3796 IMMIGRAZIONE: Tragedie in mare. Ecco perché i clandestini adesso partono dall’Egitto

20071029 22:55:00 redazione-IT

Gommoni da navi madre e sbarchi a terra per sfuggire ai controlli, invece di intercettamenti ”volontari” nel canale di Sicilia. L’obiettivo degli egiziani è evitare il rimpatrio, sottraendosi al passaggio nei Cpt

ROMA – Gommoni da navi madre e sbarchi a terra per sfuggire ai controlli. Dopo l’accordo di riammissione dell’Italia con Il Cairo del gennaio 2007, il primo obiettivo degli egiziani è ora evitare il rimpatrio. Le nuove rotte dell’immigrazione clandestina partono dunque dall’Egitto, con la conseguenza che aumentano le tragedie, come le ultime dello scorso fine settimana in Calabria e Sicilia, ma anche al largo di Alessandria d’Egitto.

Pochi se ne sono accorti, ma venerdì scorso – due giorni prima della tragedia che ha visto morire annegati 16 uomini in Calabria e Sicilia – dall’aeroporto di Lamezia Terme partiva un volo charter diretto al Cairo. A bordo 50 egiziani sbarcati in Calabria e Sicilia nell’ultimo mese e trattenuti nel cpt di Lamezia Terme. E da Lamezia altri 47 erano stati rimpatriati il 16 ottobre. Mentre il primo agosto era stata la volta degli egiziani del cpt di Bari Palese: 40 uomini che due giorni prima avevano organizzato una rivolta e la fuga dal centro di prima accoglienza. La loro protesta si era levata proprio in seguito all’accordo Italia-Egitto, che per essi comporta inevitabilmente il rimpatrio. Negli scontri con gli agenti del centro barese, in 36 immigrati egiziani erano riusciti a fuggire, ma nello scavalcare il muro di cinta, in quattro erano rimasti gravemente feriti alle gambe. La fuga era arrivata dopo una settimana di tensioni che aveva portato all’evasione di altri sette cittadini stranieri e alla rivolta di un’ottantina di immigrati sedata in extremis dal questore.

Un filo rosso lega la cronaca di un anno di sbarchi, rimpatri e rivolte capeggiate dagli egiziani nei cpt. Tutto comincia il 10 gennaio 2007. Il vice ministro degli Esteri, Ugo Intini, firma con il vice ministro egiziano Mohammed Menessy un accordo di riammissione degli immigrati clandestini, che prevede un giro di vite sul rimpatrio degli egiziani che sbarcheranno sulle coste italiane. Gli effetti si vedono con i voli charter diretti al Cairo, a cui seguono le rivolte nei cpt e uno strano incremento degli sbarchi a terra, nella Sicilia orientale e in Calabria. E’ da qui che diventa protagonista la nuova rotta dall’Egitto alla Sicilia orientale o alla Calabria, una striscia di mare relativamente “libera” rispetto a quella praticamente militarizzata del canale di Sicilia.

Così, mentre prima la strategia era partire dalla Libia con piccole barche e farsi intercettare nel Canale per essere condotti nei Cpt di Lampedusa o in Puglia (e dopo due mesi essere di fatto liberi di muoversi in Italia, anche se da clandestini), ora si affronta una traversata di 1.500 km lunga una settimana, a bordo di grosse navi madre che al largo delle coste italiane trasbordano i passeggeri su piccoli gommoni che li portano a terra. L’obiettivo è sbarcare, sfuggire ai controlli, non farsi assolutamente vedere, perché ciò per gli Egiziani significherebbe essere rimpatriati nel giro di poche settimane.

Ecco la spiegazione dell’inseguimento tra una motovedetta della Guardia di Finanza e una nave di trenta metri, carica di migranti egiziani, lo scorso 14 ottobre a 10 miglia da Pozzallo, in Sicilia. Il natante dopo un tentativo di fuga a rischio di collisione si era fermato soltanto dopo alcuni colpi di arma da fuoco sparati in aria dalle unità italiane. Nell’occasione ben 16 uomini furono arrestati, su un totale di 46 passeggeri, con l’accusa di favoreggiamento dell’immigrazione clandestina. Un numero “decisamente elevato” – secondo il giurista Fulvio Vassallo Paleologo (Asgi) – rispetto al numero dei passeggeri, anche se molti altri erano con tutta probabilità già stati portati a terra su dei gommoni. La stessa tecnica del trasbordo da una nave madre è stata usata dalle 17 vittime di sabato notte a Vendicari, Siracusa, rovesciati in mare dal mare mosso. E dall’Egitto erano partiti anche i 150 passeggeri del peschereccio di trenta metri spezzatosi su una secca a 200 metri dalla spiaggia di Roccella Ionica in Calabria, la notte tra sabato e domenica. I carabinieri – riferisce l’Ansa – hanno accertato che il gruppo di immigrati partiti dalla Palestina si sarebbero imbarcati dall’Egitto. E dall’Egitto erano partite non poche delle 14 navi sbarcate in Calabria, dove nei primi 10 mesi del 2007 sono arrivate 1.500 persone, la gran parte dei quali curdi e iracheni, partiti però dalla Turchia, e egiziani, partiti invece dall’Egitto. E al largo delle coste egiziane si iniziano a contare anche le vittime della nuova rotta. Il 15 settembre 2007, almeno 8 persone sono annegate dopo che il peschereccio su cui viaggiavano in 90 si è rovesciato al largo di Alessandria d’Egitto. (gdg)

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EmiNews 2007

 

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