8485 EGITTO IN TRANSIZIONE: Cosa è accaduto negli ultimi due giorni

 
20110216 22:49:00 redazione-IT

16 febbraio – Oggi piazza Tahrir è vuota, un’immagine a cui non siamo più abituati… Tuttavia, l’apparenza inganna, perché il paese è sempre in ebollizione, e comunque il prossimo venerdì, soprannominato questa volta il "venerdì della vittoria", è prevista un’altra grande manifestazione per festeggiare il buon esito della rivoluzione. In realtà, si vuole mantenere alta la pressione sull’esercito, che ha soddisfatto solo il dieci per cento delle richieste della piazza.

Intanto, l’Egitto in transizione ha riconquistato a pieno titolo il suo ruolo di laboratorio del mondo arabo. La notizia del giorno è la nascita di un Comitato di Garanti della rivoluzione, che dovrebbe rappresentare le varie voci della piazza. Tra i nomi noti ci sono quelli dello scrittore Alaa al-Aswani, del presidente della Lega Araba Amr Musa (che però non ha ancora confermato la sua partecipazione) e di Zakarya Abdel Aziz, l’ex presidente del club dei giudici, di cui si è parlato in una precedente newsletter. Nel Comitato ci sono anche diversi Fratelli Musulmani, cosa che ha sollevato grandi perplessità da parte di qualcuno. Staremo a vedere come si muoverà questo Comitato, che ha già fatto sapere che non accetta l’emendamento della Costituzione, ma ne vuole una nuova.

A proposito di Costituzione, oggi si è pronunciato anche il rettore di al-Azhar, Ahmed al-Tayyeb, impegnato a riconquistare terreno nei confronti della rivoluzione, dopo le dichiarazioni in sostegno di Mubarak. Infatti, ha candidamente affermato che le sue parole sono state fraintese (tecnica ben collaudata!) e che il suo invito a non partecipare alle dimostrazioni era solo dovuto alla paura che finisse tutto in un bagno di sangue. Era solo preoccupato per la gente… Mah! Pensa davvero che qualcuno gli crederà?
Comunque, al-Tayyeb ha poi affermato con forza che l’articolo 2 della Costituzione non si deve toccare, perché sarebbe come "sequestrare" la democrazia. Tanto per informazione, l’articolo 2 è quello che afferma che l’islam è la religione di stato, l’arabo è la lingua nazionale e la sharia è la principale fonte della legislazione. Non vedo grandi differenze con i terribili Fratelli Musulmani, anche se al-Azhar è sempre stata uno dei più fidati alleati di Mubrak, baluardo contro il fondamentalismo islamico. In effetti, è lo stesso al-Tayeb a dire che al-Azhar e i Fratelli Musulmani condividono la stessa dottrina, solo che loro sono un movimento politico, mentre al-Azhar è un’università, dedita alla scienza. Due modi diversi di agire nella società, dunque, ma con alla base la stessa sostanza. Speriamo che la piazza resista nella sua richiesta di una Costituzione laica! Ma la battaglia è veramente dura e noi italiani ne sappiamo qualcosa.

Per concludere, vi suggerisco alcuni articoli da leggere, i link sono qui sotto.

Un abbraccio a tutti,

Elisa

Sul rapporto tra elite affaristica e politica:

http://www.medarabnews.com/2011/02/15/una-%E2%80%9Cproprieta-privata%E2%80%9D-chiamata-egitto/

Il nuovo panarabismo:

http://www.medarabnews.com/2011/02/16/la-resurrezione-del-panarabismo/

Il risveglio di coscienza arabo:

http://www.medarabnews.com/2011/02/16/la-piazza-araba-e-le-rivolte-in-egitto-e-in-tunisia/

La cecità di Israele sull’Egitto:

http://www.medarabnews.com/2011/02/13/israele-e-la-rivoluzione-egiziana-della-rabbia/

