8489 LIBIA: Bombe sui manifestanti. Allerta in basi italiane Al Jazira: 250 morti a Tripoli

 
20110221 19:02:00 redazione-IT

(ANSA)- Libia in fiamme nel settimo giorno dall’inizio della rivolta contro il governo che non risparmia neanche Tripoli: nella capitale è stata saccheggiata la sede della tv di Stato, mentre altri edifici sono stati dati alle fiamme. Il bilancio delle vittime stimato da Human Rights Watch è arrivato a quota 233.
Intanto mentre i leader islamici sostengono che la rivolta è un dovere divino di ciascuno, si diffondono voci di golpe militare. Ma sempre più insistenti anche le voci della fuga di Gheddafi in Venezuela, anche se da Caracas e da Bruxelles smentiscono. L’Onu e l’Ue chiedono stop dell’uso della forza. Frattini: siamo sull’orlo della guerra civile. Ma il regime non si ferma.
Secondo al Jazira le forze aeree hanno bombardato la folla a Tripoli causando 250 morti.
Esodo degli stranieri: soprattutto il personale delle società petrolifere come Shell, Bp, Statoil e Eni, che ha imbarcato su charter i dipendenti non operativi con le famiglie, oltre a Finmeccanica e altre aziende italiane.

ALLERTA MASSIMO IN TUTTE BASI AEREE ITALIANE – "In tutte le basi aeree italiane il livello di allarme sarebbe massimo in relazione alla crisi libica": è quanto apprende l’ANSA da qualificate fonti parlamentari. Secondo le stesse fonti, una consistente quota di elicotteri dell’Aeronautica militare e della Marina militare in queste ore avrebbe ricevuto l’ordine di spostarsi verso il sud.

Fonti della Difesa italiana, interpellate ad Abu Dhabi dove si trova in visita ufficiale il ministro Ignazio La Russa, hanno confermato l’innalzamento del livello di allerta, fino al massimo, nelle basi aeree italiane e l’invio nel sud della penisola di elicotteri. La decisione è stata presa dopo l’atterraggio a Malta di due aerei e due elicotteri libici.

FARNESINA E ALITALIA VALUTANO RAFFORZAMENTO VOLI – La Farnesina sta valutando – a quanto si apprende – un’ipotesi di rafforzamento delle tratte aeree da e per Tripoli è al momento in valutazione con l’Alitalia (che ha già disposto in coordinamento con il ministero degli Esteri un aumento della capacità dei suoi voli di linea) per favorire, in tempi quanto più rapidi possibile, il deflusso dei connazionali che abbiano manifestato, attraverso l’Ambasciata o la stessa Unità di Crisi, l’intenzione di lasciare il Paese, ed in particolare la Tripolitania dove è concentrata la maggioranza degli italiani.

VICE-AMBASCIATORE TRIPOLI ALL’ONU,’E’ GENOCIDIO’ – Il vice-ambasciatore libico all’Onu ha invocato un intervento internazionale contro quello che ha definito "un genocidio" perpetrato dal regime di Tripoli e ha chiesto che venga istituita una no fly zone su TRipoli. Lo riferisce la Bbc nel suo sito internet. Secondo l’emittente britannica l’intera delegazione libica presso le Nazioni Unite ha chiesto un’azione internazionale.

SEIF AL ISLAM ORDINA INCHIESTA SU VIOLENZE – Seif al-Islam, uno dei figli del leader libico Muammar Gheddafi, ha ordinato la costituzione di una commissione d’inchiesta sulle violenze, capeggiata da un giudice libico e con la partecipazione di organizzazioni libiche e straniere che si battono per i diritti umani. Lo riferisce la tv di stato libica, secondo al Bbc online.

BANK KI-MOON CHIAMA GHEDDAFI,BASTA VIOLENZE – Il segretario generale dell’Onu, Ban Ki-moon, ha parlato oggi, a lungo, con il leader libico Libia, Muammar Gheddafi, chiedendogli di cessare ogni violenza. Lo si legge in una nota diffusa dalle Nazioni Unite. Il documento non precisa se il colonnello si trovi ancora in Libia.

UE CONDANNA REPRESSIONE, STOP USO FORZA – L’Unione europea "condanna" la repressione delle manifestazioni in Libia e chiede la "cessazione immediata" dell’uso della forza. Lo chiedono i 27 ministri degli Esteri Ue in una dichiarazione comune adottata oggi nella quale si chiede anche "a tutte le parti" di astenersi da ogni forma di violenza.

CAOS ALL’AEROPORTO DI TRIPOLI PER ESODO STRANIERI – All’aeroporto di Tripoli da stamane é il caos più totale. Centinaia di stranieri in attesa di lasciare il paese dopo che la rivolta popolare ha raggiunto Tripoli, dove stanotte "é stato terribile, spari da tutte le parti e una fiumana di gente per le strade anche dei quartieri residenziali", ha detto all’ANSA Albert C., direttore di una società francese raggiunto per telefono all’aeroporto. "Sto cercando di far partire una quarantina di dipendenti con le famiglie", ha aggiunto, "ma qua è un disastro, gli aerei non bastano". Un giovane italiano che lavora nella società di famiglia a Tripoli è riuscito a partire dopo una lunga attesa, perché, protesta con l’ANSA, "ho dovuto lasciare il posto ad alcuni diplomatici, mi hanno fatto slittare di almeno 14 posizioni nella lista…una vergogna".

S.CRAXI, SE NECESSARIO PRONTI A EVACUARE ITALIANI – "Sono pronti i piani di evacuazione nel caso si rendessero necessari ma non è stato dato ancora il via". Lo ha affermato il sottosegretario agli Esteri Stefania Craxi, parlando con l’ANSA della situazione dei cittadini italiani che si trovano in Libia. "Per ora – ha detto – stiamo invitando i connazionali a rimanere nelle abitazioni e a non farsi trovare in mezzo ai disordini. Come in altri casi, l’ambasciata italiana è perfettamente attrezzata per sostenere le nostre comunità all’estero". Comunque, ha concluso, "seguiamo gli avvenimenti che si stanno di ora in ora modificando".

1.500 GLI ITALIANI, FARNESINA CONSIGLIA DI PARTIRE – Gli italiani che vivono "stabilmente" in Libia sono 1.500 e la Farnesina e l’ambasciata "stanno consigliando di partire" con voli commerciali. Lo riferiscono a Bruxelles fonti della Farnesina, precisando che "al momento l’Italia non prevede un piano di evacuazione". Dei 1500 italiani che vivono stabilmente in Libia, 500 sono dipendenti di grandi imprese italiane. Pochissime unità vivono a Bengasi, la stragrande maggioranza è concentrata a Tripoli. "L’ambasciata italiana sta consigliando di partire, attraverso i voli Alitalia che sono ancora operativi", hanno riferito le fonti. "Chi vuole partire, con l’assistenza della nostra ambasciata, può partire. Tutte le opzioni sono allo studio, incluso un’intensificazione dei voli Alitalia", hanno aggiunto le fonti.

 

 
 
 

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