8469 Statali: nuovo accordo separato su salario di produttività. La Cgil non firma.

 
20110204 22:48:00 redazione-IT

ANSA – ROMA – Cisl e Uil hanno firmato l’accordo con il Governo sul salario di produttività nella pubblica amministrazione. La Cgil non ha siglato l’intesa e ha lasciato il tavolo.

SCONTRO CAMUSSO-BONANNI – L’accordo "é una presa in giro dei lavoratori" e per questo la Cgil non l’ha firmato, ha detto Susanna Camusso leader Cgil nella conferenza stampa seguita all’incontro. "Siamo di fronte a dei sindacati che corrono in soccorso al governo che è un po’ claudicante", riferendosi a Cisl e Uil. Ribatte stizzito il segretario generale della Cisl, Raffele Bonanni: "Sono molto irritato e dispiaciuto per le parole della collega Camusso. L’accordo non è una presa in giro dei lavoratori. Non mi sono mai permesso – ha detto – di dire cose di questo genere. Eppure ho molti dubbi sulla caratura essenzialmente sindacale dei comportamenti come quelli che ci tocca sopportare". Quindi rincara la dose: il lancio di accuse verso gli altri sindacati che farebbero da "stampella" al Governo e in genere il linguaggio usato oggi dalla Cgil "alimenta il clima di violenza e intimidazione nei confronti di Cisl e Uil": un fatto "vergognoso".

Successivamente, al termine di una conferenza dei giorni, la Camusso ha ulteriormente spiegato la sua posizione: Cisl e Uil mostrano "la volontà di sostenere un governo nelle code velenose della sua esistenza". Ha sottolineato le ragioni "sindacali" e di "merito". "Vorrei dire ai miei colleghi che per la Cgil la firma o la non firma di un accordo riguarda sempre il merito. In questo caso, la firma voleva dire sottoscrivere un accordo che si basa su una riforma che non abbiamo condiviso e che riguarda la riduzione delle risorse, significa non votare le Rsu e mettere un pietra sopra i precari. Tutte ragioni sindacali", aggiunge Camusso, al termine di una conferenza stampa sui giovani.

Cisl e Uil mostrano "la volontà di sostenere un governo nelle code velenose della sua esistenza". Lo afferma il leader della Cgil, Susanna Camusso, che a proposito del no all’accordo sul salario di produttività nella Pa, ne sottolinea le ragioni "sindacali" e di "merito". "Vorrei dire ai miei colleghi che per la Cgil la firma o la non firma di un accordo riguarda sempre il merito. In questo caso, la firma voleva dire sottoscrivere un accordo che si basa su una riforma che non abbiamo condiviso e che riguarda la riduzione delle risorse, significa non votare le Rsu e mettere un pietra sopra i precari. Tutte ragioni sindacali".

Polemico con la Cgil anche la Uil con il segretario confederale, Paolo Pirani: le accuse rivolte dalla Cgil, ha detto, "vanno respinte al mittente, non è manifestando solo il dissenso che si salvano le ragioni del sindacato, ma è risolvendo problemi concreti che il sindacato potrà continuare ad essere credibile in Italia. Non comprendo le motivazioni per cui la Cgil non ha firmato un accordo che migliora le condizioni", ha proseguito Pirani.

