8611 Libia, come i servizi francesi prepararono la rivolta

 
20110324 17:31:00 redazione-IT

[b]di Miguel Martinez – kelebeklerblog.com[/b]

L’attacco alla Libia ha probabilmente molte cause, che non conosceremo finché non potremo leggere le carte segrete; e quando potremo leggere le carte segrete, non gliene importerà più niente a nessuno, come avviene oggi con il Vietnam.
La nostra ipotesi – non la verità, la nostra ipotesi – è che l’attacco alla Libia sia in buona parte quello che la buonanima di Lenin avrebbe chiamato un conflitto inter-imperialista.
In sostanza – le grandi imprese italiane, fortemente appoggiate dal governo, hanno investito fortemente in Libia; e la Libia ha garantito l’energia che manda avanti la famosa Azienda Italia. Che poi è quella che permette al centrodestra di sopravvivere elettoralmente.

Per farlo, le aziende italiane hanno accettato condizioni molto favorevoli al governo libico, creando problemi seri alle aziende francesi. E queste ultime hanno un rapporto storico con uno Stato ben più serio di quello italiano.
Sia chiaro, se gli imprenditori francesi decidono di scippare quelli italiani, la cosa non ci fa soffrire particolarmente, e non tifiamo minimamente per i secondi. Però, più che tifare, a noi interessa capire.

Mentre l’Italia poteva permettersi il lusso di tifare per gli attacchi all’Iraq o all’Afghanistan, qui per la prima volta dovrà pagare un prezzo altissimo; e i primi a doverlo pagare saranno gli imprenditori italiani.

Da qui, una conseguenza assolutamente sorprendente. Certo, ci sono voci isolate di sinistra contro la guerra; ma la vera opposizione, dovuta a cause molto materiali, proviene dalla base del centrodestra, e viene cavalcata dalla Lega e dal quotidiano Libero.

Franco Bechis è un giornalista di Libero che fa da guardia del corpo mediatico di Silvio Berlusconi.

Lo fa però documentando le contraddizioni e le meschinità degli avversari del barzellettiere nazionale, e quindi presenta spesso materiali interessanti per chi, come noi, considera con lo stesso disprezzo gli esponenti di entrambe le fazioni.

Basandosi su documenti dei servizi francesi e su un articolo della newsletter (a pagamento) Maghreb Confidential, Bechis racconta la storia di Nouri Mesmari, capo del protocollo di Gheddafi, fuggito in Francia dove lavora con il Dsge – i servizi segreti francesi – alla preparazione di una curiosa spedizione mista di imprenditori e militari francesi a Benghasi. La delegazione incontra a Benghasi Abdallah Gehani, un colonnello dell’aeronautica che avrebbe poi preparato la rivolta libica.

Bechis racconta poi degli incontri tra Mesmari, il Dsge e i futuri dirigenti della rivolta…

Noi non crediamo, in genere, che una singola pista o una singola serie di incontri spieghi realtà enormi come una guerra.

Ma Franco Bechis presenta comunque un’interessante documentazione per una futura ricerca sulle vere cause di questa guerra: come sempre, noi ci troviamo già in guerra, prima ancora di sapere perché.

Fools rush in, where angels fear to tread.

Fonte: http://kelebeklerblog.com/2011/03/23/libia-come-i-servizi-francesi-prepararono-la-rivolta/.
Sarkozy-Libia-guerra-all’Italia

Sarkozy manovra la rivolta libica.

di Franco Bechis – libero-news.it

[b]Prima tappa del viaggio. [/b]

Venti ottobre 2010, Tunisi. Qui è sceso con tutta la sua famiglia da un aereo della Lybian Airlines Nouri Mesmari, capo del protocollo della corte del colonnello Muammar El Gheddafi. È uno dei più alti papaveri del regime libico, da sempre a fianco del colonnello.

