6083 PERCHÉ CONDIVIDO LE RAGIONI DELLO SCIOPERO IN DIFESA DELL’UNIVERSITÀ PUBBLICA

20081114 15:30:00 redazione-IT

di Ferdinando di Orio
Rettore dell’Università degli Studi dell’Aquila

Il Decreto Legge 10 novembre 2008 n. 180, recante “Disposizioni urgenti per il diritto allo studio, la valorizzazione del merito e la qualità del sistema universitario e della ricerca”, sembra aver avuto l’effetto di rompere il fronte sindacale che aveva unitariamente proclamato una giornata di sciopero di tutto il personale dell’Università italiana per il 14 novembre.
La decisione di alcuni sindacati di revocare la loro adesione a tale giornata di sciopero non sembra tuttavia giustificata alla luce dei contenuti del recente decreto governativo, che ha avuto solo l’effetto – come giustamente è stato rappresentato dai mass-media – di «rendere meno dolorosi i tagli ai finanziamenti» al sistema universitario.

L’impostazione generale dell’azione governativa rimane, infatti, inalterata nel corrispondere alla sua finalità più pericolosa e preoccupante: la privatizzazione dell’Università.

La Legge 133, che prevede infatti la possibilità di trasformazione degli Atenei in fondazioni private, è rimasta inalterata, come anche i tagli ai finanziamenti sono sostanzialmente rimasti invariati.

A ciò si aggiunga il fatto che il nuovo Decreto Legge prevede una discriminazione tra Atenei, alcuni dei quali non potranno procedere all’assunzione di personale e, anche per gli Atenei che potranno farlo, sono previste pesanti limitazioni nelle possibilità di turn-over del personale.

Il nuovo Decreto Legge introduce peraltro modifiche sostanziali ai concorsi universitari, senza alcun coinvolgimento del mondo dell’Università su un tema così delicato, con modalità che sembrano avere solo l’effetto di aumentare ulteriormente il deprecabile fenomeno del precariato.

Anche le «misure per la qualità del sistema universitario» non entrano in realtà nel merito della questione, ma si limitano a condizionare una quota di finanziamenti ad una non meglio specificata valutazione di qualità dei processi formativi.

Infine, il previsto aumento del finanziamento per il diritto allo studio, non affronta il vero problema della revisione profonda della sua organizzazione e rischia di non avere alcun effetto sulle concrete possibilità di accedere alla formazione per gli studenti «capaci e meritevoli», in presenza di una generalizzata compromissione della funzionalità del sistema universitario pubblico causata dai tagli ai finanziamenti.

Chiunque abbia a cuore il futuro dell’Università pubblica non può dunque pensare di barattarlo per una generica disponibilità al dialogo dichiarata dal Governo, che tuttavia non affronta i veri nodi della questione e che non rimette in discussione la sua azione politica sull’Università e l’impianto della legge 133.

Pertanto rimangono valide le ragioni dello sciopero, che condivido pienamente, e bene ha fatto la CGIL a continuare su una linea di ferma opposizione ad una politica governativa che rischia di compromettere definitivamente il futuro del Università pubblica.

Il Governo ritiri la legge 133 e apra un confronto vero e costruttivo con tutto il mondo dell’Università sulla qualità, l’efficacia e l’efficienza di tutto il sistema formativo nazionale.

 

 

6083-perche-condivido-le-ragioni-dello-sciopero-in-difesa-delluniversita-pubblica

6820

EmiNews 2008

 

Visits: 1

AIUTACI AD INFORMARE I CITTADINI EMIGRATI E IMMIGRATI

Lascia il primo commento

Lascia un commento

L'indirizzo email non sarà pubblicato.


*


Questo sito usa Akismet per ridurre lo spam. Scopri come i tuoi dati vengono elaborati.