6095 Il G20 trova un accordo, impegni generici e poca sostanza

20081116 13:01:00 redazione-IT

Lo ammette anche il presidente uscente George W. Bush: «Un incontro non può risolvere da solo i problemi di una crisi mondiale. Questo può essere solo il primo passo in una serie di incontri», ha detto Bush parlando al termine del vertice del G20.
Dunque, si tratta solo di una tappa, hanno chiarito i leader mondiali, ma il messaggio lanciato è per portare l’economia fuori dalla recessione. In realtà le nazioni sono 22 perché in più ci sono l’Olanda e la Spagna, a cui la Francia che partecipa anche come presidente di turno della Ue, ha ceduto il posto.

Il G20 «è determinato a rafforzare la collaborazione per ristabilire la crescita e riformare il sistema finanziario». È quanto si legge nel comunicato finale, nel quale si precisa che «misure concrete» servono entro il 31 marzo.

Il documento finale del G20 è composta di cinque pagine ed è divisa in due parti, nelle quali si fissano le linee guida che i governi dovranno seguire per rilanciare l’economia, si richiede collaborazione sulla regolamentazione internazionale del sistema finanziario e una riforma delle strutture globali per sostenere i paesi in via di sviluppo e si chiede di non ricorrere a politiche protezionistiche.

Il documento include nella seconda parte un «piano di azione» con le misure intese a migliorare la trasparenza, la regolamentazione e l’affidabilità dei mercati, rafforzando al collaborazione internazionale e la riforma delle istituzioni internazionali. «Occorre agire insieme per sostenere la stabilità finanziaria e la crescita, servono azioni più ampie per gestire e risolvere la crisi finanziaria», si legge ancora.

Si impegnano ad assicurare che tutti i mercati finanziari, i loro partecipanti e prodotti siano regolamentati o soggetti a supervisione, si legge nel documento.

I leader si sarebbero impegnati inoltre a estendere la regolamentazione anche ad altri soggetti come gli hedge fund, promuovendo la collaborazione anche per meglio tutelarsi rispetto agli atteggiamenti »non collaborativi dei cosiddetti paradisi fiscali.

Nel tentativo di evitare che in futuro calamità economiche come quella attuale giungano inattese e si estendano a livello gloable, i ministri delle finanze dovranno mettere a punto raccomandazioni specifiche per rivedere e allineare le regole contabili e miglirare la governance dell’International Accounting Standards Board, deputato appunto a fissare gli standard in materia. Dovrebbero essere incluse regole più efficaci sul modo in cui le società valutano i propri asset, questione che è stata tra le cause principali della crisi attuale.

Le autorità di regolamentazione devono assicurare che le azioni intraprese sostengano una disciplina dei mercati, evitino potenziali impatti negativi sugli altri paesi», si legge nel documento. I leader del G20 avrebbero anche chiesto raccomandazioni sulle valutazioni sul rischio effettuate nell’assegnazione dei compensi e una revisione dei requisiti delle istituzioni finanziarie internazionali. I leader hanno sottolineato la necessità di allineare le politiche per il rilancio dell’economia «nel modo considerato appropriato rispetto alle condizioni nazionali».

Intanto il presidente del Consiglio Silvio Berlusconi anticipa che i capi di Stato e di Governo del G20 sono orientati a riconvocare il gruppo in un vertice che dovrebbe svolgersi a Londra o a Tokyo entro la fine di aprile. «Abbiamo deciso di incontrarci nuovamente
entro la fine di aprile – ha detto -, probabilmente sarà marzo, probabilmente a Londra o in alternativa c’è Tokyo, per poter verificare l’attuazione delle decisioni che oggi abbiamo adottato» nell’ottica del varo di una nuova regolamentazione dei mercati finanziari.

Si tratta della fine del G8? Berlusconi, che da gennaio assumerà la presidenza di questo gruppo, risponde che in realtà le caratteristiche di snellezza e rapidità decisionale del gruppo più ristretto lo rendono uno strumento tuttora necessario. «Non so dare una risposta sicura sul fatto che il G20 riconvocato tra 100 giorni possa escludere il G8. Il G8 sono otto persone che si riuniscono attorno a un tavolo, stanno insieme due giorni, e grazie a questa formula hanno la possibilità di conoscersi e di diventare amici e poi di telefonarsi e di risolvere i problemi con un contatto personale diretto. Nel G20 con un intervento a testa e un tavolo spropositato si ha più l’impressione di partecipare a un’assemblea in una discussione continuativa di interventi».

Poi un’altra distinzione «nel G8 ci sono Paesi che da molto tempo sono democrazie compiute con valori liberali; nel G20 invece ci sono paesi con forme di governo che non possono definirsi delle democrazie compiute». Il riferimento, neppure troppo velato, è alla Cina.

Infine, l’impegno per l’economia italiana. Il presidente del Consiglio Silvio Berlusconi e il ministro dell’Economia Giulio Tremonti da Washington, hanno annunciato un piano di sostegno all’economia italiana da 80 miliardi di euro. Un ventaglio d’interventi che spazia dalle infrastrutture, al project financing, alle nuove tariffe autostradali collegate agli investimenti. La partenza del piano è imminente: l’appuntamento è fissato alla riunione del Comitato Interministeriale per la Politica Economica (Cipe) del prossimo 21 novembre.

Alcuni, parziali, dettagli del provvedimento sono stati spiegati dal ministro dell’economia Giulio Tremonti. »Stiamo lavorando e dobbiamo sincronizzare i nostri tempi non solo con il G20 ma anche con il Parlamento. Pensiamo a un decreto. Il presidente Berlusconi ha già detto nei prossimi giorni ed è il tempo giusto per avere un decreto approvato in tempi e modi ragionevoli. Il primo tassello di questa strategia è imminente. »Il Cipe del prossimo 21 novembre – ha detto Tremonti – avviera la nostra strategia di contrasto alla crisi, il piano anti-crisi dell’Italia.Saranno mobilitati 16 miliardi di euro: 12 per infrastrutture più 4 sempre per infrastrutture ma in project financing. Subito dopo il Cipe pianificherà l’utilizzo di fondi formalmente europei ma sostanzialmente italiani che proiettati su 2-3 anni sono stimabili in 40 miliardi di euro. E sono destinati ad ambiente, ricerca, sviluppo».

Il ministro passa in rassegna tutti i provvedimenti in cantiere per evitare la recessione e salvare l’economia italiana. »Stiamo finalizzando la procedura per riaprire i canali di finanziamento alle imprese, altro provvedimento è il salva-risparmio, nessuno perde il suo risparmio, nessuna banca fallisce: ieri è stato considerato appropriato in Europa. Adesso dobbiamo fare un provvedimento per evitare la recessione. Anche questo non è per le banche, è per le imprese. Definendo gli strumenti tecnici immaginiamo che si sia un impegno da parte del sistema bancario non solo a

Il presidente Berlusconi ha parlato con il presidente dell’Associzione bancaria che prefigura un crescendo d’impegni in questo comparto. Sarà tutto assolutamente trasparente e monitorato con una cadenza che ci darà l’evidenza se il provvedimento funzione per le imprese o no. Pensiamo di mettere a fianco Fidi, Confidi e un sistema di garanzie che stiamo studiando».

www.unita.it

 

 

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EmiNews 2008

 

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