CGIL: ACCORDO E’ SCAMBIO POLITICO, MOBILITAZIONE – Solo "uno scambio politico per sostenere un governo in difficoltà, mentre rimangono inaffrontate le emergenze nel pubblico impiego"., così la Cgil in una nota denuncia i motivi alla base del suo no all’intesa. Secondo la Cgil, "l’accordo separato di oggi si muove solo in un ambito di scambio politico tra Governo e sindacati firmatari, che decidono così di sostenerne l’opera, soprattutto in un momento di difficoltà politica". "Il Governo – prosegue la nota – tenta di dimostrare una capacità di soluzione dei problemi fondata sul nulla e tenta di allentare la tensione del confronto parlamentare sul decreto ‘milleproroghe’, con ciò, di fatto, depotenziando il ruolo del Parlamento", mentre i sindacati firmatari, "che sono stati muti testimoni di fronte alla manovra finanziaria dell’estate e alla legge Brunetta, provano a vendere questo accordo come risolutivo degli effetti negativi sui pubblici dipendenti, e spingono ulteriormente sulla strada del modello contrattuale separato". Ma, a parere dalla Cgil, "così non è, perché rimane il blocco dei contratti, il taglio dei precari e il blocco dell’elezione delle Rsu. Gli "effetti negativi" prodotti dalla legge Brunetta e dalla manovra economica – insiste la Cgil – rimangono inalterati: i precari "verranno falcidiati per effetto della legge 122; non si procede alle elezioni delle Rsu, che rappresentano una ferita per il tessuto democratico nella P.A.; rimane il blocco della contrattazione nazionale e decentrata, che contrasta palesemente con l’obiettivo di maggiore efficienza, e la correlata totale assenza di risorse; non si risolve il destino degli scatti di anzianità futuri della Scuola a partire dal 2011, per i quali mancano risorse che non siano quelle derivanti dai tagli al sistema di istruzione". Il testo quindi, ha per la Cgil "come unico obiettivo quello di avallare il modello normativo e contrattuale esistente: tale ipotesi non è né utile per risolvere i problemi del lavoro pubblico né per restituire efficienza alle Amministrazioni Pubbliche".

BRUNETTA SODDISFATTO, PASSO AVANTI APPLICAZIONE RIFORMA – Il ministro per la Pubblica Amministrazione e l’Innovazione Renato Brunetta esprime la sua grande soddisfazione per la firma dell’intesa con le organizzazioni sindacali per la regolazione del regime transitorio conseguente al blocco del rinnovo dei contratti collettivi nazionali di lavoro nel pubblico impiego. "La firma di oggi – dichiara – rappresenta un importante, ulteriore passo in avanti nell’applicazione della mia riforma della Pubblica Amministrazione. Nei fatti viene rilanciata la contrattazione. Con il blocco del rinnovo dei contratti previsto dal decreto legge n. 78/2010 si è infatti avvertita la necessità di riattivare un negoziato su alcuni elementi fondamentali previsti dal nuovo modello contrattuale e dal decreto legislativo n. 150/2009". "La condivisione delle organizzazioni sindacali dei principi cardine della riforma della Pubblica Amministrazione, fondati in primis su una maggiore efficienza e produttività del comparto pubblico – prosegue il ministro -, permette di legare le retribuzioni al miglioramento delle perfomance dei dipendenti. Nonostante l’attuale blocco del rinnovo dei contratti vengono così garantite le retribuzioni dei dipendenti pubblici, legando al merito individuale le risorse finanziarie derivanti dal miglioramento organizzativo e di efficienza (il cosiddetto ‘dividendo dell’efficienzà). L’intesa dà inoltre mandato all’Aran di stipulare un accordo quadro per la regolazione delle relazioni sindacali, secondo quanto previsto dalla mia riforma. A questo punto mi auguro che anche le Regioni firmino al più presto il nuovo modello contrattuale".

ACCORDO IN 2 PAGINE, MANCA FIRMA 7 SINDACATI SU 13 – L’accordo appena raggiunto a palazzo Chigi sul salario di produttività nel pubblico impiego è stato firmato da sei sindacati su 13 presenti nel settore. Secondo quanto si legge sull’intesa (su due pagine) oltre a Cisl, Uil e Ugl hanno firmato la Cida (dirigenti), la Confsal (presente soprattutto nella scuola) e l’Usae. Non hanno sottoscritto l’accordo oltre alla Cgil la Cgu (presente nella scuola), la Cisal, la Confedir (dirigenti), la Cosmed (medici), il Cse (sempre dirigenti) e la Rdb-Usb (sindacati base)

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