8496 Compravendita in Parlamento. Bucchino: "Vado dai magistrati"

 
20110225 12:46:00 redazione-IT

"Siamo ai saldi di fine stagione – dice il deputato del Pd che ha denunciato di aver ricevuto un’offerta (150mila euro e la rielezione) in cambio del passaggio con la maggioranza -. Vergognosa è l’immagine del degrado che viene data del Parlamento". La replica ai Reponsabili: "Non chiedo di essere escortato, pardon scortato…"

ROMA – "In effetti siamo ai saldi di fine stagione". Gino Bucchino, il deputato del Pd che ha rivelato di aver ricevuto un’offerta (150mila euro e la certa rielezione) in cambio del salto della staccionata per passare tra i "Responsabili" a sostegno della maggioranza, replica in aula a Luciano Sardelli. Il deputato ha detto di essere pronto, se la magistratura lo riterrà utile, a illustrare la vicenda anche ai magistrati.

Bucchino ha replicato ‘per fatto personale’ a Sardelli intervenuto in aula stamane alla Camera a nome del gruppo dei cosidetti Responsabili. Il tutto durante le dichiarazioni di voto sulla fiducia al milleproroghe. A Sardelli che aveva messo in dubbio la veridicità della versione di Bucchino, definendo la cosa una vergogna, Bucchino ha affermato che "vergognosa è l’immagine del degrado che viene data del Parlamento". Inammissibile, ha aggiunto, è il fatto che il destino di 60 milioni di italiani debba essere detrminato da 2 o 3 persone con il loro cambiamento politico. Perchè -ha chiesto il parlamentare democratico – da parte dei Responsabili c’è questo mettere le mani avanti? Questa excusatio non petita?". Quanto al rischio denunciato dai Responsabili che ha portato alla rischiesta di essere ‘scortati’, Bucchino ha replicato: "Io non sono e non chiedo di essere escortato, pardon scortato…".

Sardelli
aprendo il suo intervento ha deto che "nove dei ventotto rappresentanti del nostro gruppo vengono dall’opposizione, e alcuni di questi stanno scontando in questi mesi un’aggressione senza precedenti, verbale quando non fisica, per cui viaggiano scortati". Criticando Gianfranco Fini: "Rispetto a questo, non c’è nessuna tutela da parte della Presidenza della Camera che purtroppo anzi, alcune volte con alcune dichiarazioni come quella sul passaggio dei parlamentari, alimenta dubbi sulla libertà e sulla consapevolezza di queste scelte".

(25 febbraio 2011)

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«Un seggio e 150mila euro. Così volevano comprarmi»
di Simone Collini (da l’Unità)

Era previsto anche un atto notarile per formalizzare l’accordo: rielezione assicurata e 150 mila euro in cambio dell’abbandono del Pd e l’adesione al gruppo dei cosiddetti Responsabili. Il contatto c’è stato tre settimane fa, quando Berlusconi lavorava per arrivare a quota 325 deputati e prima della diaspora dal Fli. «Mi telefona questa persona, un giovane esponente, di rilievo, di Rifondazione socialista, che mi chiama per nome come se mi conoscesse bene e mi dice che vuole parlarmi di un progetto interessante che riguarda la sinistra».

Gino Bucchino, deputato del Pd eletto nella circoscrizione estero America settentrionale e centrale, continua a raccontare e parla dell’incontro avvenuto a piazza San Silvestro, a due passi da Palazzo Chigi, di come questa persona sia andata subito al sodo dicendo che i problemi dell’Italia possono essere risolti solo sotto la guida di Berlusconi e che all’interno del gruppo dei Responsabili, che garantisce la sopravvivenza di questo governo, c’è bisogno di una voce di sinistra. «Mi dice: non devi rinunciare alle tue idee, anzi la tua voce dovrà continuare anche la prossima legislatura, sono stato fino alle due di questa notte con Verdini e tutti i dettagli sono stati chiariti, rielezione garantita e un contributo spese di 150 mila euro».

Bucchino racconta di avergli domandato chi gli avesse fatto il suo nome, visto che non lo conosceva. La risposta: «Non te lo posso dire». Però gli dà quest’informazione: «Mi rivolgo a te perché non hai incarichi particolari nel partito». Il tempo concesso per una risposta è breve: 24 ore. «Ma poche ore dopo gli ho mandato un sms per dirgli che il suo progetto non mi interessava, e lui mi ha risposto grazie lo stesso».

Bucchino prima racconta l’intera vicenda a Bersani e Franceschini, poi ne parla in una conferenza stampa a Montecitorio (se non lo ha fatto prima è perché proprio in quei giorni gli è venuto a mancare il padre). Quello che non dice di fronte ai giornalisti (ma che racconta ai compagni di partito) è che l’operazione avrebbe previsto anche una formalizzazione di fronte al notaio. A chi gli domanda come mai non abbia informato la magistratura, risponde che a lui interessava fare una «denuncia politica», ma che ora che la vicenda è di dominio pubblico è pronto a fornire ai pm tutti i riscontri, compresi i tabulati telefonici e gli sms scambiati con la persona che l’ha contattato, di cui non vuole fare il nome perché «non è un parlamentare e non ha risalto politico» («ma ai magistrati ovviamente lo direi»), al contrario di Verdini, che minaccia denunce per «chiunque propaghi certe menzogne».

Registrazioni audio pare non ci siano («non mi è passato per la mente di andare all’incontro con un registratore»), ma il parlamentare del Pd si mostra sicuro del fatto suo: «Sono a disposizione dei giudici, se vorranno». Anche perché per lui è ora di finirla con questa «vergogna». Una vita tra Pci, Ds e ora Pd, racconta che quando rientra a Toronto ormai mostra il passaporto canadese. «Le ultime volte che ho mostrato quello italiano mi hanno riso in faccia. E non è possibile che questa storia continui perché il 14 dicembre due o tre persone sono passate dall’altra parte». Nel frattempo sono diventati di più ma per lui, che ha vissuto in prima persona un tentativo di corruzione, poco importa.

25 febbraio 2011

http://www.repubblica.it/politica/2011/02/25/news/bucchino_magistrati-12883327/?ref=HREC1-3

 

 
 
 

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