3812 L'Ambasciatore Scalici: "Per raggiungere l'Uruguay ci sono pochi voli e sono troppo cari"

20071031 19:28:00 redazione-IT

E gli imprenditori italiani non investono piu’ in Uruguay: un gruppo di imprenditori italiani che si erano dimostrati interessati ad aprire un complesso turistico nel dipartimento di Rocha "hanno cambiato idea perche’ si sono resi conto che avrebbero costruito alberghi per lasciarli vuoti buona parte dell’anno", racconta l’Ambasciatore

Montevideo – Nessuna speranza di sviluppo turistico senza un collegamento aereo. Ne ha parlato con il Ministro del Turismo uruguayano Hector Lescano l’Ambasciatore d’Italia in Uruguay Guido Scalici in un recente incontro. L’economia, soprattutto per un paese come questo, lontano geograficamente da tutto, passa dal cielo e sul cielo di Montevideo non passano abbastanza aerei.
"Ci sono pochi voli, sono cari, bisogna prenotare con largo anticipo.

Sono condizioni che rendono assai scomodo ed oneroso raggiungere questo paese che invece, con le ricchezze naturali di cui dispone, il livello di servizi che potrebbe offrire, in potenza rappresenta un’ottima destinazione per tanti turisti italiani". Qualche mese fa, poco dopo il suo insediamento a Montevideo l’Ambasciatore ha ricevuto la visita di un gruppo di imprenditori italiani che si erano dimostrati interessati ad aprire un complesso turistico nel dipartimento di Rocha, al nord est dell’Uruguay. "Hanno cambiato idea perchè si sono resi conto che avrebbero costruito alberghi per lasciarli vuoti buona parte dell’anno", racconta l’Ambasciatore.
Secondo Scalici il processo di liberalizzazione delle compagnie di bandiera penalizza l’economia nazionale invece di favorirla. "Non si può fare i conti dei vantaggi economici per lo Stato di una compagnia aerea al netto dell’indotto che la sua esistenza comporta per l’economia in generale". Ad esempio le materie prime dell’Uruguay. "La produzione di cuoio in Uruguay è avanzata. Molte ditte italiane lo importano. Invece di importarlo potrebbero approfittare dei costi convenienti della mano d’opera e spostare la produzione qui. Non lo fanno perchè i collegamenti aerei sono troppo difficili. Un tecnico incaricato di riparare un’attrezzatura guasta non può partire all’ultimo minuto. Se poi si tratta di partire durante l’alta stagione, ci sono liste d’attesa insopportabili. A meno che non si voglia passare due giorni in volo passando dagli Stati Uniti".
Chiunque si sia trovato a dover affrontare un viaggio improvviso tra l’Italia e l’Uruguay sa che è davvero così. Se per il turismo è indispensabile un buon servizio aereo, per la delocalizzazione delle imprese è quantomeno necessario.
L’Alitalia quindi? Improbabile. La Pluna? Agonizzante. Oggi venire a Montevideo dall’Europa significa passare da Madrid, o da Buenos Aires, o da San Paolo con buona pace dei discorsi di apertura e creazione di nuovi vincoli tra qui e lì. L’argomento è stato al centro della relazione di Guido Scalici anche nel corso della recente Conferenza Italia America Latina e Caraibi nella Sessione delle riunioni degli Ambasciatori. Il resto del programma, quello centrale che vedeva tra gli altri la presidente cilena Michelle Bachelet, numerosi vice Primi Ministri e Ministri degli Esteri dei Paesi dell’Europa, dell’America Latina e dei Caraibi, "è stato più che altro una manifestazione di amicizia e di collaborazione, ma non ha avuto nessun effetto decisionale". Alla Conferenza mancavano rappresentanti del governo uruguayano e così l’Uruguay è sembrato un pò più lontano di quanto già non sia. "Ma si è parlato molto di Mercosur", precisa l’Ambasciatore d’Italia, "da 18 anni stanno andando avanti dei negoziati tra l’Unione Europea e l’organismo Sud americano per incrementare i rapporti commerciali. Purtroppo ci sono alcuni paesi dell’Unione che fanno resistenza, e si tratta dei paesi produttori di carne che temono la concorrenza dell’Uruguay che offre buona qualità a prezzo basso, come ha ricordato con una battuta lo stesso Ministro Massimo D’Alema".
Tutto passa da Bruxelles e a Bruxelles l’Italia può spingere un accordo commerciale più di un altro, ma si tratta di un’azione indiretta. Così gira l’economia globalizzata, nel segno di un processo di liberalizzazione generale come indicato nel Doha Round "che gli strali dei no-global contestano, ma che il Governo italiano invece auspica vengano ripresi al più presto". In materia di scambi commerciali l’Ambasciata svolge la sua parte organizzando corsi di formazione in marketing. Un’iniziativa organizzata con l’UNIDO (United Nations Industrial Development Organization). "Alcune decine di imprese locali si sono rivolte a noi per avere formazione professionale", dichiara l’Ambasciatore citando il caso di una ditta che produce erbe medicinali che ha trovato in Italia un mercato fertile. Dall’economia alla politica il giudizio complessivo su rapporti Italia-Uruguay, "è molto positivo. Sono contento, stiamo lavorando bene insieme. Considero i nostri, rapporti maturi, validi ed in crescita. Gli obiettivi che ci eravamo prefissati sono stati raggiunti", dichiara il numero uno dell’Ambasciata d’Italia a Montevideo. Come dire, una volta arrivati in Uruguay gli italiani si troveranno bene. Il problema è arrivarci.

Federica Manzitti-Gente d’Italia/EMINOTIZIE

 

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EmiNews 2007

 

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