6268 CONFERENZA GIOVANI ITALIANI NEL MONDO: Grazie, ragazzi!

20081216 15:52:00 redazione-IT

di Mauro Montanari (*)

[b]Non sono loro ad avere bisogno del Paese, è il Paese ad avere bisogno di loro.[/b]

Oltre 400 giovani italiani sparsi per il mondo, alcuni di seconda e terza generazione, altri partiti da pochi anni dopo avere frequentato le scuole in Italia, si sono trovati a Roma per confrontarsi, per discutere, per incontrare di nuovo il Paese che li ha visti partire, o ha visto partire i loro genitori.

A qualche settimana di distanza da un avvenimento che molti -e a ragione- definiscono storico, è forse possibile una qualche riflessione a mente ferma. La prima è economica. In un Paese che disprezza intelligenza e capacità, che premia piuttosto nepotismo e raccomandazione, questi ragazzi sono tra le ultime speranze per affrontare un mondo globale, spietato e senza riguardi per la noblesse di nessuno.

Questi ragazzi che da tutto il mondo, con curiosità e a cuore aperto, sono tornati ad incontrare il Paese che ha dato origine alla loro vicenda migratoria, rimangono l’unica forza in grado in grado di trasmettere all’esterno un’ immagine positiva del Paese ed eventualmente di riportare all’interno una cultura meno provinciale.

Spesso questi ragazzi vivono in nazioni che hanno molto da insegnare all’Italia; il ritorno di conoscenze potrebbe essere enorme se il Paese saprà valorizzare la loro presenza, la loro disponibilità. Non sono loro ad avere bisogno del Paese, è il Paese ad avere bisogno di loro. E in verità molti, nella classe dirigente, sembrano averlo capito.

La conferenza è stata ampiamente visitata da parlamentari, membri del governo e delle regioni, nonché dal sindaco di Roma. I presenti -tutti- hanno apprezzato il livello della discussione. La stampa e l’opinione pubblica invece no. Anzi, la conferenza è stata freddata in uno dei suoi momenti più intensi da una prima pagina del quotidiano “Libero”.

Un articolo attribuibile al direttore, Vittorio Feltri, chiamava, già nel titolo, “papponi” i ragazzi della Conferenza. L’articolo, pienamente disinformato, metteva in luce soltanto il provincialismo della professione giornalistica così come viene concepita in Italia, oltre ad una visione del mondo chiusa, apatica, rancorosa. Esso è stato comunque indicativo dell’atteggiamento di tanta pubblica opinione.

Molti altri interventi da parte di stampa e televisione non ci sono stati. Si possono ancora vedere, invece, alcuni blog, firmati da giovani italiani in Italia, che lamentano lo “sperpero” di risorse in favore dei ragazzi dall’estero, mentre per loro c’è sempre troppo poco. L’essere ignorati è stata la cosa che, forse, ha amareggiato di più i ragazzi.

Peccato per loro, ma soprattutto peccato per il Paese, perché tante altre chances per vincere la battaglia globale, come dicevo, esso non le ha.

(* Mauro Montanari è il Direttore del Corriere d’Italia – Francoforte – Germania)

http://www.corritalia.de/

 

 

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EmiNews 2008

 

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