8642 Libia, si spara uranio impoverito

 
20110330 20:48:00 redazione-IT

[b]di Gianluca Di Feo[/b]

[i]Sulla Sirte sono entrati in azione gli aerei A-10 Warthog: sparano proiettili con questo metallo pesante che lascia intorno al bersaglio una nuvola di microparticelle radioattive. I cui effetti sulla salute possono essere molto gravi[/i] – (29 marzo 2011 – da "L’Espresso")

L’aereo americano A 10 WARTHOGE’ lo spettro degli ultimi conflitti, oggi reso ancora più inquietante dalla lunga ombra della catastrofe nucleare giapponese: l’uranio impoverito. Proiettili capaci di bucare qualunque corazza, grazie alla forza di penetrazione dei residui di combustibili atomici. Ma che lasciano intorno al bersaglio una nuvola di microparticelle radioattive, una polvere destinata secondo molti studi a creare danni all’ambiente e alla salute per anni. Lunedì 28 marzo il Pentagono ha confermato che in Libia sono entrati in azione gli A-10 Warthog, gli unici aerei che utilizzano queste pallottole devastanti.

Alle domande dei giornalisti, il contrammiraglio Bill Gortney, comandante dello Stato maggiore statunitense, ha risposto con chiarezza: «Nello scorso weekend abbiamo impiegato gli A-10». Nonostante l’insistenza dei cronisti, si è però rifiutato di fornire dettagli sul tipo di missione condotte dai Warthog, i "facoceri" dell’Us Air Force. Gli è stato domandato se abbiano condotto raid contro le forze di Gheddafi trincerate nelle città, se stessero aprendo la strada ai ribelli eliminando i nuclei di resistenza con un «supporto ravvicinato». Ma l’alto ufficiale ha ribadito che «non intendiamo fornire dettagli sul tipo di armi impiegate».

Oggi la decisione di mandare gli A-10 in Libia segna il cambiamento del conflitto. Una settimana di assalti con aerei e missili ha raso al suolo le installazioni del regime, adesso bisogna dare la caccia ai singoli carri armati e semoventi, piazzati tra le case o in postazioni protette. Le squadriglie sono costrette a volare a bassa quota, esponendosi ai tiri delle mitragliere o dei missili terra-aria spalleggiabili dei soldati di Gheddafi.

I "Facoceri" invece sono corazzati e hanno motori progettati per sopravvivere al fuoco di queste armi: possono entrare in azione senza temere la reazione delle truppe lealiste. Gli A-10 infatti sono aerei molto particolari. Vennero progettati ai tempi della Guerra fredda per bloccare le colonne di carri armati sovietici. In pratica, il jet è disegnato intorno a un grande cannone a canne rotanti da 30 millimetri, lungo più di sei metri: un’arma spaventosa, chiamata "Avenger" ossia "Il vendicatore" che spara fino a 4200 colpi in un minuto. In genere, le raffiche sono di 50 colpi in mezzo secondo accompagnate da un suono sinistro, una sorta di ululato creato dal meccanismo del cannone. Per renderlo più efficace furono create le munizioni con una testata di uranio impoverito, molto più dura di qualunque altro metallo e quindi capace di bucare le difese di ogni veicolo blindato.

Il primo impiego massiccio fu nel 1991 durante la prima guerra del Golfo, quando centinaia di tank iracheni vennero messi fuori combattimento dagli Avenger. Poi sono tornati in azione sulla Bosnia e soprattutto nel Kosovo per snidare i carri armati serbi mimetizzati: ma a fronte di migliaia di pallottole esplose solo poche decine di bersagli vennero distrutti. Infine l’Iraq nel 2003 e l’Afghanistan, dove però gli A-10 impiegano un numero ridotto di munizioni a uranio impoverito: i talebani non hanno mezzi corazzati e gli americani preferiscono utilizzare soprattutto proiettili tradizionali con carica esplosiva, alternandoli a pochissime testate ad uranio per neutralizzare rocce e rifugi.

Il tipo di operazioni in corso in Libia invece richiede le munizioni a uranio impoverito: i Warthog devono eliminare uno ad uno i tank di Gheddafi e per farlo l’uso di quei proiettili è inevitabile. Ciascuno è lungo circa 30 centimetri e contiene circa 300 grammi di uranio impoverito: in pratica ogni raffica disperde circa 15 chili di uranio impoverito. Il Pentagono sostiene che la radioattività di queste armi è molto limitata, pari a quella di molte rocce naturali. Gli studi condotti dopo la Guerra del 1991 invece hanno dimostrato un legame tra l’uso delle munizioni e tassi elevati di alcuni tumori tra i reduci più esposti. Fegato, reni, cuore e cervello si ritiene che subiscano danni per questa sostanza. In genere, quando la pallottola si scontra con una corazza tende a esplodere, disperdendo una nuvola di nanoparticelle intorno al punto di impatto: elementi microscopici che quindi vanno a contaminare un’area difficile da delimitare.

http://espresso.repubblica.it/dettaglio/libia-si-spara-uranio-impoverito/2147840

 

 
 
 

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