8455 Vertice Cgil-Fiom, Camusso: «Insieme in piazza»

 
20110109 21:52:00 redazione-IT

Non c’è stata "nessuna spaccatura" tra la Cgil e la Fiom nella riunione delle segreterie sull’accordo di Mirafiori, ma il confronto sulla vicenda Fiat andrà avanti. ”Il tema non e’ mai stato una soluzione tecnica, ma come garantire la liberta’ dei lavoratori di avere un sindacato e di eleggere i propri rappresentanti”. Lo ha detto il segretario generale della Cgil, Susanna Camusso, al termine delle segreterie di Fiom e Cgil che hanno avuto al centro il futuro dello stabilimento Fiat di Mirafiori.

”La valutazione con la segretaria della Fiom – ha proseguito Camusso – parte dalla considerazione che si continua a sostenere un piano industriale che non conosciamo sia per quanto riguarda gli investimenti che la certezza della permanenza in Italia”. La segretaria della Cgil ha quindi evidenziato le responsabilita’ del governo che ha rivestito ”il ruolo di tifoso e non di soggetto che si domanda che ruolo avere a sostegno dello sviluppo economico e industriale del Paese”. L’accordo di Mirafiori ”non toglie alcun dubbio sulle prospettive industriali. E’ un accordo – ha continuato – che continuiamo a giudicare negativo, a cui i lavoratori dovrebbero votare no”, perche’ viola due principi, ovvero la liberta’ dei lavoratori di scioperare e di organizzarsi sindacalmente.

”La discussione continuera’ dopo il referendum per trovare le iniziative piu’ giuste”, ha concluso.

Da parte sua, il segretario generale Susanna Camusso dichiara che il 28 gennaio la Cgil parteciperà allo sciopero generale indetto dalla Fiom dopo la sigla separata dell’accordo sullo stabilimento Fiat di Mirafiori. "La Cgil è impegnata con la Fiom per la massima riuscita dello sciopero" aggiunge la Camusso, che sarà presente alla manifestazione che si terrà a Bologna il 27 gennaio, data anticipata per la festività del 28 in Emilia Romagna. "Il tema – aggiunge il segretario generale Cgil – non è mai stato una soluzione tecnica, ma come garantire la libertà dei lavoratori di avere un sindacato e di eleggere i propri rappresentanti".

La Fiom non metterà una firma tecnica sull’accordo separato di Mirafiori e punta a riaprire la trattativa per un contratto nazionale "vero". Lo ha affermato il segretario generale dei metalmeccanici Cgil, Maurizio Landini, spiegando che "le firme tecniche non esistono: gli accordi si firmano o non si firmano, e questo accordo non è firmabile. Noi vogliamo riaprire la trattativa per riconquistare un contratto nazionale vero, degno di questo nome". "Ci deve essere – ha aggiunto il leader della Fiom durante la trasmissione ‘In mezzora’ – pari dignità tra lavoro e impresa". "Gli accordi aziendali e corporativi – ha sottolineato Landini – rompono l’unità nazionale. I contratti nazionali servono anche alle imprese, perchè la competitività non si fa sui diritti e sui salari".

Landini ha spiegato che "c’è stata una discussione e rimangono valutazioni su cosa fare in futuro, ma su questo continuiamo a discutere. Con la Cgil continueremo la discussione". "La Fiom e la Cgil – ha sottolineato Landini al termine dell’incontro in Corso Italia, durato quasi sei ore – sono impegnate a fare in modo che, qualunque sia l’esito del referendum, i lavoratori non siano lasciati soli e ci sia il sostegno esplicito dei sindacati". L’eventuale firma tecnica, ha concluso il leader delle tute blu, "non è stata particolare oggetto della discussione, perchè c’è stato un pronunciamento del comitato centrale della Fiom e per noi quell’accordo resta non firmabile".

Scritte contro Marchionne
Una scritta contro Marchionne con la stella a cinque punte e’ stata tracciata, con vernice rossa, oggi, a Torino su un grande manifesto pubblicitario nel centro cittadino, sul cavalcavia di corso Sommellier. Altre scritte sono state tracciate, sempre con vernice rossa e sempre con la stella a cinque punte, su due manifesti pubblicitari vicini al primo. ”Marchionne fottiti”, c’e’ scritto sul primo manifesto, mentre sugli altri due ci sono le scritte ”Non siamo noi a dover diventare cinesi” e ”ma i lavoratori cinesi a diventare come noi”. Sul posto sono intervenuti gli investigatori della Digos che hanno avviato indagini.

”Le divergenze di posizioni, anche le piu’ radicali, intorno alla vicenda Fiat non possono essere per nessuno il pretesto per atti di violenza simbolica o, peggio ancora, effettiva. La scritta contro Marchionne e’ un fatto gravissimo da condannare nella piu’ assoluta fermezza. Gli interessi dei lavoratori e delle lavoratrici devono essere portati avanti esclusivamente, senza se e senza ma, in un confronto civile, democratico e non violento, nel pieno rispetto delle posizioni di tutti gli interlocutori”. Lo afferma il responsabile Economico del Pd Stefano Fassina.

