli della Finanziaria, che – se non cambierà nulla – andranno a incidere direttamente su alcune voci relative agli italiani all’estero, prima fra tutte la diffusione e l’insegnamento della lingua italiana nel mondo.

Riguardo il sistema di rappresentanza in Italia dei connazionali residenti oltre confine, sono state in parte ripetute le questioni affrontate nelle audizioni di Camera e Senato: "avendo cinque anni di tempo di fronte, credo sia opportuno rivedere il sistema di rappresentanza degli italiani all’estero", ha detto Mantica, riferendosi quindi ai Comites, al Cgie e ai parlamentari eletti nel mondo.

"Essendo arrivati ad avere una rappresentanza parlamentare degli italiani all’estero, Comites e Cgie a mio giudizio e a giudizio del governo andrebbero rivisti nel passaggio da una struttura che è nata sindacale, cioè di rappresentanza degli interessi settoriali particolari dei vari mondi – Argentina, Australia, Europa – con un sistema determinato dalle leggi, ad una struttura in cui deve prevalere la politica, cioè un sistema di rappresentanza in cui i Comites assomiglino ai consigli comunali, il Cgie sia paragonabile alle Regioni, e i parlamentari al governo". "Questo – spiega Mantica – perchè credo non sia corretto avere un sistema centrale che decide", per esempio, che "i tagli aumentano, senza una partecipazione a livello locale (in questo caso continentale)" da parte degli italiani all’estero e dei loro rappresentanti. E’ chiaro che questo progetto si articola in una serie di questioni, ed "è un problema che non si risolve domani mattina, ma il problema dei tagli non è un problema solo del 2009", ammette Mantica. "Forse cercando di modificare la rappresentanza riusciremo anche sui tagli ad avere poteri contrattuali diversi verso il sistema di governo italiano", e quindi ad affrontare in maniera adeguata la questione nella sede più opportuna, quella parlamentare.

"È vero che ci sono 18 eletti nel mondo", ma se si vuole costruire qualcosa di valido, "tutti i mille parlamentari devono essere messi in condizioni di parlare di italiani all’estero con cognizione di causa", dichiara il sottosegretario.

Per quanto riguarda Comites e Cgie, "il problema è di rappresentanza politica". "I 18 non possono trasformarsi istituzionalmente in rappresentanti di una minoranza, ma devono rappresentare alcuni cittadini che invece di abitare a Milano o a Roma, vivano" ad esempio "in Argentina o in Australia": insomma, devono rappresentare cittadini italiani che vivono all’estero.

C’è quindi da pensare ad una serie di riforme per Comites e Cgie, e mettere in agenda anche la riforma degli Istituti di cultura italiana nel mondo, le scuole italiane all’estero, tutte le strutture – insomma – che abbiano qualche legame con gli italiani residenti oltre confine.

Per quanto riguarda i tagli nella Finanziaria, Mantica ammette: "siamo al prendere o lasciare". "Nessuno si diverte a fare tagli, ma questa è la situazione. A legislazione vigente i tagli vengono fatti dal ministero dell’Economia, e ogni ministero subisce il taglio. Il problema è che all’interno delle voci tagliate non si ha grande flessibilità. Per esempio, la scuola italiana in Svizzera, come in molte parti del mondo, è composta da due realtà: una di queste sono gli enti gestori (privati), l’altra riguarda professori di ruolo che dall’Italia vengono mandati in Svizzera. Uno penserebbe di affrontare il discorso su un unico tavolo: non è così. Perchè i professori che vengono dall’Italia sono del ministero dell’Istruzione e sono voci di bilancio intese come spese generali; gli enti gestori, cioè i privati, sono considerati trasferimento di risorse. Più facile tagliare trasferimenti che stipendi".

In futuro, per cercare di risolvere almeno in parte questa situazione, "se il taglio alla scuola è il 20 per cento, si consenta di agire in un mix fra pubblico e privato, calibrato secondo le esigenze del Paese, in questo caso la Svizzera. Adattare questi tagli con una certa flessibilità sulla base delle condizioni esistenti. Le ragioni del taglio non sono legate a una scelta politica, ma purtroppo alla contabilità dello stato. L’impegno che mi sono assunto con loro è quello come Mae di andare a discutere la flessibilità di operare sui tagli".

