8465 COSA ACCADE IN EGITTO, una testimonianza di Elisa Ferrero

 
20110131 08:31:00 redazione-IT

Cari amici di Adelfia, Cairo Multireligiosa e tutti gli interessati a quanto succede in Egitto,

innanzitutto un grazie collettivo a quanti mi hanno scritto esprimendo la loro solidarietà all’Egitto e agli amici egiziani con cui siamo in contatto.

Sto raccogliendo quante più informazioni possibili sui fatti in Egitto da tv arabe, telefonate ad amici egiziani, notizie da parte di amici di amici egiziani che seguono come me gli avvenimenti, e altre fonti che non siano i mass media italiani. Cerco di ricostruire il quadro di quanto succede sulla base della mia esperienza personale in Egitto e da testimonianze quanto più possibile dirette, anche per correggere alcune visioni distorte che in questi giorni riempiono i giornali. Questo è quanto ho capito finora:

Dopo la durissima giornata di manifestazioni di venerdì scorso, nel totale black out di internet, telefoni cellulari e telefoni fissi, la polizia si è ritirata dalle città con una fretta a dir poco sospetta. L’esercito ne ha preso il posto, senza usare violenza ai dimostranti, ma anche senza prendere apertamente posizione in loro favore.

Dopodiché sono cominciati i saccheggi che hanno costretto gli abitanti a organizzarsi per difendere le proprie case. Tuttavia, molti egiziani denunciano che tra i gruppi di saccheggiatori vi siano membri della polizia segreta, accusata anche di violenze del tutto gratuite verso i manifestanti pacifici. Dunque, una prima interpretazione diffusa è che Mubarak, il quale secondo le tv arabe ha rifiutato di seguire i consigli dei suoi più stretti collaboratori che gli suggerivano di fare alcune concessioni ai manifestanti, abbia volutamente gettato il paese nel caos per dimostrare al mondo che senza di lui nessuno può garantire l’ordine in Egitto.
In questa panorama preoccupano le notizie di evasioni di jihadisti armati dalle prigioni (volute?).

In questo tetro panorama, al quale i media hanno dato molta enfasi, i manifestanti non si fermano e danno prova di grande civiltà e determinazione. Oggi sono riprese le manifestazioni in Piazza Tahrir, con migliaia di persone che continuano a chiedere che Mubarak se ne vada. Ci sono persone di tutti i tipi e le donne stanno giocando un ruolo di primo piano. I Fratelli Musulmani non sono AFFATTO leader, ma sono piuttosto tra le vittime più colpite dalla repressione con carcere e torture. Tra parentesi, per i partecipanti di Cairo Multireligiosa, ancora nessuna notizia dal Prof. Abdel Fattah.

La notizia importante di oggi è che si sono uniti alle dimostrazioni di Piazza Tahrir, nonostante il coprifuoco, anche i giudici. Hosam Mikawi, che i partecipanti di Cairo Multireligiosa conoscono, sembra essere uno dei leader, oggi la BBC Arabic ha parlato di lui rendendo nota una sua dichiarazione (il che vuol dire innanzitutto che sta bene!). Il sostegno dei giudici ai manifestanti è particolarmente importante per far fallire il tentativo di far passare la rivoluzione della società egiziana come una caduta nel caos. Alla partecipazione dei giudici si aggiunge quella importante di Al Azhar. Mentre scrivo stanno tutti dimostrando in Piazza Tahrir sorvolati da aerei militari che non si sa bene cosa vogliano comunicare.

Altra notizia importante è che tutte le "anime" della società egiziana presenti nella protesta si stanno riunendo per formare un comitato guidato da El Baradei, per portare alle autorità le richieste della popolazione e per formare un nuovo governo di unità nazionale che governi la transizione, modifichi la costituzione in senso democratico e poi indica nuove elezioni libere.

Per il resto, la gente organizza servizi di vigilanza contro i saccheggiatori. Anche nel caso del Museo Egizio si è tentato di proteggerlo con un cordone umano di migliaia di persone.

Queste notizie sono indicative di quanto gli egiziani stiano lottando strenuamente per opporsi al caos probabilmente voluto dal dittatore in crisi, rispondendo in maniera che descriverei "democratica" all’azione repressiva del governo.

Purtroppo, la lotta è sanguinosa e morti e feriti aumentano. La mia impressione è che siano moltissimi di più di quanto rivelato ufficialmente. Ieri gli ospedali chiedevano agli egiziani di donare il loro sangue. Tuttavia, tutti gli egiziani insistono nel dire che continueranno a lottare finché Mubarak non se ne sarà andato. I diplomatici stranieri cominciano a organizzare la fuga.

Per finire vorrei fare alcune puntualizzazioni rispetto a quanto apparso sui maggiori giornali italiani oggi:

– La rivoluzione egiziana NON E’ affatto una sorpresa (checché ne dica Lucia Annunziata su La Stampa). Da anni l’Egitto vede aumentare le proteste, da anni si sente che questo doveva succedere. Basterebbe voler fare attenzione ai segnali.

– L’Egitto e l’Iran sono due realtà diverse e incompatibili. Come si fa a prevedere uno scenario iraniano per l’Egitto?????

– I Fratelli Musulmani non sono Al Qaeda, non vanno confusi con il terrorismo.

Vi do anche un link, per chi non l’avesse già visto su Facebook, dove potrete leggere il commento di una giornalista egiziana di cui condivido le parole. Questo è quello che gli egiziani vorrebbero che si sapesse.

Un abbraccio a tutti,

Elisa

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