20081118 18:13:00 redazione-IT
Renato Palermo (Cgie Uruguay): "Ci aspettiamo di costruire qualcosa che possa dare continuità e futuro alle strutture esistenti all’estero" (da Newsitaliapress)
Dal 10 al 12 dicembre, si terrà a Roma, presso al sede della Fao, la prima Conferenza Mondiale dei giovani italiani e di origine italiana residenti all’estero. La conferenza sarà preceduta dalle riunioni per Paese e Continentali che si terranno anch’esse nella Capitale e avrà come protagonisti giovani provenienti da circa 40 Paesi diversi.
News ITALIA PRESS ha intervistato il rappresentante del CGIE Uruguay, Renato Palermo, per sentire gli umori e le aspettative in vista del 10 dicembre.
Quali sono le attese dalla Prima conferenza Mondiale dei Giovani italiani e di origine italiana che risiedono all’estero?
"Moltissime. Prima di tutto ci aspettiamo di costruire qualcosa che possa dare continuità e futuro alle strutture esistenti all’estero. Fondamentale per i giovani oggi è sentirsi partecipi, protagonisti. Non basta la volontà, ci vuole maggiore attenzione da parte del Governo e delle Istituzioni italiane per garantire progresso e continuità del lavoro svolto in questi anni".
Cosa significa che la volontà non basta, il Governo, in particolare il Ministro Frattini vi ha dato tutta la disponibilità per svolgere la conferenza…
"Ripeto, la volontà è importante, ma bisogna dare spazio alle iniziative concrete. Ad esempio, fondamentale per i giovani in Uruguay è il tema della lingua. Un tema che andrà certamente toccato durante i lavori della Conferenza. Un idioma si può diffondere e far conoscere soltanto attraverso dei fondi di ricerca, delle risorse per promuoverla. I ragazzi in tutta l’America Latina sono costretti, soprattutto per lavoro, a parlare in inglese. Quelli di origine italiana vedono sempre più la loro ex-madre lingua come un qualcosa di romantico, ma non utile alla ricerca del lavoro. Per non cancellare la nostra lingua, per diffonderla e permettere che i nostri figli l’apprendano con la stessa facilità con cui imparano l’inglese, ci vuole allora uno stimolo ulteriore, forse più concreto".
Sta parlando di fondi?
"Sì mi riferisco soprattutto a questo e mi rivolgo alle istituzioni e al Governo Italiano: dagli anni Ottanta ad oggi sono stati gli emigranti ad assicurare la continuità e la trasmissione della lingua e della cultura italiana alle giovani generazioni, auto-organizzandosi. Il Governo non è stato a guardare, ha fatto molto, assicurando risorse finanziarie. Ma oggi la situazione è più preoccupante di prima e soprattutto è molto più difficile catturare l’attenzione dei giovani. La Conferenza intende fare soprattutto questo. Dall’Uruguay sono pronti a partire 14 delegati. Sono molto impaziente di aspettare cosa diranno al loro ritorno. E soprattutto sono molto ottimista verso el nuove generazioni".
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EmiNews 2008
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