8637 I ribelli libici: 'rispetteremo i trattati con l’Italia contro gli immigrati'

 
20110329 22:07:00 redazione-IT

[b]di Marco Santopadre[/b]- Radio Città Aperta
Fino ad ora i ‘ribelli’ libici sono rimasti nell’ombra, rappresentando un’entità politica fantasmagorica che ognuno ha potuto, in mancanza di prese di posizione o smentite ufficiali, assimilare al proprio punto di vista e piegare alle proprie necessità politiche. Per i regimi europei impegnati nei bombardamenti i ribelli rappresentano un’alternativa democratica a Gheddafi, per alcuni movimenti di sinistra pure schierati contro la guerra quelli di Bengasi sarebbero addirittura a capo di una ‘rivoluzione democratica’. Sullo, il direttore della rivista Carta, è arrivato qualche giorno fa a proporre l’assurdo paragone ‘ribelli di Bengasi/zapatisti del Chipas’.
Ma negli ultimi giorni, man mano che si chiarisce il quadro all’interno dell’area della Cirenaica sottratta a suon di bombe Nato al controllo di Tripoli, la posizione dei cosiddetti ‘ribelli’ appare sempre meno allettante per quei settori del mondo politico progressista finora tentennanti nel prendere una posizione netta contro l’aggressione militare alla Libia. D’altronde, quando si chiede e ‘ottiene’ l’intervento militare e politico di un così alto numero di potenze imperialiste, il conto da pagare non può che essere salato. Per il popolo libico, ovviamente.
Ed infatti ieri sera il portavoce dei ribelli libici è intervenuto a Porta a Porta, assicurando che la Libia del dopo-Gheddafi (o comunque almeno la Cirenaica) rispetterà tutti gli accordi già stipulati con l’Italia dal regime del colonnello, inclusi quelli che riguardano il contrasto alla cosiddetta “emigrazione clandestina” e i contratti petroliferi con l’Eni.

(nella foto: Mustafa Abdel Jalil)

Anche se, poche ore prima, lo stesso rappresentante dei ribelli aveva affermato che le risorse petrolifere del paese saranno gestite ”in base alle posizioni che i paesi stanno assumendo rispetto alla Libia in questi momenti difficili”. A parlare è stato il presidente del Comitato Nazionale di Transizione, Mustafa Abdel Jalil, che durante la trasmissione di Vespa ha auspicato che gli “amichevoli rapporti” con l’Italia si rafforzino. “Parteciperemo agli sforzi per fermare l’immigrazione clandestina impedendo loro di entrare in Libia e combattendo le organizzazioni criminali che lo permettono”, ha scandito Jalil, che d’altronde è stato il ministro della Giustizia di Gheddafi fino a meno di due mesi fa. Jalil, che è intervenuto in collegamento da una località tenuta segreta per motivi di sicurezza, ha detto chiaramente che verrà rispettato anche il vergognoso trattato italo-libico firmato dal presidente del Consiglio Silvio Berlusconi e dal colonnello Muammar Gheddafi: un’intesa che prevede anche un aiuto economico e militare da parte dell’Italia per controllare le coste e impedire la pressione migratoria dal sud. Quello che di fatto ha portato alla costruzione nel deserto libico dei famigerati campi di concentramento nei quali rinchiudere migliaia di immigrati provenienti dal Centro Africa.
“Qualsiasi trattato o accordo che è stato stipulato” ha detto Jalil, “noi lo rispetteremo e cercheremo di applicarlo al meglio”. Una dichiarazione che sicuramente tranquillizza la Lega ma che la dice lunga sul carattere democratico o semplicemente alternativo a Gheddafi dei cosiddetti ribelli di Bengasi… Chi sa se a sinistra si continuerà a far finta di niente e si continuerà a mettere in bocca ai ribelli libici una posizione politica e una sensibilità democratica priva di ogni fondamento.(…)

http://www.radiocittaperta.it/index.php?option=com_content&task=view&id=6199&Itemid=9

 

 
 
 

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