8535 Obama e la Nato verso opzione militare. Maroni: "Sarebbe un nuovo Afghanistan"

 
20110307 21:38:00 redazione-IT

[b]Il colonnello ordina raid aerei su Ras Lanouf. Gli Usa premono sul Consiglio di sicurezza. Ma la Russia è contraria a ogni ingerenza. Per il ministro dell’Interno "serve un piano di aiuti". La Ue rafforza le sanzioni. Frattini: in corso discreti contatti con l’opposizione
Obama e la Nato verso opzione militare Maroni: "Sarebbe un nuovo Afghanistan"[/b]
(da La Repubblica)

ROMA – Le notizie dal fronte della guerra civile in Libia raccontano oggi di ripetuti raid aerei su Ras Lanouf, città portuale preziosa soprattutto perché snodo del patrimonio petrolifero del Paese. Proprio puntando sull’interesse occidentale per l’oro nero, gli insorti chiedono l’intervento delle aviazioni militari straniere a difesa dei pozzi e aggiungono: "Gheddafi è pronto a sommergervi di clandestini". Argomenti che leader e diplomatici non citano in una giornata in cui sembra rafforzarsi la possibilità di un’opzione militare per porre fine alle violenze del regime libico contro i civili.

Poco prima che Obama confermi che l’intervento armato viene valutato seriamente dalla Nato, facendo sue le precedenti dichiarazioni del segretario generale dell’Alleanza atlantica Anders Fogh Rasmussen sulla "inaccettabilità" della situazione libica, da Ras Lanouf giunge la notizia di un pick-up attaccato da un caccia del colonnello alla periferia della città. A bordo, assieme a padre, madre e nonna, anche tre bambini. Un giornalista vede del sangue sui sedili del veicolo, testimoni affermano che due ragazzini sono morti. "Voglio mandare un chiaro messaggio ai collaboratori di Gheddafi – dice Obama poco dopo l’incontro a Washington con il primo ministro australiano Julia Gillard – Dovrete rendere conto di tutta questa violenza".

Prima del presidente Obama, Rasmussen dichiara che "non si può restare fermi", che la Nato è
pronta ad agire, ma ammette che l’intervento militare in Libia è il grande dilemma della comunità internazionale. La Nato, infatti, non si muoverebbe se non dietro mandato del Consiglio di sicurezza, dove Francia e Gran Bretagna stanno redigendo il testo di una risoluzione per la no-fly zone sullo spazio aereo libico. Risoluzione che vede d’accordo il ministro degli Esteri Franco Frattini: "L’attacco contro i civili giustifica una riflessione per una no fly zone – dice il titolare della Farnesina – Ma ci vuole un mandato del Consiglio di sicurezza dell’Onu, una deliberazione della Nato e aggiungo che condizione imprescindibile è la non contrarietà della Lega araba e dell’Unione africana". Il ministro comunica anche che sono stati avviati con discrezione contatti con l’opposizione libica: "Abbiamo conoscenze migliori di altri… Conosciamo l’ex ministro della Giustizia che ora è a capo del consiglio provvisorio di Bengasi e quella rete di ambasciatori libici che ha detto che da ora loro sono al servizio del popolo e non del regime, alcuni di loro stanno esercitando un’azione importante per coagulare un consenso, noi lo facciamo ma lo facciamo discretamente e questa credo che sia la soluzione migliore".

Il vero ostacolo è proprio il Consiglio di sicurezza. La no-fly zone presuppone un ampio appoggio regionale e soprattutto regole d’ingaggio nel caso di una violazione del blocco aereo. In pratica, garantire la no-fly zone è di per sé un impegno militare. Esattamente l’opzione che la Russia, membro permanente del Consiglio di sicurezza, respinge con forza, dichiarandosi, per voce del ministro degli Esteri Serghei Lavrov, contraria a ogni ingerenza. "Il problema è solo libico, se la vedano tra loro", chiosa il capo della diplomazia di Mosca.

Contrario all’opzione militare è anche il ministro dell’Interno Roberto Maroni. "Se si interviene nel modo sbagliato, la Libia può trasformarsi nel nuovo Afghanistan, nelle mani dei terroristi. Tutto vogliamo tranne che questo. Prima di decidere di bombardare, prima che i guerrafondai prendano il sopravvento, occorre sviluppare una politica di aiuti". E qui Maroni sposta l’attenzione sull’emergenza sbarchi, rinnovando la richiesta di aiuto all’Unione europea perché l’Italia "da sola non ce la fa". Parla di "Piano Marshall", Maroni, un "piano di intervento che consenta a questi Paesi di passare verso sistemi più democratici senza il rischio di infiltrazioni terroristiche". Intanto il titolare del Viminale ricorda i "100 milioni di euro il contributo che abbiamo chiesto all’Europa per affrontare questa situazione straordinaria". La speranza di Maroni è di vedere soluzioni già al Consiglio europeo dell’11 marzo, in cui si affronterà il tema della crisi libica.

L’Unione europea, per voce del capo della diplomazia europea, Catherine Ashton, risponde a Maroni affermando che tutti i paesei membri, con l’eccezione di Gran Bretagna e Danimarca, sono pronti a condividere l’onere dell’ospitalità ai rifugiati. E intanto si prepara a rafforzare le sanzioni finanziarie contro Gheddafi. L’obiettivo, secondo fonti diplomatiche, è in particolare il fondo sovrano Libyan investment authority (Lia), che detiene il 2,6% di Unicredit e il 2% di Finmeccanica. E Frattini attesta che sul congelamento delle quote libiche nelle società italiane il governo si atterrà alle decisioni dell’Uone europea.

Sul fronte interno, dalla Libia giungono segnali contrastanti. Mentre Gheddafi preme militarmente verso est, un suo ex primo ministro, Jadallah Azous al-Talhi, originario della Cirenaica, appare in tv per lanciare un appello ai ribelli, per un dialogo nazionale che metta fine al bagno di sangue. La risposta del Consiglio nazionale libico: dialogo solo dopo che Gheddafi lascerà il potere. Il quotidiano panarabo al-Sharq al-Awsat, con sede a Londra, citando fonti molto vicine al Consiglio dei ribelli, parla addirittura di un Gheddafi pronto ad andare in esilio in cambio dell’immunità per sé e per la famiglia. Gheddafi avrebbe anche inviato un suo negoziatore a Bengasi, ponendo come condizione il trasferimento dei poteri al parlamento libico.

http://www.repubblica.it/esteri/2011/03/07/news/libia_obama_e_nato_verso_opzione_militare-13306338/?ref=HREA-1

 

 
 
 

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