3324 FAMIGLIA: Chiusa la conferenza nazionale, 'si è aperta una fase nuova'

20070527 11:50:00 redazione-IT

Il ministro Bindi: ”Partirà un piano di legislatura per recuperare il tempo perso”. Impegni sul versante della conciliazione vita-lavoro, modifica della legge sui congedi parentali. Da approfondire la questione quoziente familiare

FIRENZE – "E’ iniziata una fase nuova di cambiamento per le politiche della famiglia”, e alle sfide che sono emerse dalla prima Conferenza nazionale occorre guardare con ottimismo, perché il lavoro prenderà tempo e anche se “siamo in ritardo” è possibile “mettere in piedi un piano di legislatura” serio che con “un sano principio di gradualità” faccia recuperare il tempo perso.

E" una Rosy Bindi tenace quella che chiude la Conferenza di Firenze: incassa le parole “semplici” con le quali il premier Prodi si è “assunto responsabilità”, e chiede a tutti di non fermarsi, ma di continuare a parlarsi “senza reciproche scomuniche”. Il ministro chiede tempo per poter valutare nel concreto, con l’analisi e lo studio delle relazioni scritte dai numerosi gruppi di lavoro, i risultati della Conferenza, ma intanto annuncia che il rapporto con le associazioni, le organizzazioni familiari, gli enti locali, le regioni, tutte le forze sociali continuerà con la costituzione di un Tavolo permanente che possa elaborare un progetto di lungo periodo, che non si interrompa in caso di variazione della maggioranza politica: i governi cambiano, la famiglia resta. “Non si inverte in pochi mesi un ritardo di trent’anni” – ha detto Bindi: “Dobbiamo avere la pazienza di disegnare un progetto di legislatura, e forse che vada anche oltre la legislatura": in ogni caso – assicura – “c’à da parte nostra l’assicurazione che la politica in questo paese non ha nessuna intenzione di abdicare di fronte alle proprie responsabilità”.

Due i punti sui quali il ministro ha voluto soffermarsi in modo particolare: l’aiuto fiscale rivolto alle famiglie e la presenza di servizi presenti sul territorio. Entrambe le questioni hanno sollevato qui a Firenze numerosi dibattiti e qualche malumore, e la Bindi in chiusura chiede allora coesione e volontà di confronto serio e strutturale: “Possiamo chiamarlo ‘assegno al nucleo familiare unificato’ o ‘quoziente familiare’, ma per fare bene bisogna mettere da parte i nomi e capire quali costi e quali effetti ogni proposta comporta per le famiglie italiane”. E poi agire. L’altro tema sul quale la platea si è divisa è stato quello sul ruolo presente e futuro dei consultori: la Bindi ne vorrebbe la loro trasformazione in nuovi “Centri per la famiglia”, capaci di essere a tutto tondo punti di riferimento territoriali per le famiglie. Altri preferiscono che il loro ruolo mantenga una funzione prettamente socio-sanitaria, pur condividendo l’idea che le famiglie debbano poter contare su un unico interlocutore sul territorio.

Sul versante del lavoro arrivano da Firenze importanti novità. Se il premier Prodi si è detto consapevole della necessità di rivedere la normativa sul lavoro precario, il ministro della Famiglia insiste nel chiedere a Confindustria attenzione alle condizioni lavorative delle donne, e propone un tavolo di concertazione per “parlare di congedi parentali e di progetti di conciliazione dei tempi di cura e lavoro” perché “una riforma profonda dei congedi parentali e della legge 53/2000” è ormai inevitabile. “E’ arrivato il momento di dire al sistema produttivo del Paese”- dice – “che l’esempio da seguire non sono le aziende che mettono in difficoltà le donne che aspettano un figlio, ma quelle che fanno politiche a favore della famiglia, che finanziano asili nido aziendali, che hanno capito che se non si inverte il tasso demografico non ci sarà crescita economica nel futuro”.

E dopo aver sposato il metodo Isee come modalità principale per definire le condizioni delle famiglie, il ministro ha affrontato nuovamente anche il problema della destinazione del tesoretto (“va destinato alle famiglie”, dice soddisfatta dopo aver appena sentito il presidente del Consiglio Prodi sostenere che i due terzi devono essere dedicati proprie alle politiche familiari), e il tema della revisione delle tariffe, sulle quali peraltro l’apertura del premier Prodi era stata più cauta. Tutte le misure che saranno attuate nell’ambito del Piano nazionale dovranno avere la capacità – ha ricordato la Bindi – di “coniugare diritti della famiglia e diritti della persona, “che non sono mai in contraddizione”: rimane fermo che “la famiglia costituzionalmente definita è quella fondata sull’art. 29 della Costituzione”, ma al tempo stesso va trovata una sintesi, “senza negare, senza mortificare e senza imbavagliare, ma anche senza far cadere i confini e i limiti". Per intendersi, insomma, “non si negano i diritti delle persone” e dunque, ha detto fra gli applausi, “non negheremo mai a un bambino, figlio di genitori non sposati, l’accesso ad un asilo nido e non potremo mai ignorare i diritti dei bambini nati fuori dal matrimonio”.

Da lunedì dunque, il momento della sintesi: ci saranno da recuperare le fitte relazioni dei ventiquattro gruppi di lavoro e da programmare le misure più urgenti in materia. Un lavoro che comporterà certamente il dialogo con l’opposizione ma che vedrà anzitutto un importante lavoro di concertazione all’interno della maggioranza di governo, le cui componenti della sinistra radicale, da Rifondazione alla Rosa nel Pugno, hanno “boicottato” la tre giorni, partecipando invece alle contromanifestazioni che si sono alternate di fronte al Palazzo dei Congressi. (ska)

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EmiNews 2007

 

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