6145 Ocse: ''La crisi finanziaria non fermerà i flussi migratori''

20081125 11:34:00 redazione-IT

[b]Esperti a confronto alla presentazione del rapporto Ocse-Sopemi, International Migration Outlook realizzato insieme al Censis. ”Gli effetti si faranno sentire nei prossimi mesi, ma per il lavoro non ci sarà nessuna guerra tra poveri”
Ocse: ”Più gli stranieri sono qualificati e più rischiano di essere discriminati”[/b]

ROMA – La crisi finanziaria ed economica farà sentire i suoi effetti nei prossimi mesi. Gli economisti prevedono una consistente perdita di posti di lavoro. Eppure i flussi migratori non si arresteranno e non è neppure scontata una nuova “guerra tra poveri” tra lavoratori immigrati e lavoratori locali dei paesi di arrivo dei flussi. Sono queste le principali deduzioni che gli esperti dell’Ocse hanno tratto oggi durante la presentazione a Roma del Rapporto Osce-Sopemi, International Migration Outlook realizzato in collaborazione con il Censis.La presentazione è stata organizzata questa mattina nella sede del Cnel e ha visto la partecipazione, tra gli altri, di Jean Pierre Garson, direttore della direzione migrazioni internazionali dell’Ocse, di Jonathan Chaloff, ricercatore della stessa divisione delle migrazioni internazionali e di Carla Collicelli, vicedirettore generale del Censis.

Gli onori di casa a Giorgio Alessandrini, presidente vicario dell’Organismo nazionale di coordinamento per l’integrazione sociale degli stranieri. Al dibattito, oltre ad alcuni rappresentanti tecnici del governo, ha partecipato Luigi Cocilovo, vicepresidente del Parlamento europeo.

E’ stato proprio Alessandrini a lanciare la provocazione sui possibili effetti negativi della crisi economica a proposito di integrazione sociale e culturale degli immigrati. Secondo Alessandrini, infatti, è possibile che la restrizione degli spazi all’interno del mercato del lavoro possa produrre una inedita concorrenza tra i lavoratori italiani e gli immigrati. Alessandrini ha citato il caso di possibili contrasti anche nel segmento dei lavori domestici. “Partecipando a una trasmissione televisiva – ha raccontato Alessandrini – ho sentito storie di donne italiane che si sono rimesse a lavorare come domestiche contendosi il posto con le straniere”. E di casi di questo genere ci potrebbero essere tanti esempi nel prossimo futuro. Per questo, sempre secondo Alessandrini, sarebbe necessario varare subito un nuovo sistema di ammortizzatori sociali e nello stesso tempo allungare i tempi della disoccupazione per gli immigrati. I sei mesi attuali, ha spiegato l’esponente del Cnel, non sono sufficienti per poter risolvere il problema del nuovo posto di lavoro e per evitare l’espulsione.

Scettici sulle previsioni di una nuova e inedita guerra tra poveri, sia i rappresentanti dell’Ocse, sia la Collicelli del Censis. Secondo Jean Pierre Garson, la prima constatazione che si deve fare guardando i dati storici dell’Osce sull’immigrazione riguarda la continua crescita dei flussi verso l’Europa. “Il vecchio continente – ha spiegato garson – non è una fortezza inespugnabile come spesso si dice. Certo ogni paese europeo ha adottato un suo modello e sia le politiche, sia le caratteristiche geopolitiche dell’immigrazione sono diverse. Per questo risulta ancora molto complicata l’omogeneizzazione degli interventi”. Anche per Carla Collicelli l’eventualità che gli immigrati entrino in conflitto con una parte della forza lavoro italiana sembra abbastanza lontana. “Nonostante gli effetti pesanti della crisi – dice Collicelli – rimane valida l’analisi dei mercato del lavoro interno dove ci sono spazi e lavori che comunque gli italiani hanno già rifiutato: si tratterà di seguire l’evolversi della crisi per capire gli effetti reali nel prossimo futuro”. Intanto il nuovo Rapporto getta nuova luce sulle dinamiche strutturali di lungo periodo. (pan)

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[b]Ocse: ”Più gli stranieri sono qualificati e più rischiano di essere discriminati”[/b]

Secondo il rapporto Outlook sui processi mondiali delle migrazioni i giovani immigrati poco qualificati mostrano comunque una ”produttività” e un impegno nel lavoro più alti rispetto ai lavoratori locali

