6100 L’Umbria dice “no” alla centrale nucleare di Narni

20081117 21:58:00 redazione-IT

Perugia, 15 novembre 2008 – Il Consiglio provinciale di Perugia ha detto “no” all’eventualità che possa essere realizzato un impianto nucleare a S.Liberato di Narni. L’assemblea ha approvato, con 13 sì, 4 no, un’astensione, un testo con cui si impegna la Giunta a “verificare presso il Governo nazionale e la Regione Umbria l’attendibilità della notizia che ipotizza la costruzione di una centrale a S.Liberato e, in caso di risposta affermativa, ad adoperarsi con ogni mezzo possibile al fine di evitarne la realizzazione”. Nel documento si prende atto che il Governo ha manifestato l’intenzione di costruire entro il 2020 cinque nuove centrali nucleari Epr di "terza generazione migliorata", oltre ad uno o due depositi per lo stoccaggio delle scorie prodotte, e si dichiara di essere venuti a conoscenza che uno dei possibili siti dove costruire una di queste centrali nucleari sia stato individuato in Umbria, a San Liberato a Narni.

“Allo stato dei fatti – si legge nel documento. – numerosi studiosi concordano nel sostenere che l’energia atomica non sia più economicamente vantaggiosa per una serie di motivi quali: gli altissimi costi di costruzione degli impianti; i tempi di costruzione degli impianti che risultano sempre più lunghi e imprevedibili; i costi insostenibili in termini di problematiche ambientali ed esternalità economiche (smaltimento delle scorie); la disponibilità ridotta e i costi di estrazione e, nel nostro caso, di importazione dell’Uranio -235, il combustibile necessario utilizzato nel processo di fusione con il quale una centrale nucleare produce energia, di cui in Italia non esistono giacimenti”. Nel documento si fa notare che in termini di sicurezza nessuno può garantire i cittadini dal rischio di contaminazione radioattiva. “Una centrale a così alto rischio non può certamente essere ospitata in una zona centrale del Paese, per di più ad alta densità abitativa e con caratteristiche orografiche e meteorologiche che penalizzerebbero la nostra regione in caso di incidente. Contro il nucleare – prosegue il documento – il popolo italiano si è espresso a larghissima maggioranza (87%) già nel 1988 con un referendum il cui esito non può essere vanificato da un semplice decreto governativo”.

 

 

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EmiNews 2008

 

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