8596 Egitto: dopo il referendum costituzionale

 
20110321 21:24:00 redazione-IT

[b]di Elisa Ferrero[/b]

In Egitto si festeggia oggi la festa della mamma, giorno quasi sacro per gli egiziani. I giovani della rivoluzione, tuttavia, hanno lanciato un appello, affinché chiunque, dopo i doverosi auguri alla propria madre (regalo compreso), si rechi a omaggiare la madre di uno dei martiri del 25 gennaio. Un’altra occasione per non dimenticare, dunque.
La festa della mamma, tuttavia, non ha spento l’acceso dibattito del dopo-referendum. Il punto più caldo in discussione è il ruolo avuto dalla religione nella propaganda referendaria e, di conseguenza, nel determinare il risultato della consultazione. O meglio, la strumentalizzazione che, secondo molti, sarebbe stata fatta della religione per far vincere il partito del sì o quello del no. Le accuse sono rivolte sia ai Fratelli Musulmani, ai salafiti e alle altre organizzazioni islamiste, sia alle varie chiese copte. Secondo un membro della shura dei Fratelli Musulmani, però, coloro che hanno votato sì non sono solo seguaci e simpatizzanti della Fratellanza, dunque, secondo lui, la percentuale di votanti a favore dei Fratelli Musulmani, nelle prossime elezioni parlamentari, sarà considerevolmente più bassa. In effetti, credo che abbia ragione lui. Ho letto i commenti di alcune blogger della rivoluzione che hanno votato sì, con motivazioni che nulla hanno a che fare con la religione. E queste blogger, ora, ricevono attacchi pesanti da parte del fronte del no, non meno "fanatico", in certi casi, dei Fratelli Musulmani (devo dire, però, che noi italiani siamo abituati a ben altro ormai, e queste sembrano scaramucce da ragazzini).

Il nostro amico giudice Hosam Mikawi, invece, è convinto che i Fratelli Musulmani abbiano avuto successo nel manipolare biecamente il tradizionale attaccamento alla religione dei non istruiti a loro favore (come hanno sempre fatto). Infatti, nel seggio da lui presieduto, al Fayoum, la maggioranza dei votanti ha firmato il registro con l’impronta digitale, perché non sapeva scrivere, e tutte queste persone hanno votato sì (ricordiamo che la segretezza del voto praticamente non esisteva).

Quel che è certo, è che è già iniziata la corsa per prepararsi alle prossime elezioni, e le forze di opposizione dovranno fare uno sforzo straordinario per mettersi alla pari con i Fratelli Musulmani e il Partito Nazionale Democratico. Il vice premier Yehia al-Gamal ha annunciato che presto l’esercito emanerà una dichiarazione costituzionale temporanea, contenente gli articoli emendati, che servirà a governare la prossima fase politica, fino alle elezioni. Nel frattempo, ognuno fa le proprie mosse. I Fratelli Musulmani dicono che stanno rivedendo il loro programma. Sembra che abbiano intenzione di accettare la possibilità per una donna o un cristiano di candidarsi alla Presidenza. Un segno dei tempi! Sharaf e al-Gamal, invece, hanno incontrato Papa Shenouda per sincerarsi della sua salute e chiedergli di pregare per l’Egitto. In realtà, l’hanno anche incontrato per rassicurarlo sul futuro dei copti nel paese e per domandargli di tranquillizzarli (tradotto: di smettere di manifestare). Papa Shenouda ha chiesto al primo ministro la riapertura di alcune chiese, chiuse da tempo, e la liberazione immediata di 21 manifestanti copti, arrestati in seguito alle loro dimostrazioni sotto il Maspero, il palazzo della tv. Inoltre, Papa Shenouda ha chiesto che venga aggiunta una postilla riguardante i copti all’articolo 2 della Costituzione, quello che sancisce l’islam come religione di stato. Questo ha fatto infuriare i laici, che non vogliono in nessun modo leggi diverse per appartenenti a religioni diverse. E il dibattito continua…

Si registrano anche due nuovi candidati alla Presidenza: il primo è il vice presidente della Corte di Cassazione, mentre il secondo è l’ex comandante militare della guerra in Kuwait, al quale pare sia stata chiesta la candidatura da parte di un gruppo di giovani del 25 gennaio. tale gruppo avrebbe intenzione di fondare il Partito Nazionale Egiziano, con a capo il comandante. Un candidato militare, dunque, ma non un candidato dei militari.

Tuttavia, non c’è solo il dibattito elettorale ad attirare l’attenzione. Il governo transitorio, infatti, va avanti. Per cominciare, chiederà a Israele e Giordania di rivedere ufficialmente il prezzo al quale viene loro venduto il gas, decisione attesa da tempo dalla piazza. Poi, oggi è stato anche approvato il primo sindacato indipendente della storia egiziana. Si tratta del sindacato dei pensionati e si presume che non sarà l’ultimo. La ricostruzione, pertanto, procede. A volte si arresta, sbanda, rallenta, ma tutto sommato procede. Gli egiziani sono prudenti, ma sempre contenti.

 

 
 
 

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