L`unico- per capirci- che insieme al ministro degli Esteri Mussa Koussa aveva accesso diretto alle residence del raìs senza bisogno di bussare.
L`unico a potere varcare la soglia della suite 204 del vecchio circolo ufficiale di Bengasi, dove il colonnello libico ha ospitato con grandi onori il premier italiano Silvio Berlusconi durante le visite ufficiali in Libia. Quello sbarco a Tunisi di Mesmari dura poche ore. Non si sa chi incontri nella capitale dove ancora la rivolta contro Ben Ali cova sotto le ceneri.
Ma è ormai certo che proprio in quelle ore e in quelle immediatamente successive Mesmari getti i ponti di quella che a metà febbraio sarebbe diventata la ribellione della Cirenaica.
E prepara la possibile spallata a Gheddafi cercando e ottenendo l`alleanza su due fronti: il primo è quello della dissidenza tunisina. Il secondo è quello della Francia di Nicholas Sarkozy.
Ed entrambe le alleanze gli riescono.

Lo testimoniano alcuni clamorosi documenti della Dgse (direzione generale della sicurezza estera), il servizio segreto francese e una clamorosa serie di notizie fatte circolare in ambienti diplomatici francesi da una news letter loro dedicata, Maghreb Confindential (di cui esiste una versione sintetica e accessibile a pagamento).

Mesmari arriva a Parigi il giorno successivo, 21 ottobre. E da lì non si muoverà più. In Libia non ha nascosto il suo viaggio in Francia, visto che si è portato dietro tutta la famiglia. La versione è che è a Parigi per delicate cure mediche e probabilmente per un`operazione. Ma di medici non ne vedrai mai nemmeno uno. Quel che vedrà invece ogni giorno sono funzionari del servizio segreto francese.

[b]La riunione[/b]

Sicuramente ai primi di novembre sono visti entrare all`Hotel Concorde Lafayette di Parigi, dove Mesmari soggiorna, alcuni stretti collaboratori del presidente francese Sarkozy. Il 16 novembre c`è una fila di auto blu fuori dall`hotel. Nella suite di Mesmari si svolge una lunga e fitta riunione. Due giorni dopo parte per Bengasi una strana e fitta delegazione commerciale francese. Ci sono funzionari del ministero dell`Agricoltura, dirigenti della France Export Cereales e della France Agrimer e manager della Soufflet, della Louis Dreyfus, della Glencore, della Cani Cereales, della Cargill e della Conagra.

Una spedizione commerciale, sulla carta, per cercare di ottenere proprio a Bengasi ricche commesse libiche. Ma nel gruppo sono mescolati anche militari della sicurezza francese, travestiti da business man.

A Bengasi incontreranno un colonnello dell`aereonautica libica indicato da Mesmari: Abdallah Gehani. È un insospettabile, ma l`ex capo del protocollo di Gheddafi ha rivelato che è disposto a disertare e che ha anche buoni contatti con la dissidenza tunisina.

L`operazione è condotta in gran segreto, ma qualcosa giunge agli uomini più vicini a Gheddafi. Il colonnello intuisce qualcosa. Il 28 novembre firma un mandato di cattura internazionale nei confronti di Mesmari.

L`ordine viene trasmesso anche alla Francia attraverso i canali protocollari.

I francesi si allarmano, e decidono di eseguire formalmente l`arresto.

Quattro giorni dopo, i12 dicembre, viene fatta filtrare la notizia proprio da Parigi. Non si indica il nome, ma si rivela che la polizia francese ha arrestato uno dei principali collaboratori di Gheddafi. La Libia si tranquillizza sulle prime. Poi viene a sapere che Mesmari è in realtà agli arresti domiciliari nella suite del Concorde Lafayette. E il raìs comincia ad agitarsi.

[b]La furia del raìs[/b]

Quando arriva la notizia che Mesmari ha chiesto ufficialmente alla Fancia asilo politico, Gheddafi si infuria fa ritirare il passaporto perfino al suo ministro degli Esteri, Mussa Kussa, accusato di responsabilità nella defezione e nel tradimento di Mesmari.
Poi prova a inviare suoi uomini a Parigi con messaggi per il traditore: "torna, sarai perdonato". Il 16 dicembre ci prova Abdallah Mansour, capo della redio-televisione libica. I francesi però lo fermano all`ingresso dell`Hotel. I123 dicembre arrivano altri libici a Parigi. Sono Farj Charrant, Fathi Boukhris e All Ounes Mansouri.

