8576 EGITTO: il movimento dei Fratelli (e sorelle) musulmani in evoluzione

 
20110319 09:12:00 redazione-IT

[b]di Elisa Ferrero[/b]

Mentre nel Giappone la situazione si aggrava, mentre ci si prepara alla no-fly zone sulla Libia (e chissà cos’altro), mentre in Oman la gente è in sciopero, mentre in Bahrein gli sciiti in rivolta, violentemente repressi, minacciano di chiedere aiuto all’Iran, mentre in Yemen si spara sui manifestanti, uccidendone a decine, mentre la sollevazione in Siria sta crescendo, l’Egitto vive in relativa tranquillità la vigilia del referendum. Le tv tacciono, come voluto dall’esercito, ma i dibattiti proseguono altrove, ad esempio all’Essawi Center, dove si è tenuto un dibattito sul sì e sul no, al quale ha partecipato anche Tahani al Jibaly. Oppure in piazza Tahrir, dove si sono radunate alcune centinaia di persone, di fronte alla presenza massiccia dell’esercito, per dire no agli emendamenti.

In attesa degli eventi di domani, approfitterei dunque per evidenziare un aspetto estremamente interessante della rivoluzione egiziana: i rivolgimenti interni ai Fratelli Musulmani. Infatti, questa rivoluzione ha evidenziato con forza le correnti e i conflitti che attraversano la Fratellanza, che sicuramente avranno sviluppi avvincenti. Tanto per cominciare, si assiste all’emergere di una giovane generazione di Fratelli Musulmani che contestano la leadership storica. Dopo il successo della rivoluzione egiziana, questa nuova generazione ha minacciato, con una vera e propria rivolta nella rivolta, di spodestare gli anziani capi della Fratellanza, se non fosse stato concesso loro più spazio. E dare più spazio a una nuova, giovane leadership, significa cambiare il modo di far politica, verso un pieno rispetto delle regole democratiche, come già si è potuto constatare nei giorni della lotta contro Mubarak.

Ma l’aspetto meno conosciuto della Fratellanza è che, al suo interno, esistono anche le Sorelle Musulmane. Può sorprendere, visto gli atteggiamenti misogeni all’interno del movimento e le sue posizioni conservatrici in materia di donne. Eppure, le Sorelle Musulmane rappresentano circa il 25% dei membri, una cifra per nulla trascurabile, che dovrebbe far riflettere. Inizialmente, alle origini del movimento, le donne della Fratellanza erano mogli e figlie dei militanti, tutti maschi. A loro si affidavano compiti di rilevanza sociale, come la cura dei malati o il nutrimento dei poveri, funzioni tipicamente femminili. Poi, con il tempo, le donne hanno cominciato a prendere parte all’attività politica del movimento, candidandosi al Parlamento (come indipendenti, ovviamente, dato che i Fratelli Musulmani erano fuori legge e non potevano partecipare alle elezioni in quanto partito). Infine, durante la rivoluzione, le Sorelle Musulmane sono scese in piazza in gran numero, accanto ai colleghi maschi. Per molte di loro, certamente molto conservatrici in materia di costumi, era la prima volta che passavano la notte fuori casa, per più notti di seguito, e per di più in un ambiente affollato di uomini! Questa esperienza le ha di certo cambiate, rendendole consapevoli delle proprie potenzialità e della propria forza. Adesso, non vogliono essere rispedite a casa. Vogliono un ruolo maggiore nel movimento, vogliono accedere alle cariche più alte, alla dirigenza, come gli organi legislativi ed esecutivi della Fratellanza. E chissà, stanno anche pensando seriamente che, forse, una donna avrebbe anche diritto a candidarsi alla Presidenza. Perché no? Si prevedono sviluppi davvero interessanti all’interno dei Fratelli Musulmani..

 

 
 
 

Views: 2

AIUTACI AD INFORMARE I CITTADINI EMIGRATI E IMMIGRATI