20071026 23:33:00 redazione-IT
Lo ha dichiarato il vicepresidente dell’Ifad, Kevin Cleaver: ‘Le somme apparentemente modeste che i lavoratori emigranti spediscono a casa superano oggi di gran lunga quelle destinate agli aiuti pubblici allo sviluppo’
ROMA – L’ammontare complessivo delle rimesse degli emigrati nel mondo superano abbondantemente il totale degli aiuti pubblici che gli Stati nazionali e gli istituti internazionali destinano allo sviluppo dei paesi poveri. Lo ha dichiarato oggi a Roma il vicepresidente dell’Ifad (il Fondo internazionale per lo sviluppo agricolo) Kevin Cleaver presentando il primo studio completo e esaustivo sulle rimesse degli emigrati. “Mandare i soldi a casa: rimesse da tutto il mondo verso i paesi in via di sviluppo”. “Le somme apparentemente modeste che i lavoratori emigranti spediscono a casa ha spiegato il vicepresidente dell’Ifad – superano oggi di gran lunga quelle destinate agli aiuti pubblici allo sviluppo”.
Secondo l’Ocse (Organizzazione per la cooperazione e lo sviluppo economico), infatti, nel 2006 i paesi donatori hanno destinato circa 104 miliardi di dollari in aiuti ai paesi in via di sviluppo. Siamo quindi a 104 contro i 300 delle rimesse, che – sempre secondo lo studio presentato a Roma questa mattina – sono superiori anche all’investimento estero diretto che l’anno scorso è stato pari a 167 miliardi di dollari.
Ma vediamo dove vanno, anzi dove tornano le rimesse economiche degli emigrati. Secondo lo studio presentato a Roma (era il debutto europeo, dopo la prima presentazione mondiale che c’è stata la settmana scorsa a Washington), è stata l’Asia tra i continenti a beneficiare maggiormente delle rimesse degli emigrati. Nel 2006 sono “ritornati a casa” oltre 114 miliardi di dollari. Sempre tra i continenti, l’America Latina e i Caraibi (per l’America Latina al primo posto c’è il Messico) con 68 miliardi di dollari. Al terzo posto nella classifica mondiale si piazza l’Europa Orientale con 51 miliardi di dollari, a dimostrazione di quanto sia stata massiccia l’emigrazione dai paesi di quello che una volta era il blocco sovietico. In particolare, per queste zone del mondo, il vicepresidente dell’Ifad, Cleaver, il fenomeno che interessa la Russia e gli ex paesi satellite è molto diverso da quello del resto del mondo. Il fenomeno infatti ha due facce: ci sono infatti i soldi degli emigranti russi che rimandano i soldi in Russia, ma ci sono anche i soldi degli emigranti dei paesi ex blocco sovietico che ovviamente non rimandano i soldi in Russia, ma nei loro paesi d’origine. “Il flusso – ha spiegato oggi Cleaver – è biunivoco perché va anche dalla Russia va anche alle ex repubbliche asiatiche. In ogni caso fra il 30 e il 40% delle rimesse complessive che ritornano in patria viene destinato alle zone rurali, che poi sono le zone da cui proviene la maggior parte degli emigrati. (pan)
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EmiNews 2007
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