ROMA – Nei prossimi mesi i flussi migratori subiranno delle modificazioni, ma non si interromperanno nonostante la crisi. Il problema vero è quello di trovare una omogeneità nelle scelte sulle politiche migratorie perché non solo ogni paese è diverso, ma sono diverse anche le caratteristiche geopolitiche dell’immigrazione dai paesi di provenienza. In ogni caso il vero tema strategico è quello relativo alle forme di inclusione sociale. Sono queste le convinzioni degli esperti dell’Ocse che hanno presentato questa mattina a Roma i risultati dell’ultimo Outlook sui processi mondiali delle migrazioni. Molte sono ancora le contraddizioni da risolvere – ha detto Jean-Pierre Garson, direttore della divisione delle migrazioni internazionali – a cominciare da quella relativa al grado di qualificazione della manodopera. Tutti i paesi tendono ad attirare manodopera straniera qualificata, ma poi noi verifichiamo che in molte realtà più gli stranieri sono qualificati e più rischiano di essere discriminati. Non c’è solo la lotta per l’accaparramento dei cervelli. Un altro dei problemi seri che dovranno essere affrontati nei prossimi mesi alla luce degli sviluppi della crisi economica sarà quello delle rimesse. Molti paesi d’origine degli immigrati puntanto sulle rimesse dei loro lavoratori. Ma quelli sono soldi dei lavoratori e non ci si può contare come se fossero soldi pubblici per il welfare. In ogni caso con la crisi, i soldi da mandare al paese d’origine saranno sempre meno, mentre dai paesi di provenienza degli immigrati la richiesta sarà sempre più alta, vista appunto la pressione della crisi stessa.

Chi – per l’Ocse – ha studiato invece i movimenti migratori in base alle basse qualifiche professionali è Jonathan Chaloff, secondo il quale, in base ai tanti dati raccolti, si capisce che tra i lavoratori di questa fascia prevalgono i giovani. Arrivati nei vari paesi, i giovani immigrati poco qualificati mostrano comunque una “produttività” e un impegno nel lavoro in genere più alto di quello dei lavoratori locali della stessa qualifica. Questa fascia dell’immigrazione (quella appunto dei lavoratori non qualificati) è in continua crescita. Si calcola che nel periodo che è cominciato nel 2006 e che si concluderà nel 2015 il trend salirà del 10%. Con la crisi incombente si dovranno quindi raffinare i sistemi di selezione. In alcuni paesi (la Gran Bretagna per esempio) si fanno liste dei lavori che servono al paese. “Il vero problema dell’Italia – ha spiegato invece Carla Collicelli, vicedirettore generale del Censis – è ancora quello dell’inclusione sociale degli immigrati. Viviamo in una società postfordista, troppo fluida che non riesce a dare garanzie. Per questo ci vuole un governo dell’immigrazione, soprattutto dal punto di vista dell’inclusione, ma l’Italia per ora sembra aver imboccato una strada opposta a quella scelta per esempio dalla Germania”.

Critico nei confronti delle ultime scelte del governo il vicepresidente del Parlamento europeo, Luigi Cocilovo che oggi ha partecipato alla presentazione del Rapporto Ocse-Sopemi al Cnel. Cocilovo ha ammesso che l’Europa ha ancora molti problemi da risolvere a proposito dell’armonizzazione delle politiche proprio perché le situazioni sono diverse. Qualcosa però si sta facendo e Cocilovo ha ricordato le ultime tre direttive europee in tema di immigrazione. “Quello che è certo – ha spiegato il vicepresidente – è che le nostre società sono ormai strutturalmente multietniche. Per questo è assurdo utilizzare come una clava i dati sulla criminalità, strumentalizzandoli politicamente”. Cocilovo ha detto anche di non condividere le proposte sulle cosiddette “classi ponte”, né tantomeno alcune decisioni prese a livello locale, come per esempio il bonus bebè solo per le mamme italiane di Brescia: le immigrate tutte escluse. Anche i discorsi sull’economia sommersa lasciano, sempre per Cocilovo, il tempo che trovano. “Non sono certo stati gli immigrati a creare in Italia il sommerso. Caso mai succede il contrario: l’economia sommersa che c’era da anni assorbe gli immigrati”. (pan)

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EmiNews 2008

 

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