5978 Lettera di Mirella Giai (Maie) scrive agli italiani all'estero

20081105 11:47:00 redazione-IT

Cari connazionali,
vorrei esprimere la mia preoccupazione, e pure quella del MAIE, Movimento Associativo a cui appartengo, per gli smisurati tagli proposti dal Governo di Silvio Berlusconi nella Finanziaria 2009 per tutto quanto riguarda la collettività italiana all’estero.
Che i problemi della tutela dei diritti dei connazionali residenti all’estero non fossero da tempo una priorità dello Stato italiano, delle sue istituzioni e dei Governi che si succedono, era a noi noto.
Ma ora, come hanno già giustamente sottolineato alcuni miei colleghi parlamentari dell’opposizione e numerosi esponenti del mondo dell’emigrazione, questo Governo, con la Finanziaria per il 2009 attualmente in discussione alla Camera dei deputati, ha praticamente cancellato la politica italiana di sostegno alle nostre collettività con un’operazione di tagli che se non corretta dal Parlamento avrà esiti devastanti.

Basta leggere la Tabella n.6 del Bilancio di previsione dello Stato per l’anno finanziario 2009 e bilancio pluriennale per il triennio 2009-2011 – per prefigurare l’annullamento dell’impegno dello Stato italiano a favore delle nostre comunità all’estero.

Ecco alcuni capitoli dello Stato di Previsione per gli Italiani nel Mondo e Politiche migratorie e sociali del Ministero degli Affari Esteri presentato il 30 settembre 2008:

– Capitolo 3103: i contributi per i Comites e per le riunioni annuali si riducono da 3.074.995 euro a 2.540.042;

– Capitolo 3105: i contributi per Associazioni ed Enti che operano per l’assistenza delle collettività italiane all’estero si riducono da 2.274.000 euro a 1.000.000;

– Capitolo 3121: le spese per l’assistenza e la tutela dei connazionali e delle collettività italiane all’estero si riducono da 28.500.000 euro a 10.777.047;

– Capitolo 3122: le spese per attività culturali, educative, ricreative ed informative in favore dei connazionali e delle collettività italiane all’estero, comprese quelle per studi, indagini, organizzazione e partecipazione a convegni di studio si riducono da 3.250.000 euro a 996.000;

– Capitolo 3131: il contributo per il Consiglio Generale degli Italiani all’estero per le spese di funzionamento si riduce da 2.014.162 euro a 1.550.000;

– Capitolo 3153: i contributi in denaro, libri e materiale didattico e relative spese di spedizione ad enti, associazioni e comitati per l’assistenza educativa, scolastica, culturale, ricreativa e sportiva dei lavoratori italiani all’estero e delle loro famiglie si riducono da 34.000.000 euro a 14.500.000;

– Nessuno contributo è previsto per il 2009 sia per il Museo dell’Emigrazione italiana che per i lavori successivi alla Prima Conferenza dei giovani italiani nel mondo che si terrà alla fine di quest’anno (tra l’altro con un finanziamento dimezzato)

– Capitolo 2761: gli assegni agli Istituti italiani di cultura all’estero si riducono da 17. 642.251 euro a 14.114.500.

In realtà non sono solo gli italiani all’estero ad essere colpiti, ma viene praticamente falcidiato, con qualche isolata eccezione, tutto il bilancio di previsione del Ministero degli Affari esteri per l’anno finanziario 2009 con grave nocumento per l’attività e l’immagine dello Stato italiano all’estero.

Un ridimensionamento senza precedenti, solo in parte collegabile alle oggettive difficoltà economiche e alla crisi finanziaria. Si tratta invece di una chiara scelta politica; si tagliano infatti le spese che questo Governo ritiene superflue o addirittura inutili e viene il sospetto che il centrodestra si voglia "vendicare" della sconfitta elettorale all’estero.

Per risparmiare pochi milioni di euro, l’assistenza, la lingua e la cultura, la rete consolare, i servizi, gli organismi rappresentativi, insomma l’anima dell’Italia nel mondo ne esce mortificata. Atteggiamento politico incomprensibile e controproducente, da dilettanti allo sbaraglio.

A me personalmente quello che più preoccupa è lo scenario prossimo futuro che caratterizzerà l’intervento e la presenza dello Stato italiano in America Latina.

Ho già avuto modo di evidenziare con interrogazioni parlamentari le mie preoccupazioni in merito allo stallo della tutela socio-previdenziale italiana degli italiani in America Latina. Convenzioni obsolete (con Argentina e Brasile) che non vengono rinnovate a fronte dell’evoluzione dei rispettivi sistemi previdenziali; convenzioni già firmate (con il Cile) che non vengono ratificate dal Parlamento italiano; Paesi ancora non coperti dagli accordi come Messico e Perù dove vivono importanti comunità di origine italiana; gravi problemi nel pagamento delle pensioni; diritti negati dall’Inps ai nostri connazionali come quello all’importo aggiuntivo di 154 euro sulla tredicesima mensilità; la "quattordicesima" istituita dal Governo Prodi che molti lamentano di non aver mai ricevuto; una gestione sbagliata e punitiva degli indebiti pensionistici che andrebbero invece sanati; l’annosa presa in giro dell’assegno di solidarietà a favore degli italiani indigenti in America Latina che si trascina da anni e che nessun Governo ha voluto o potuto risolvere; una tutela sanitaria degli italiani all’estero certamente indegna di un Paese come l’Italia tra i più agiati dell’Occidente, la cui emigrazione è parte integrante della sua storia e che si vuole pur tuttavia esorcizzare.

In questo quadro che ho tracciato poco incoraggiante ed edificante, non è facile per i parlamentari eletti nella Circoscrizione estero portare a casa dei risultati soddisfacenti. Il Governo di Berlusconi ha deciso di dimenticarsi dell’emigrazione e i parlamentari del centrodestra eletti all’estero si sono pedissequamente adeguati.

Da parte mia posso assicurare un impegno serio e costante per tutelare al meglio diritti, interessi, rivendicazioni delle collettività italiane all’estero. Se il Governo ce lo consentirà, e cioè non porrà la fiducia per l’ennesima volta, presenteremo degli emendamenti per correggere o cancellare i tagli al capitolo emigrazione. Nel prosieguo della legislatura onorerò la fiducia che mi è stata accordata dagli elettori con una decisa battaglia politica e presentando proposte di legge, se possibile in maniera unitaria, a favore delle nostre collettività e con particolare attenzione all’America Latina. I problemi sono molti e seri, il lavoro quindi non ci manca, spetterà a noi dimostrare che abbiamo un importante ruolo da svolgere e che siamo in grado di assolverlo.

 

 

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EmiNews 2008

 

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