Li conosceremo meglio dopo il 17 febbraio: perché proprio loro insieme ad Al Hajji guideranno la rivolta di Bengasi contro i miliziani del colonnello.
I tre sono autorizzati dai francesi a uscire a pranzo con Mesmari in un elegante ristorante sugli Champs Elysèes. Ci sono anche funzionari dell`Eliseo e alcuni dirigenti del servizio segreto francese. Tra Natale e Capodanno esce su Maghreb Confidential la notizia che Bengasi ribolle (in quel momento non lo sa nessuno nel mondo), e perfino l`indiscrezione su alcuni aiuti logistici e militari che sarebbero arrivati nella seconda città della Libia proprio dalla Francia. Oramai è chiaro che Mesmari è diventato la leva in mano a Sarkozy per fare saltare Gheddafi in Libia. La newsletter riservata su Maghreb comincia a fare trapelare i contenuti della sua collaborazione.

Mesmari viene soprannominato " Libyan Wikileak", perché uno dopo l`altro svela i segreti della difesa militare del colonnello e racconta ogni particolare sulle alleanze diplomatiche e finanziarie del regime, descrivendo pure la mappa del dissenso e le forze che sono in campo.
A metà gennaio la Francia ha in mano tutte le chiavi per tentare di ribaltare il colonnello. Ma qualcosa sfugge. Il 22 gennaio il capo dei servizi di intelligence della Cirenaica, un fedelissimo del colonnello, generale Aoudh Saaiti, arresta il colonnello dell`aeronautica Gehani, il referente segreto dei francesi fin dal 18 novembre.

Il 24 gennaio viene trasferito in un carcere di Tripoli, con l`accusa di avere creato una rete di social network in Cirenaica che inneggiava alla protesta tunisina contro Ben Alì. È troppo tardi però: Gehani con i francesi ha già preparato la rivolta di Bengasi.

Fonte: http://www.libero-news.it/

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[b]Revelan que servicios secretos franceses idearon derrocamiento de Gaddafi hace 5 meses[/b]

[url]http://www.elciudadano.cl/2011/03/26/revelan-que-servicios-secretos-franceses-idearon-derrocamiento-de-gaddafi-hace-5-meses/[/url]

Según el periodista de la derecha liberal italiana Franco Bechis, los servicios secretos franceses prepararon la revuelta en Libia desde noviembre de 2010.

Como señala Miguel Martínez en el sitio web progresista ComeDonChisciotte, estas revelaciones, alentadas por los servicios secretos italianos, deben interpretarse como una muestra de rivalidad en el seno del capitalismo europeo.

Red Voltaire precisa que Francia y Reino Unido se asociaron en este proyecto de derrocamiento de Muammar Al Gaddafi.

Sin embargo, el plan fue modificado en el contexto de las revoluciones árabes y Estados Unidos tomó entonces el control del mismo imponiendo sus propios objetivos (contrarrevolución en el mundo árabe y desembarco del AfriCom en el continente negro).

La actual coalición que está llevando a cabo la intervención militar en Libia sería por lo tanto el resultado de ambiciones diversas, lo que explicaría las contradicciones internas existentes.

Según revela Bechis en sus escritos, el 20 de octubre de 2010 Nuri Mesmari, el entonces Jefe de Protocolo de la corte de Muammar Al Gaddafi, visita la capital de Túnez durante unas horas para establecer los contactos para preparar la rebelión en Libia, concretamente en la región de la Cirenaica.

Además, Mesmari prepara la estocada contra Gaddafi aliándose con Francia.

Precisamente un día después, el 21 de octubre, Mesmari llega a París con toda su familia argumentando que va a someterse a un tratamiento médico y probablemente a una intervención quirúrgica. Pero jamás verá a ningún médico. En cambio, si verá, y todos los días, a varios funcionarios de los servicios secretos franceses. Mesmari pide finalmente asilo político en Francia.

[b]La reunión[/b]

Está comprobado que estrechos colaboradores del presidente francés fueron vistos a principios de noviembre mientras entraban en el hotel Concorde Lafayette de París, donde se hospeda Mesmari.

El 16 de noviembre, una hilera de autos azules se mantiene ante el hotel. Una larga y concurrida reunión tiene lugar en la suite de Mesmari.

Dos días después, una nutrida y extraña delegación francesa sale para Benghazi. La componen funcionarios del ministerio de Agricultura, dirigentes de France Export Céréales y de France Agrimer, dirigentes de Soufflet, de Louis Dreyfus, de Glencore, de Cani Céréales, Cargill y Conagra.