Riguardo questo, Mantica ha ascoltato anche i pareri degli Enti Gestori, rappresentati nell’incontro dal Coordinatore dott. Roger Nesti: "Ho cercato di spiegare che uno sforzo che noi comunque dobbiam fare è di vedere in questi tagli non solo una difficoltà, ma anche un’opportunità di seria indagine che ha lo scopo di migliorare la qualità della spesa". Quindi, "tagli diversi a seconda delle differenze di qualità o di prestazioni. Ai consoli, come funzionari, dirò che cercherò di imporre una valutazione – visto che sono loro a dare indicazioni alla direzione generale – nel quadro di assunzione di responsabilità nel formulare giudizi su quello che avviene".

Mantica, passando ad altri temi, ha confermato che la chiusura del Consolato di Berna è irreversibile e definitiva: questa diventerà una cancelleria consolare. "Nell’aspetto sostanziale non è cambiato nulla", spiega il sottosegretario: ci saranno "gli stessi uffici di prima", verranno offerti "gli stessi servizi". Forse, "c’è solo l’effetto immagine, però terrei distinte le cose. In fondo onestamente l’unico che ci ha rimesso il posto è il console. In termini operativi cambia molto poco".

Si può spiegare tutto, tuttavia facciamo notare a Mantica che questi tagli agli italiani all’estero hanno creato tanto malumore fra le comunità italiane di tutto il mondo, soprattutto quando si parla di lingua italiana. "Quello che dico è che se io prendo 100 lire che spendo per gli italiani nel mondo e vado a leggere attentamente alcune voci e alcune spese, credo che ciascuno di noi, secondo la nostra sensibilità, troverà qualcosa che non va. Pensiamo ad esempio ai soldi che si spendono per i giornali italiani all’estero, che comunque non verranno toccati da questa finanziaria: sono convinto che con la stessa cifra si potrebbe parlare del tema specifico dell’informazione e della telecomunicazione, o di un sistema di reti di informazione che costa meno ma magari rende di più".

Per quanto riguarda proprio l’editoria, Mantica si augura che il governo presto metta mano ad una riforma a 360 gradi: "Lo spirito della legge è stato ampliamente tradito. Vedremo quello che verrà fuori".

Con tutti questi tagli, per cercare di recuperare qualcosa si è presentato un emendamento, approvato in Commissione Bilancio, ritenuto ammissibile quindi, che tende a prendere soldi da altre voci di spesa senza che il saldo complessivo della manovra venga modificato. "Si è trovata questa formula che il governo condivide: creare un fondo che viene finanziato e questo fondo viene messo a disposizione – con flessibilità – nei capitoli legati agli italiani nel mondo, lasciando al governo il compito di utlizzare questi fondi secondo le priorità, nei diversi temi". La parola d’ordine sarà quindi "flessibilità". "Tratteremo in sede di governo con Tremonti, sperando dia parere positivo. Se l’emendamento viene approvato in Aula, entra a far parte integrante della legge finanziaria".

Mantica conclude parlando di Comites e Cgie: "l’obiettivo è quello di un nuovo sistema di rappresentanza". "Non ho problemi sulla modalità. Mi batterò fino alla fine perchè nella legislatura venga affrontato come punto primo dell’agenda".

"I comites restano, con più poteri, più radicamento, più rappresentanza. I comites a mio giudizio sono i consigli comunali, regionali; il Cgie organismo di raccordo tra questi consigli regionali e i parlamentari". Mantica parla anche di un "super intercomites che metta insieme i Comites di tutto il mondo in modo tale che il parlamentare abbia un punto di riferimento in questo. Struttura politica rappresentanza di interessi economici e politici". Il nodo è quello delle elezioni di primavera:" non voglio rimandare, sono disposto a sentire chiunque voglia dire la sua sulle modalità più adatte ad affrontare l’argomento".

http://www.italiachiamaitalia.net/news/137/ARTICLE/11737/2008-11-03.html

 

 

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EmiNews 2008

 

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