3918 L'integrazione è un percorso lungo e accidentato. E' l'unica strada percoribbile

20071115 11:54:00 redazione-IT

di Cesidio Celidonio*

I cittadini italiani in Svizzera, protagonisti di una lunga e dura storia di emigrazione, sono stati oggetto nei decenni passati di ripetute campagne xenofobe. Ancora oggi è vivo tra i nostri connazionali il ricordo dei referendum antistranieri degli anni 70, le paure di un rimpatrio forzato, il calvario degli affetti divisi con lo statuto dello stagionale. Proprio perché abbiamo alle spalle un percorso difficile non possiamo assistere con distacco al dibattito scomposto sui temi dell’immigrazione e della sicurezza, che attualmente scuote l’Italia e anima la dialettica politica tra e negli schieramenti di maggioranza e opposizione. Molte affermazioni che sentiamo in questi giorni suonano maledettamente simili a quelle che ascoltiamo qui dalla destra xenofoba e populista.

La stessa stampa svizzera progressista e liberale non ha mancato di notare con sorpresa questa assonanza. Poche settimane fa in questo Paese la destra ha conseguito un significativo successo elettorale con una massiccia campagna sui temi dell’immigrazione e della sicurezza, tutta incentrata sull’equazione “immigrato = criminale”. Ci siamo indignati per i manifesti elettorali della destra in cui erano rappresentate tre pecore ammantate dei colori rossocrociati della bandiera svizzera che cacciavano una pecora nera! Non possiamo quindi non indignarci per i contenuti e i toni di un dibattito in cui anche in Italia si fa largo uso di argomenti di stampo xenofobo e razzista.

Il tragico ed efferato omicidio di una donna a Roma per mano di un criminale di origine romena non giustifica la campagna di odio che tende ad accomunare, in un unico giudizio di sprezzo, intere comunità di cittadini immigrati che vivono e lavorano onestamente in Italia. Una campagna che vede protagonista la destra italiana, ma che è stata in qualche modo favorita dai cedimenti al populismo di esponenti di primo piano del PD. E’ grave che, nelle reazioni della prima ora, sia stato travolto un principio di fondo della cultura giuridica di uno Stato di diritto: il principio della responsabilità individuale di chi commette un delitto. Si è invece operata una grave generalizzazione, entrando così nel campo del giudizio razzista. Le norme antirazziste a livello europeo sono un’acquisizione comune di grande valore non solo morale, ma anche un baluardo giuridico contro comportamenti e misure discriminatori. E’ il caso di sottolineare che anche la Svizzera si è dotata di una severa legislazione antirazzista, fortemente difesa dalla sinistra e dalle forze liberali contro i continui tentativi della destra di annacquarne i contenuti.

In Italia, come in Svizzera e in Europa, la sinistra deve avere sui temi dell’immigrazione un profilo chiaro, che consenta di affrontare questo fenomeno in tutta la sua complessità, coniugando sicurezza, integrazione e diritti. Come dimostra l’esperienza di paesi da decenni confrontati con massicci fenomeni migratori, i messaggi semplicistici di stampo repressivo sono spesso una scorciatoia che non porta molto lontano. Solo in un contesto di interventi improntati all’accoglienza e all’integrazione il messaggio della sicurezza diventa credibile ed efficace. Non solo: le politiche della sicurezza non possono essere rivolte solo agli immigrati, ma vanno intese nell’accezione più complessiva di lotta a tutte le forme di criminalità, vanno rese credibili dalla certezza della pena, vanno accompagnate da campagne diffuse per la legalità. Sicurezza e legalità sono valori che vanno perseguiti, se necessario, con politiche di controllo e repressione, ma anche con interventi educativi di più lungo respiro, che devono penetrare nel tessuto sociale e nella cultura di massa della società italiana, in primo luogo in quelle aree del nostro Paese pesantemente sottomesse ai condizionamenti delle organizzazioni criminali.

La sinistra deve contrapporre ai messaggi populisti e alle ricette repressive, una grande e moderna politica dell’integrazione, l’unica via per affrontare, in Italia e in Europa, la sfida delle moderne migrazioni: quindi più scuola, più servizi sociali, più opportunità di inserimento qualificato nel mondo del lavoro. La nostra esperienza ci dice che l’integrazione è un percorso lungo ed accidentato, a più velocità tra le prime le seconde e le terze generazioni, un percorso che viene condiviso se non comporta assimilazione e quindi cancellazione dei tratti della diversità e delle specificità culturali. La nostra esperienza ci dice anche che l’integrazione diventa sostanziale quando realizza la piena partecipazione degli immigrati alla vita politica e sociale del Paese: quindi diritti politici e civili, a partire dal diritto di voto amministrativo, norme che accelerino l’acquisizione della cittadinanza. Su questo terreno la Svizzera è ancora oggi particolarmente chiusa con i suoi immigrati. Non vorremmo che l’Italia del centrosinistra, che pure ha messo in cantiere una proposta di legge avanzata e lungimirante, lasciasse cadere la prospettiva del pieno coinvolgimento politico e della revisione della legge sulla cittadinanza, tenendo così lontani dal circuito democratico milioni di persone.

Integrazione e partecipazione: questi temi hanno caratterizzato per anni le rivendicazioni degli italiani in Svizzera, nella stagione più bella e partecipata dei loro movimenti. Su questi temi ci si poteva forse aspettare la voce dei parlamentari italiani eletti all’estero, alcuni dei quali sono “figli” dei movimenti per i diritti degli immigrati. Un silenzio che fa riflettere sul ruolo di quanti, chiamati a rappresentare gli italiani fuori del nostro Paese, potrebbero fornire chiavi interpretative, indicazioni e proposte importanti anche sul terreno delle politiche dell’immigrazione.

Sinistra Democratica, presente anche tra alcune comunità italiane all’estero, può dare su questi temi, che ridefiniscono nel profondo l’identità e le prospettive della sinistra, un contributo importante. Di fronte a quello che appare come un vero e proprio cedimento alle pulsioni populiste, si avverte la necessità di attivare la memoria e di valorizzare l’esperienza della nostra emigrazione, affinché le sfide dell’immigrazione si affrontino nel segno della solidarietà e della giustizia In questo senso la storia degli italiani all’estero può essere una risorsa preziosa.

*Sd Svizzera

http://www.sinistra-democratica.it/documenti/contributi-133

 

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EmiNews 2007

 

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