Le manovre di Omar Suleyman per impadronirsi del potere:

http://www.medarabnews.com/2011/02/11/il-golpe-di-omar-suleiman-non-e-questo-il-cambiamento/

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14 febbraio –
Sono passati solo quattro giorni dalle dimissioni di Mubarak e già la situazione in Egitto si fa più complessa, forse persino un po’ nebulosa, come c’era da aspettarsi del resto. Il fiume in piena della grande protesta di piazza si è frammentato in torrenti e rivoli, il cui corso si fa più difficile da seguire. La rivoluzione ha spalancato la porta a mille rivendicazioni, in ogni settore, che obiettivamente stanno creando problemi al regolare svolgimento delle attività del paese. La Banca Centrale, ad esempio, ha annunciato che le banche rimarranno chiuse anche domani e dopodomani. Riapriranno solo domenica, passato il week end (cioè venerdì e sabato), con tutti i problemi che potete immaginare per chi deve riscuotere stipendi, ritirare soldi, ecc.

E’ anche il momento di grandi dubbi e domande, per esempio sulla neocostituita commissione per gli emendamenti costituzionali, presentata dal Supremo Consiglio delle Forze Armate. Un nutrito gruppo di giudici ha espresso il suo rifiuto per questa commissione, in particolare per la presenza in essa di due giudici che sono stati stretti collaboratori dell’ex ministro della giustizia. Hosam, il nostro amico giudice, si chiede inoltre perché nella commissione ci sia un Fratello Musulmano, perché non sia stato costituito un nuovo governo tecnico di transizione, invece di tenere in vita quello nominato da Mubarak, e perché emendare la vecchia Costituzione, invece di scriverne una nuova? C’è forse qualche piano per "rubare" la rivoluzione?

Anche Osama esprime i suoi dubbi, dicendo che ci sono molti che tentano di saltare sul carro della rivoluzione, primo tra questi l’esercito. Innanzitutto, l’esercito non ha capacità politiche, dunque potrebbe ricorrere ai politici che lo circondano, cosa – secondo Osama – di estrema pericolosità, visto la loro appartenenza al vecchio regime. Questa fase richiede grande attenzione, com’era facile prevedere.

Ma c’è qualcos’altro che preoccupa e questa volta riguarda il movimento rivoluzionario. Si nota infatti una tendenza crescente a stilare liste di proscrizione di coloro che hanno umiliato la rivoluzione, schierandosi apertamente con il regime e talvolta insultando i dimostranti. Il rischio, oltre che la tentazione, secondo alcuni, è che si ecceda in tal senso, giungendo a stroncare carriere e boicottare la vita di persone che esprimono idee diverse rispetto a quelle del vasto movimento rivoluzionario. Ma un conto è denunciare, ad esempio, la tv di stato per aver diffamato i manifestanti e diffuso notizie false, provando di essere completamente asservita al potere di Mubarak, oppure il denunciare abusi, crimini e sopraffazioni degli esponenti del vecchio regime, un altro è chiedere le dimissioni di un caporedattore per non essersi pronunciato a favore della rivoluzione, aver espresso opinioni diverse, del tutto legittime, o essersi pronunciato contro. La campagna lanciata da alcuni, contro tutti quelli che detengono una posizione di qualche responsabilità e che non hanno dimostrato di essere dalla parte della rivoluzione, rischia di assomigliare troppo al modo di fare del vecchio Partito Nazionale Democratico al governo. L’entusiasmo per la vittoria, il profondo desiderio di cambiamento e anche la paura che il vecchio regime possa rigenerarsi intatto, facendo ripiombare il paese nell’incubo da cui si è appena liberato, possono portare a rischiosi eccessi e alla spaccatura del paese in "buoni" e "cattivi". Anche in questo si gioca il futuro della nuova società che va creandosi.

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Elisa Ferrero
email: ferrero.elisa@googlemail.com

 

 
 
 

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