6211 IMMIGRAZIONE:L'ambasciatore moldavo: ''Badanti o infermiere, per le immigrate nessuna alternativa''

20081203 20:02:00 redazione-IT

[b]Il nuovo ambasciatore moldavo in Italia Gheorghe Rusnac incontra l’assessore regionale alla Formazione del Friuli Venezia Giulia e fa il punto sulla situazione: ”Non tutti sanno che il 70% delle nostre donne sono laureate”[/b]

TRIESTE – Nelle case dei friulani e in generale degli italiani, le donne moldave lavorano per lo più come assistenti domiciliari o infermiere. Assistono gli anziani, badano ai non autosufficienti, lavorano per riscattarsi dalla propria condizione di povertà in patria. Ma molte di loro potrebbero e vorrebbero fare altro, perché spesso sono anche laureate e vorrebbero mettere a frutto le proprie conoscenze. Ma l’Italia ha bisogno di badanti, soprattutto, e altre strade lavorative sono impraticabili, anche per il mancato riconoscimento del titolo di studio.

L’occasione per fare il punto sulla situazione delle immigrate moldave è stata offerta dall’incontro tra l’assessore regionale alla Formazione Alessia Rosolen e il nuovo ambasciatore plenipotenziario moldavo in Italia Gheorghe Rusnac, che spiega: “Non tutti sanno che il 70% delle nostre donne sono laureate: il problema è che l’offerta di lavoro italiana si concentra su quelle due sole tipologie di impiego”. E aggiunge: “Noi siamo 4 milioni in tutto, di cui un milione all’estero: a causa dell’aumento esponenziale del fenomeno dell’emigrazione rilevato negli ultimi anni, il mio governo sta quindi attuando una politica volta a frenare l’uscita dal Paese. Il numero degli ingressi irregolari però è alto perché oggi i moldavi devono recarsi in Romania per avere i visti d’ingresso nei Paesi dell’Unione Europea, ma i cavilli burocratici sono tali che la gente alla fine preferisce entrare in Italia non per le strade ufficiali”.

L’incontro è stato anche occasione per verificare il progetto avviato nel 2006 dal Friuli Venezia Giulia, mirato a formare delle assistenti domiciliari in patria da poter poi impiegare in Italia: “Come regione – spiega l’assessore – abbiamo avviato tre programmi di formazione: uno in Serbia per la formazione in edilizia, uno in Bosnia Erzegovina per metalmeccanici e, appunto, quello nella Repubblica di Moldova. In quest’ultimo caso è stato organizzato un corso tenuto da docenti italiani per insegnare la nostra lingua e per garantire nozioni di educazione civica, di sicurezza sul lavoro e di prima assistenza alla persona. In 70 hanno superato la prova finale e la metà di loro è stata già inserita in famiglie friulane”. Attualmente, in seguito alla scadenza del cosiddetto decreto flussi 2007, il processo si è interrotto, in attesa del nuovo decreto nel 2009.

(Gig)

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