En los papeles, se trata de una delegación comercial encargada de obtener, precisamente en Benghazi, importantes pedidos libios. Pero el grupo incluye también varios militares franceses camuflados como hombres de negocios.

En Benghazi van a reunirse con un coronel de la aviación libia cuyo nombre les ha proporcionado Mesmari: Abdallah Gehani. El hombre está por encima de toda sospecha, pero el ex jefe de protocolo de Gaddafi ha revelado que Gehani está dispuesto a desertar y que tiene también buenos contactos con la disidencia tunecina.

La operación se desarrolla en el mayor secreto, pero algo se filtra y llega a oídos de los hombres más cercanos a Gaddafi. El coronel sospecha algo. El 28 de noviembre firma una orden internacional de arresto contra Mesmari.

La orden llega también a Francia a través de los canales protocolares. Alarmados, los franceses deciden acatar la orden de arresto de manera formal.

Cuatro días después, el 2 de diciembre, la noticia se filtra precisamente desde París. No se dan nombres, pero se revela que la policía francesa ha arrestado a uno de los principales colaboradores de Gaddafi.

Al principio, Libia se siente tranquila nuevamente. Hasta que se entera de que Mesmari está en realidad bajo arresto domiciliario en su suite del Hotel Concorde Lafayette. Gaddafi empieza a molestarse.

[b]La cólera de Gaddafi[/b]

Cuando llega la noticia de que Mesmari ha solicitado oficialmente asilo político en Francia, estalla la cólera de Gaddafi, quien ordena el retiro de pasaportes, incluso al propio ministro de Relaciones Exteriores Mussa Kussa, acusado de ser responsable de la deserción de Mesmari.

Después trata de enviar a sus hombres a París, con mensajes para el traidor: «Regresa. Serás perdonado». El 16 de diciembre, es Abdallah Mansur, jefe de la televisión libia, quien trata de hacer llegar el mensaje. Los franceses lo detienen a la entrada del hotel. Otros libios llegan a París el 23 de diciembre. Son Farj Charrant, Fathi Bukhris y Alla Unes Mansuri.

Los conoceremos mejor después del 17 de febrero, porque son precisamente ellos quienes, junto a Al Hadji, dirigirán la revuelta de Benghazi contra las milicias del coronel.

Los franceses autorizan a estos tres personajes a salir a cenar con Mesmari en un elegante restaurante de los Campos Elíseos. También participan en la cena varios funcionarios de la presidencia de la República Francesa y algunos dirigentes de los servicios secretos franceses.

Entre la Navidad y el Día de Año Nuevo aparece en el boletín Maghreb Confidential la noticia de que Benghazi se encuentra en ebullición –cosa que nadie sabe todavía– y también aparecen varias indiscreciones sobre ciertas ayudas logísticas y militares que parecen haber llegado a la segunda ciudad libia, ayudas provenientes precisamente de Francia.

Ya está claro que Mesmari se ha convertido en un instrumento en manos de Sarkozy, quien trata de sacar a Gaddafi de Libia. El boletín confidencial sobre el norte de África comienza a filtrar los contenidos de esta colaboración.

Mesmari se gana el apodo de «Libyan Wikileak» porque revela uno tras otro los secretos de la defensa militar del coronel y cuenta todos los detalles sobre las alianzas diplomáticas y financieras, trazando incluso un verdadero mapa de la distribución de los sectores en desacuerdo y de las fuerzas que se encuentran en el terreno.

A mediados de enero, Francia tiene en mano todas las llaves para tratar de derrocar al coronel. Pero se produce una filtración. El 22 de enero, el jefe de los servicios secretos en la región de Cirenaica, fiel a Gaddafi, el general Audh Saaiti, arresta al coronel de aviación Gehani, quien trabaja en secreto para los franceses desde el 18 de noviembre.

El 24 de enero, Gehani es enviado a una prisión en Trípoli, acusado de haber creado en Cirenaica una red social que elogiaba la oposición tunecina contra Ben Ali. Pero es demasiado tarde. Gehani ya tenía preparada la revuelta de Benghazi, con los franceses.

LibreRed.net (Con información de Red Voltaire y Franco Bechis, del diario Libero)

 

 
 
 

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