——————

LA LETTERA DI OPERAIE DI MIRAFIORI ALLA SEGRETARIA GENERALE DELLA CGIL SUSANNA CAMUSSO

«Siamo lavoratori liberi, non merci Lottiamo insieme»
di 27 delegati e esperti Fiom-Cgil

Cara Susanna,

Siamo le delegate e i delegati della Fiom-Cgil delle carrozzerie di Mirafiori. In questi giorni si parla molto del nostro stabilimento, del suo futuro, di come garantire un investimento da un miliardo di euro, e si dà per scontato che le lavoratrici e i lavoratori non possano far altro che accettare l’ultimatum che la Fiat ha già imposto ai sindacati che hanno firmato l’intesa. Parliamo di ultimatum perché la trattativa non si è mai avviata, e la Fiat non hamai modificato la sua impostazione fino al testo conclusivo nonostante le proposte alternative che noi, il nostro sindacato, ma anche le altre sigle hanno formulato. Nulla di rilevante è stato recepito. Noi che siamo operaie e operai di quella fabbrica pensiamo invece chenonpossiamo cedere a quell’ultimatum, che dobbiamo in tutti i modi provare a riaprire la trattativa perche con l’organizzazione del lavoro che ci propongono si peggiora la nostra condizione e si aumentano i rischi per la salute, impedendoai lavoratori di difendersi, limitando il diritto allo sciopero, e trasformando il ruolo e la natura del sindacato di fabbrica chenonsarà più determinato dalle lavoratrici e dai lavoratori.

E tutto ciò fuori dal contratto nazionale di lavoro, lasciando ogni lavoratore da solo di fronte all’impresa e costringendolo a mettere il proprio tempo, anche quello dedicato agli affetti e al tempo libero, a disposizione del mercato e della competizione una volta per tutte, senza più contrattazione. Una trasformazione dell’umanità che lavora in merce. Manoi siamo donne e uomini liberi, cittadine e cittadini, non merci! Noi pensiamo che quell’accordo, firmato a fabbrica chiusa e senza rispettare la richiesta dei lavoratori di essere consultati prima di una firma sindacale, vada rigettato e che la consultazione voluta dalla Fiat con la minaccia della chiusura di Mirafiori sia una consultazione non libera, a cui noi lavoratrici e lavoratori della Cgil non ci sottraiamo, perché innanzitutto su di noi ricadono le conseguenze di quell’intesa e perché la consultazione non può essere svalutata, anche quandoviene brandita contro le lavoratrici e i lavoratori, visto anche come oggi si svaluta nella nostra fabbrica lo strumento dell’assemblea, che viene considerata dagli altri sindacati un luogo inutile, di confusione da non convocare neanche per illustrare l’intesa.

Ed è per tutto ciò che abbiamo decisocon il nostro sindacato, la Fiom-Cgil, di non firmare ed è sempre per questi motivi che chiediamo al nostro sindacato di tenere aperta la vertenza con la Fiat comunque vada la consultazione di Marchionne: a noi non servono escamotage tecnici. Perché secondo noi le lavoratrici e i lavoratori da Pomigliano a Mirafiori, sia quelli che hanno potutoo potranno dire dino sia quelli che non hanno potuto o non potranno farlo, hannodiritto al sostegno di tutto il nostro sindacato e alla prosecuzione di una vertenza che riaffermi pienamente i principi e i valori della Costituzione repubblicana e riconquisti per tutti il contratto nazionale, il diritto a scegliersi i propri delegati e il proprio sindacato e a migliorare la propria condizione di vita e di lavoro nella solidarietà confederale. Non è accettabile che l’unico modo per mantenere o attrarre il lavoro in Italia sia pagato esclusivamente dal lavoro, che già sopporta tutti i costi della crisi,masoprattutto non è credibile perché il costo del lavoro per unità di prodotto vale in Fiat auto circa l’8%.

Come è possibile che non intervenendo su tutti gli altri fattori economici e strutturali, anche del Paese (qualità, logistica, infrastrutture, tecnologie e innovazione), comeha ricordato anche il presidente della Repubblica Giorgio Napolitano, si ottengano i risultati auspicati? I temi posti oggi a noi sono temi che riguardano tutto il mondo del lavoro e la società perché sono in discussione il valore del lavoro, gli spazi democratici e di coesione sociale, le libertà individuali e collettive, e il futuro oltre la crisi che noi vogliamo immaginare migliore per noi e per quei nostri figli, che in questi mesi hanno riempito le piazze e rianimato la democrazia italiana chiedendo futuro, libertà, cittadinanza e democrazia dalla scuola al lavoro. Ci piacerebbe nei prossimi giorni incontrarti per dirti che noi vogliamo sentire tutta la Cgil vicina in questo scontro, che noi non abbiamo né voluto né cercato. Noi stiamo facendo la nostra parte per noi, le nostre famiglie, le nostre lavoratrici e i nostri lavoratori: facciamolo insieme. Un abbraccio fraterno.

http://www.unita.it/economia/vertice-cgil-fiom-camusso-insieme-in-piazza-1.264925

 

 
 
 

Views: 2

AIUTACI AD INFORMARE I CITTADINI EMIGRATI E IMMIGRATI