6026 FEDI (PD): TRASFORMARE LA FUGA DEI CERVELLI IN OPPORTUNITA’

20081111 10:37:00 redazione-IT

L’On. Marco Fedi, parlamentare del Partito Democratico eletto nella circoscrizione estero, in questi giorni impegnato con la discussione in aula della Finanziaria 2009, ha inviato un contributo scritto all’incontro sul tema del brain drain tenutosi a Houston, negli USA, lo scorso fine settimana.
“Sono spiacente di non poter partecipare a questa importante conferenza che tratta tematiche di grande rilevanza per il futuro del nostro Paese e dei nostri giovani” – ha esordito l’On. Marco Fedi nel breve messaggio di saluto ai partecipanti alla conferenza.

“La discussione generale alla Camera dei Deputati sulla Finanziaria del Governo italiano, anticipata a venerdì e sabato, mi ha costretto a rimanere a Roma per seguire i progressi degli emendamenti presentati riguardanti aspetti cruciali per le nostre collettività italiane nel mondo. Il momento che stiamo attraversando è difficile e la crisi finanziaria internazionale avrà conseguenze sulle economie nazionali compresa quella italiana. Non posso nascondere, in qualità di deputato, la preoccupazione generale per i tagli ai settori della scuola e della formazione. Come eletto nella Circoscrizione Estero, una preoccupazione particolare mi deriva anche dal fatto che le forti riduzioni degli investimenti previsti nella Finanziaria 2009 tocchino in modo irreversibile le politiche per gli italiani all’estero limitando, di fatto, la possibilità di valorizzare le risorse umane che la presenza di tanti connazionali nel mondo garantisce. Di fronte ad un quadro allarmante esistono tuttavia motivi di impegno e di speranza che, almeno dal mio punto di vista, sono rafforzati dalla grande prova di partecipazione e dalla tensione ideale di cui gli Stati Uniti hanno dato prova in occasione della recente elezione di Barack Obama. L’affermazione di un uomo tanto capace di risvegliare energie morali ed ideali può rappresentare un incentivo all’impegno e al rinnovamento anche per l’Europa e per altre aree del mondo. Mi sarebbe molto piaciuto essere presente per confrontare con interlocutori così attenti e impegnati queste mie opinioni sulle difficoltà del momento e sulle potenzialità che questa nuova fase della vita politica americana offre a tutti noi. In particolare, dall’incontro con voi avrei certamente ricavato conoscenze e indicazioni preziose su quello che è l’aspetto più interessante del fenomeno delle nuove mobilità, vale a dire la diaspora dei cervelli italiani nel mondo. Vi sarò grato se in ogni caso vorrete informarmi dell’andamento e delle conclusioni della vostra iniziativa. Nel giustificare la mia assenza mi permetto di trasmettervi il contributo che avrei svolto, affidandolo alla vostra attenzione e alla vostra cortesia”.

Al suo intervento l’On. Fedi premette una considerazione a partire dai dati statistici sul fenomeno: «le differenti stime ci parlano di un brain drain consistente ma non superiore alla media europea, se teniamo conto dei laureati in generale (sono circa 300.000 i laureati italiani all’estero). Tuttavia, il campanello d’allarme scatta osservando che una frazione ampia è costituita da coloro che si occupano di discipline scientifiche e tecnologiche: tenendo conto del fatto che già di per sé l’Italia “sforna” meno laureati in questi settori, questa fuga specifica è un serio problema. Come lo è un’inadeguata capacità attrattiva di migrazione qualificata, a fronte della perdita di capitale umano».

Il parlamentare del Pd ribadisce quindi che «la presenza di ricercatori italiani nel mondo costituisce un vero e autentico patrimonio di intelligenze e professionalità. Non assumerlo in modo unitario, non valorizzarlo, non investire in questo patrimonio – continua l’On. Fedi – sarebbe un errore strategico prima che politico. Un errore destinato a pesare sulla estensione e sulla qualità delle prospettive di internazionalizzazione dell’Italia».

Al contrario, il deputato eletto all’estero propone alcune iniziative per trasformare questo fenomeno «da fattore di perdita a opportunità».

«La prima esigenza – spiega – è evidentemente quella di realizzare una realistica mappatura della presenza dei “cervelli” italiani che sono all’estero per lavoro o per formazione. Il Ministero degli Esteri, attraverso i suoi terminali diplomatico-consolari, dovrebbe raccogliere, verificare e sviluppare gli elementi già acquisiti in passato e ricomporre un quadro della situazione. Non si dovrebbe trattare, evidentemente, di semplici e schematici elenchi, ma di una rappresentazione capace di restituire le articolazioni territoriali e i campi di specializzazione in modo da porre le basi di contatti e iniziative specifici e omogenei».

L’On. Fedi afferma quindi che «un più preciso quadro di riferimento sarebbe utile anche per programmare e realizzare in modo ragionato una serie di accordi multilaterali e bilaterali volta a favorire e moltiplicare programmi di scambi e di collaborazione tra università e istituti di ricerca. In una prospettiva di questo genere – prosegue – si tratterà di razionalizzare il sistema del riconoscimento delle qualifiche e dei titoli posseduti o conseguiti, in modo da offrire un quadro di certezze a tutti coloro che oggi si muovono nel mondo sulla base di scelte e iniziative individuali».

Il parlamentare del Pd ha quindi concluso insistendo sull’urgenza della «realizzazione di una rete di comunicazione tra gli stessi ricercatori, affinché notizie, esperienze, possibilità di sviluppo entrino in un circuito virtuoso e possano essere utilizzati anche per meglio coordinare e indirizzare le proposte comuni».

Allegato il testo integrale dell’intervento dell’On. Marco Fedi.

On. Marco FEDI
Segretario III Commissione Affari Esteri e Comunitari
Camera dei Deputati

 

 

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