6207 Epifani alla Cisl: «Cgil mantiene autonomia»

20081202 23:52:00 redazione-IT

Il ministro del Welfare Maurizio Sacconi già prevede che lo sciopero generale deciso dalla Cgil da sola per il prossimo 12 dicembre sarà un fiasco. Ma Guglielmo Epifani, segretario generale della Cgil non mostra alcun timore: i lavoratori vanno sostenuti in questo periodo difficile, ribadisce «Noi dobbiamo sottolineare che quello che ci vuole è un ruolo pubblico che dia ai lavoratori il senso, nell’ambito del possibile, di accompagnarli in questi mesi difficili, a non sentirsi solo a fronte di questa crisi».

Per Epifani questo deve essere anche lo sforzo della Cgil «poiché quando usciremo dalla crisi non saremo gli stessi, e dobbiamo quindi offrire il massimo dell’attenzione ai problemi delle fabbriche che chiudono, ai precari, a chi perderà il lavoro e avrà problemi. Non sempre saremo in grado di dare risposte ma si deve sapere che noi ci siamo, che la Cgil c’è».

Mentre il leader della Cisl Raffaele Bonanni attacca la confederazione sindacale guidata da Guglielmo Epifani paragonandola al Governo. Per Bonanni sia Palazzo Chigi e il sindacato di Corso d’Italia avrebbero un atteggiamento speculare, che non favorisce il dialogo, il confronto, la proposta.

Così il leader della Cisl inizia la sua conferenza stampa di martedì mattina con un attacco al governo, accusandolo di aver messo in campo un «insufficiente» volume di risorse «per riprendere il cammino di sviluppo».

«Se – dichiara – dovessimo procedere con la strada indicata dall’Unione Europea di fare investimenti per 1-1,5% di Pil, potremmo far salire il Pil stesso di un altro 1-1,3% nei prossimi mesi».

Secondo la Cisl, inoltre, il governo deve mettere in conto di dover reperire nuove risorse per gli ammortizzatori sociali perché «anche se si tratta di un’iniziativa generosa, 1-1,2 miliardi non basteranno, bisogna racimolare altri soldi nelle pieghe di bilancio». Per la Cisl tuttavia per raggiungere questi obiettivi di rilancio e di sviluppo «nel Paese ci deve essere un clima di concordia e le parti sociali devono collaborare. Non servono né chiusure, come quella del governo, né comportamenti come quello della Cgil, in parte speculare a quello del governo, che non fa mai un passo indietro».

Bonanni dunque ripropone a Uil e Cgil di riprendere il piano della proposta per arrivare ad un nuovo patto sociale a partire da una nuova riforma delle pensioni. Si tratterebbe per lui «di riunirci su una battaglia comune per proporre una revisione radicale del sistema fiscale italiano che sia giusto ed equo». Una proposta che riceve il consenso dell’ex ministro Tiziano Treu, che proveniente dalla Margherita è da sempre molto vicino alle posizioni cisline, e più inaspettatamente dell’ex ministro ds Cesare Damiano che giudica positive le proposte di Bonanni e il suo approccio.

Non solo pensioni, ma anche il sistema degli ammortizzatori sociali dovrebbe essere rivisto integralmente alla luce della crisi economica: è il concetto. Ma alle osservazioni critiche replica Epifani: «Il sindacato che non contratta non è un sindacato» e osserva che questo «è in discussione» da parte di chi tende a «ridisegnare il ruolo sempre meno presente nella contrattazione collettiva e all’impegno per i diritti di tutti» a favore di un modello di «gestione della bilateralità e dei servizi». Perciò Epifani invita ad avere «fiducia nella possibilità della contrattazione. Questa è la vera questione- aggiunge- anche nel rapporto con le altre organizzazioni sindacali». Premesso che «ci sono cose che ci dividono ma che sono fisiologiche, anche all’interno della Cgil che non è, e non vuole essere una caserma, altro è quando ci si divide sul ruolo del sindacato». il che alla lunga rischia di far perdere allo stesso «la sua autonomia». Questa è la vera posta in gioco: «Nessuno dice che è così ma ci sono troppi indizi».

Insomma, per il sindacalista non si può «cambiare l’obiettivo perchè pensi di non farcela. Se rinunci in partenza otterrai un accordo come lo vogliono gli altri». A dimostrazione della sua tesi, Epifani porta il caso del pubblico impiego. «Noi dicevamo che se i soldi sono pochi bisognava dare risposte su precari e stabilizzazioni. ci hanno detto di no a tutto e gli altri hanno firmato un accordo che è lo stesso di giugno, a cui loro avevano detto di no». Epifani conclude invitando quindi a credere nella contrattazione non trascurando anche la necessità di arrivare a risultati e osserva che lo sciopero del 12 dicembre è per un sindacato «dei diritti, che contratta e che sa raggiungere risultati».

www.unita.it

 

 

6207-epifani-alla-cisl-cgil-mantiene-autonomia

6943

EmiNews 2008

 

Views: 1

AIUTACI AD INFORMARE I CITTADINI EMIGRATI E IMMIGRATI

Lascia il primo commento

Lascia un commento

L'indirizzo email non sarà pubblicato.


*


Questo sito usa Akismet per ridurre lo spam. Scopri come i tuoi dati vengono elaborati.