3414 IMMIGRAZIONE:Giornali, radio, tv: sono sempre di più le iniziative editoriali degli immigrati

20070621 12:29:00 redazione-IT

Sono 149 le realtà attive nel settore: 63 periodici, 59 trasmissioni radiofoniche, 27 programmi televisivi. I dati di una ricerca di Cospe al centro del terzo meeting ”Media, diversità, pluralismo”

ROMA – Sono 149 le realtà attive nel settore dei media multiculturali. Si tratta di trasmissioni radiofoniche e televisive o di inserti e veri e propri giornali a diffusione periodica, prodotti da cittadini immigrati e a loro rivolti. Il dato emerge dalla ricerca “L’offerta multiculturale nella stampa, radio e tv in Italia” realizzata nell’ambito del progetto Mediam’Rad da Cospe, Cooperazione per lo sviluppo dei paesi emergenti. I risultati dell’indagine saranno discussi nel corso del terzo meeting dei media multiculturali dal titolo "Media, diversità, pluralismo" che si svolgerà il 22 e 23 giugno, nella Sala monumentale del ministero per i Diritti e le pari opportunità a Roma.

Obiettivo dell’incontro, promosso da Cospe, è permettere agli operatori dei media multiculturali e dei media mainstream di condividere le esperienze, ma anche di confrontare le strategie di lavoro, per valorizzare la diversità e superare gli stereotipi nell’informazione sull’immigrazione.

La ricerca – condotta tra il primo gennaio 2006 e il 30 aprile 2007, intervistando direttamente gli operatori di tutte le testate – evidenzia la crescita esponenziale negli ultimi due anni del numero di testate pubblicate per quanto riguarda il mercato della stampa multiculturale: 63. In aumento anche la tiratura, che in alcuni casi è di decine di migliaia di copie; la diffusione territoriale; gli introiti pubblicitari. Il panorama dei programmi radiofonici e televisivi è quanto mai frastagliato ed è caratterizzato invece, spesso, da iniziative piccole e poco strutturate. Nonostante ciò, la radio appare ancora il mezzo di comunicazione più economico e accessibile agli immigrati – 59 trasmissioni censite – , lo strumento più versatile e adattabile alle diverse esigenze. Un mezzo in cui le difficoltà strutturali e finanziarie non impediscono la realizzazione di produzioni anche di grande qualità. I media multiculturali si producono soprattutto al nord e al centro.

Sono solo 27 le trasmissioni televisive: si tratta di produzioni in diversi casi multilingue rivolte a un pubblico ampio che, il più delle volte, include anche gli italiani oltre alle comunità immigrate. Le lingue più utilizzate sono inglese, francese, spagnolo, arabo, cinese, albanese. Quando invece le iniziative mediatiche sono monolingue, l’italiano è la lingua più utilizzata. Gli operatori immigrati, in gran parte, non sono retribuiti. Più facilmente lo sono quelli italiani. In molti rivendicano una maggiore valorizzazione della professionalità.

L’indagine conferma il ruolo dei media multiculturali come patrimonio di competenze e professionalità, alcune già consolidate, e tante altre ancora da valorizzare. All’interno delle iniziative editoriali multiculturali, infatti, operano immigrati con elevate professionalità, spesso acquisite nei paesi d’origine, insieme a giovani che si sono formati e stanno facendo le loro esperienze professionali in Italia. I media multiculturali rappresentano dunque sia una palestra per aspiranti operatori della comunicazione sia una fucina di professionisti immigrati le cui competenze potrebbero arricchire in maniera sostanziale anche i media a larga diffusione.

L’evento è organizzato da Cospe in collaborazione con il dipartimento Diritti e pari opportunità della presidenza del Consiglio dei ministri, il comune di Roma, la piattaforma nazionale dei media multiculturali, la Fnsi, il Consiglio nazionale dell’Ordine dei giornalisti, il Segretariato sociale Rai. Il meeting dei media multiculturali, inserito nel calendario dell’Anno europeo per le pari opportunità, è anche l’evento finale del progetto europeo – Mediam’rad – media, diversità, pluralismo – che ha dato visibilità e valore alle espressioni giornalistiche e mediatiche promosse da cittadini e cittadine immigrati.

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