8548 Gaetano Volpe, primo segretario della FILEF, ci ha lasciati. Il ricordo di Franco Calvanese

 
20110313 18:49:00 redazione-IT

[b]La morte del compagno Gaetano Volpe, prima segretario e poi presidente della Filef negli anni cruciali della nostra storia, va aldilà del dolore, che pure ci tocca profondamente: soprattutto ci ispira tanto rispetto e tanta riconoscenza. [/b]
di Franco Calvanese

Ci ispira Rispetto perché negli anni duri nei quali la problematica dell’emigrazione è stata al centro del dibattito politico e culturale e dell’attività della Filef sempre abbiamo ammirato in lui la capacità di lavoro, la fermezza nei principi, lo sforzo continuo a raccogliere e produrre documentazione, a produrre leggi che potessero essere di riferimento per l’intero movimento dei migranti.
Si può affermare che mai una posizione politica, ma anche una parola d’ordine, in Volpe non fossero soppesate, poggiassero su una meticolosa ricerca, non avessero come obiettivo quello di tradursi in una nuova legge, in un nuovo statuto al fine di accompagnare un passo più avanti del movimento dei migranti.

Ci ispira riconoscenza perché se in questo movimento ci siamo riconosciuti (e ci riconosciamo) sicuramente lo dobbiamo anche a lui, per tutta la capacità di essere e renderci protagonisti della storia della Filef.

Non possiamo non ricordare che Gaetano Volpe è stato fondatore della Filef con Carlo Levi, segretario e presidente per oltre un decennio, ha vissuto certo con spirito di parte ( dalla parte dei nostri emigrati e di quanti subivano ingiustizie) la fase più significativa della vicenda migratoria italiana. E ancora, la crisi economica a cavallo degli anni settanta e il conseguente indebolimento del modello produttivo fordista-taylorista che aveva caratterizzato il boom economico, la crisi sociale italiana e la definitiva inversione del saldi migratori divenuti positivi a metà di quel decennio, la stagione dei ritorni e, soprattutto, la realizzazione, dopo pressanti richieste da parte del movimento e delle forze politiche di sinistra (a cominciare da Togliatti), della prima Conferenza nazionale dell’emigrazione (Roma, 24 febbraio-1 marzo 1975).

Volpe cioè ha avuto la capacità di navigare in acque difficili e di condurci con lui senza ambiguità. Abbiamo riconosciuto questa capacità quando si è trattato di andare alla Camera dei deputati nel 1969 per contribuire all’indagine conoscitiva denunciando tutte le discriminazioni subite dagli italiani nell’Europa comunitaria, al punto di costringere i parlamentari a convocare una specifica seduta della Commissione per documentarsi assistendo alla proiezione di un servizio televisivo passato sotto silenzio.

Quando, nel 1970, alla testa della delegazione della Filef ha presentato al Parlamento Europeo il Libro bianco sulla condizione di vita e di lavoro degli emigrati. Quando, nel 1973, ha presentato a Bruxelles, con la partecipazione di migliaia di lavoratori italiani provenienti da diversi paesi europei, lo Statuto internazionale dei diritti degli emigrati.

E’ inoltre possibile riconoscere il grande impegno profuso nella preparazione della prima conferenza dell’emigrazione, di sicuro il momento più importante della sua segreteria, già nella Relazione al quarto Congresso della Filef , svoltosi a Salerno nel dicembre del 1974.
(Va ricordato che in quei giorni ci lasciò Carlo Levi).

Nella relazione, Volpe (e la Filef) prospettò una lunga e articolata serie di obiettivi, che negli anni successivi furono patrimonio di tutto il movimento associativo (essendo cocciuto assertore della più larga unità nella lotta) e in diversi casi ottenendo significativi successi.

Si pensi alle rivendicazioni in tema di pensioni sociali, che negli anni seguenti sono stati un vero e proprio salvagente per i nostri connazionali in America latina, ma anche all’intero pacchetto pensioni, al riesame delle norme contro gli infortuni all’estero, alle rivendicazioni in tema di formazione scolastica e professionale, agli accordi bilaterali sugli alloggi, sul riconoscimento delle qualifiche, ed inoltre all’avanzamento di proposte innovative sulla rappresentanza.

La Filef all’epoca pretese che fossero subito disponibili per le regioni italiane gli stanziamenti del Fondo sociale europeo a favore del reinserimento dei migranti.
Nella fase dei rientri, è possibile riconoscere il suo importante contributo a diverse leggi regionali sull’emigrazione. Terminata questa fase, alla metà degli anni ottanta, da presidente della Filef diede corpo alla formulazione di politiche a sostegno delle famiglie e nei confronti della seconda e terza generazione dei migranti. Infine, si rapportò con rinnovato interesse al fenomeno delle immigrazioni straniere in Italia e nell’Europa meridionale cogliendo la novità del fenomeno, ma anche le potenzialità rappresentate dal perseguimento dell’unità emigrati-immigrati.

Al riguardo esiste una copiosa bibliografia, frutto di studi e ricerche, svolte per conto della Filef, ma anche di istituzioni regionali, nazionali ed europee che certamente la nostra associazione metterà a disposizione di quanti, studiosi e associazioni, mostreranno interesse a rivisitare l’opera del nostro compagno.

Di tale impegno ed ispirazione coerente Gaetano Volpe ha dato testimonianza quattro anni fa’ quando, scrivendo un significativo saggio in occasione delle celebrazioni per il quarantennale della fondazione della Filef, grazie al suo racconto avemmo occasione di rivivere le emozioni e la passione civile che hanno caratterizzato la grande stagione dell’associazionismo dell’emigrazione, sentendoci ancora una volta politicamente ed umanamente vicini a lui. Rendendoci consapevoli, a pochi giorni delle celebrazioni per l’Unità dell’Italia, del grande contributo dato dai migranti e da uomini come lui, siamo orgogliosi di fare parte della sua stessa storia.

Franco Calvanese

 

 
 
 

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