8609 TONI CRITICI SULLA STAMPA AFRICANA PER L'AGGRESSIONE ALLA LIBIA

 
20110323 21:55:00 redazione-IT

(da Misna)

E’ per lo più critica l’analisi della stampa africana sull’operazione militare occidentale, l’ “Alba dell’Odissea” (“Odyssey Dawn”), in corso da domenica sulla Libia solo poche ore dopo l’approvazione da parte del Consiglio di sicurezza Onu della risoluzione 1973.

“Più che un intervento per ‘proteggere popolazioni civili’, sul terreno l’operazione è già diventata una strategia offensiva contro il colonnello Muammar Gheddafi, bersaglio militare” scrive il quotidiano burkinabè ‘Le Pays’ evidenziando i forti disaccordi che spaccano la coalizione. “Dilaniate tra il terrore di una situazione che si possa impantanare, come in Afghanistan, e la voglia di far fuori l’indomabile beduino, ieri ricevuto in pompa magna nelle capitali europee, le parti coinvolte nell’intervento non sanno più a chi affidare il comando” si legge nell’editoriale a firma di Alain Saint Robespierre.

Per ‘Sidwaya’, altro giornale del Burkina Faso, “l’espressione dei due pesi due misure nella diplomazia internazionale trova il suo massimo significato sul continente africano alla luce di quello che viviamo da diversi giorni”: se da una parte le grandi potenze si sono mosse in fretta sulla Libia, ricca di petrolio e gas naturale, dall’altra “c’è un silenzio sulle uccisioni quotidiane e il furto elettorale di Laurent Gbgabo in Costa d’Avorio”, paese del cacao.

Oltre tutto a muovere la comunità internazionale, secondo la stampa continentale, c’è la volontà di preservare “i propri interessi finanziari, più o meno celati dietro una motivazione ipocrita” quale la libertà dei popoli e la loro incolumità. “La potenza dell’Occidente, inebriato dal sangue di popoli già sottomessi da sei secoli, fa parlare il cannone laddove il suo piano di conquista pacifica è sconfitto” scrive con parole forti il movimento della ‘Gioventù unita per la democrazia in Africa’ in una lunga analisi rilanciata dal sito ‘Africatime’. “L’urgenza dell’azione militare occidentale va di pari passo con la sua avidità. Si cerca di impedire al potere libico di riprendere il controllo della produzione petrolifera ma anche di portare avanti gli interessi delle multinazionali petrolifere che da un mese portano via l’oro nero quasi gratuitamente, realizzando succosi profitti” si legge ancora nell’editoriale che insiste sulle gravi distruzioni di infrastrutture in atto e la futura spartizione delle potenze straniere per la futura ricostruzione della Libia. “Questa aggressione militare presentata come azione umanitaria non si fa certamente in nome della libertà dei libici (…) se il popolo libico è scontento di Gheddafi finirà per trionfare da solo” conclude il movimento della ‘Gioventù unita per la democrazia in Africa’.

Per altri si tratta di una “politica del cannone presentata con una parvenza giuridica” che non farà altro che danneggiare l’economia libica in forte crescita mentre “Gheddafi era diventato un campione dell’economia per l’Africa e il Medio Oriente (…) certamente eccentrico ma che faceva da perno tra il mondo arabo e il continente africano” secondo l’editoriale pubblicato da “Les Afriques” intitolato “Il triplo errore dell’Occidente in Libia”. Pesanti saranno le conseguenze sull’economia dell’intero continente, anche in termini di posti di lavoro afferma il sito ‘Maliweb’ che presenta Gheddafi come uno dei massimi leader del panafricanismo, arduo difensore dell’unità continentale.

“Gli occidentali non amano i massici investimenti libici in Africa (ingenti nei settori del turismo, della costruzione e dell’agricoltura, ndr) ma soprattutto la crescente influenza di Gheddafi, riuscito a demistificare gli occidentali agli occhi dei suoi omologhi africani” scrive ‘Maliweb’ interrogandosi sulle motivazioni profonde di un “tale accanimento nei confronti del colonnello libico e non dell’ivoriano Gbagbo”.

In conclusione le ultime vicissitudini sull’intervento militare occidentale hanno portato alla luce la profonda crisi di credibilità e la perdita di coesione dell’Unione Africana (UA): in soli dieci giorni, dalla creazione di un suo comitato ad hoc sulla Libia, l’UA è stata totalmente esclusa sulla scena internazionale su una questione continentale. “Sarebbe il caso che sulle questioni africane le risposte e le soluzioni siano tutte africane (…) Il continente potrebbe avere una maggiore coesione nella riflessione e nell’azione. L’UA dovrebbe piangere meno, fare meno la parte della vittima e di più quella del gendarme per il bene degli africani” conclude un articolo rilanciato da ‘Africatime’ su come “L’affare Gheddafi avveleni l’Unione Africana che non sa più a che santo votarsi”.

http://www.misna.org/altro/intervento-internazionale-toni-critici-sulla-stampa-africana/

 

 
 
 

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