3571 «Più di 2.000 i criminali italiani in Germania e la metà appartengono alla 'ndrangheta»

20070820 09:28:00 redazione-IT

I bei tempi di Berlusconi Jurgen Roth, esperto di criminalità organizzata: «Con il centrodestra la collaborazione tra le polizie è diminuita»
Matteo Alviti, Berlino (da "il Manifesto")

Per Jürgen Roth, autore ed esperto in tema di criminalità organizzata, come per il capo del sindacato di polizia Konrad Freiberg, la mafia e la ‘ndrangheta stanno accrescendo il loro potere, anche grazie alla sottovalutazione della loro pericolosità da parte delle forze dell’ordine. Di tutt’altra opinione Wolfgang Gatzke, direttore dell’ufficio criminale di Düsseldorf, 30 chilometri a sud di Duisburg: nessuna indicazione di un’avanzata delle organizzazioni delinquenziali italiane in Germania. E soprattutto non ci sarebbe «alcun deficit» a livello investigativo, né nel rapporto con le autorità italiane.

A tre giorni dalla strage di Ferragosto continuano a stridere le dichiarazioni degli esperti tedeschi sulla criminalità locale. Anche Alberto Cisterna, procuratore generale della direzione antimafia di Roma che in passato ha visitato diverse procure, compresa quella di Duisburg, è della stessa opinione di Gatzke: «Lavoriamo da tempo a stretto contatto». Ma le dichiarazioni di Jürgen Roth a il manifesto, raccontano un realtà molto diversa.
Secondo l’autore la cooperazione avrebbe ripreso intensità solo l’anno scorso, dopo una lunga pausa coincisa con il governo Berlusconi: «La pressione politica esercitata sulle procure e sulla polizia italiana ha ridotto la capacità investigativa e lo scambio di informazioni». Anche il rapporto freddo con Schröder, «che negli anni dei suoi governi non ha manifestato certo particolare attenzione alla criminalità organizzata», non ha contribuito alla cooperazione internazionale.
Per Roth le mancanze della polizia tedesca dipendono però soprattutto dalla scarsità dei mezzi che le regioni mettono loro a disposizione. In Germania la polizia dipende infatti in massima parte dalle scelte dei governi regionali. «Ciò – ha spiegato Roth – porta vantaggi se si considera la catena di decisioni più corta, e svantaggi per la spesso insufficiente coordinazione tra i Länder».
Roth stima in 2mila persone il nocciolo duro della criminalità italiana in Germania, più della metà dei quali affiliati alle ‘ndrine. Intorno a questo nocciolo si muoverebbe poi la ben più folta schiera di «familiari» conniventi. Oltre Duisburg la ‘ndrangheta controllerebbe anche le città di Mannheim, Dortmund e Essen e sarebbe presente a Francoforte. Sempre secondo l’autore, nel Land meridionale del Baden-Württemberg le connivenze tra criminalità e politica penetrano le più alte sfere di potere. In un rapporto dei servizi segreti tedeschi (Bnd) risalente al maggio 2004 si parla anche della «costruzione da parte della camorra, negli ultimi anni, di una fitta rete di filiali in tutta la Germania, e in particolare in Assia e in Renania-Palatinato».
Nell’est del paese le attività criminali, sebbene più recenti, sono altrettanto radicate. Lipsia, in Sassonia, sarebbe il centro affaristico dei Romeo e dei Nitra, presenti anche nella vicina Erfurt. I due clan controllano il traffico di stupefacenti e il riciclaggio di denaro in attività legali, come la compravendita di immobili. In alcune città sarebbero proprietari di intere strade. Secondo gli investigatori italiani, citati in un altro rapporto riservato del Bnd reso noto ieri dalla Berliner Zeitung, le organizzazioni criminali nostrane avrebbero investito tra i 30 e i 50 miliardi di euro in Germania e nell’est Europa.
Circa la metà delle 157 ‘ndrine finora note avrebbero, secondo il Bnd, esteso le loro attività in Europa. «La spesso citata trasformazione dell’impresa-mafia è chiara come la flessibilità dei suoi clan e la loro capacità di penetrare nuovi mercati», hanno scritto anche i servizi tedeschi. La stessa Berlino, sebbene non ci siano indicazioni precise sul ruolo delle organizzazioni italiane, sarebbe un centro importante della criminalità organizzata. Ma le organizzazioni criminali stanno prendendo piede in tutta Europa, specialmente tra i nuovi membri dell’Unione. L’intreccio tra paesi e organizzazioni segue la globalizzazione economica, ci ha detto Roth. L’omicidio plurimo di Duisburg rimane comunque un evento eccezionale nell’altrimenti quieta infiltrazione criminale in Germania. Jürgen Roth non riesce a spiegarsi come sia stata possibile una spartizione del territorio così silenziosa e incruenta tra le mafie italiane, russe, ucraine, albanesi e la stessa criminalità tedesca – più piccola e meno violenta – delle rocker bands, come gli Hell’s Angels e i Bandits.

 

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EmiNews 2007

 

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