8631 Gheddafi: «Sterminio come sotto Hitler»

 
20110329 11:37:00 redazione-IT

[b]Messaggio del Colonnello nel giorno del vertice di Londra. Si discute di possibile esilio, ma i ribelli dicono no. Il Colonnello: «La crisi libica sia gestita dall’Unione africana: faremo ciò che dice». Gheddafi: «Sterminio come sotto Hitler». Messaggio del Colonnello nel giorno del vertice di Londra. [/b] (da Il Corriere della Sera)

MILANO – «Lasciate che sia l’Unione africana a gestire la crisi, la Libia accetterà tutto quello che l’Ua deciderà». È quanto ha dichiarato oggi il leader libico Muammar Gheddafi, nel messaggio pubblicato dall’agenzia ufficiale Jana. L’Unione africana si è opposta a ogni intervento militare straniero in Libia e ha creato un comitato, formato da cinque capi di Stato e dal presidente della Commissione dell’Ua, Jean Ping, per seguire la situazione in Libia.

LA ROAD MAP – Nel vertice dell’Ua tenuto la scorsa settimana ad Addis Abeba, il governo libico si è già detto «pronto ad applicare la road map» proposta dalla stessa Unione, in cambio di un cessate il fuoco e della fine delle operazioni della coalizione internazionale. L’Ua ha proposto una cessazione immediata dei combattimenti e l’apertura di un dialogo tra libici, preliminare a una «transizione» democratica.

L’IPOTESI DELL’ESILIO – Il ministro degli Esteri italiano, Franco Frattini, ha anche ipotizzato che proprio dai Paesi africani potrebbero arrivare proposte per garantire l’esilio a Gheddafi, in cambio di una cessazione delle ostilità. «Vi sono paesi africani che potrebbero offrire ospitalità» al colonnello, anche se per ora «non ci sono ancora proposte formali», ha detto ieri Frattini. Fonti vicine a Muammar Gheddafi hanno tuttavia detto alla Bbc che il rais libico «difficilmente se ne andrà in esilio di sua volontà, a meno che non sia assolutamente costretto». La fonte ha detto alla Bbc: «Offrigli un rifugio è qualcosa che non gli interessa, a meno che non gli sia chiaro che non ha alternative». Lo stesso Consiglio nazionale di transizione, l’organismo di rappresentanza degli insorti, ha spiegato che quella dell’esilio è una condizione «non negoziabile» chiedendo invece che il rais sia giudicato dalla giustizia internazionale.
«LA LIBIA AI LIBICI» - L’Unione Africana avrebbe dovuto partecipare oggi al vertice del «gruppo di contatto» sulla Libia in programma a Londra. Ma un portavoce del ministero degli Esteri britannico ha spiegato che l’Ua diserterà l’incontro, anche se nono sono state specificate le ragioni della scelta. Nel suo messaggio, Gheddafi ha invitato il gruppo di contatto a fermare «la vostra offensiva barbara e ingiusta contro la Libia»: «Lasciate la Libia ai libici, state eseguendo un’operazione di sterminio, state distruggendo un popolo che viveva in pace e in sicurezza, state per distruggere un paese in corso di sviluppo». Gheddafi ha quindi paragonato l’operazione militare alleata in Libia alla campagna di Hitler in Europa: «Sembra che voi in Europa e negli Stati Uniti non comprendiate che questa operazione militare, barbara e malefica, somiglia alle campagne di Hitler quando invadeva l’Europa e bombardava il Regno Unito».
VIDECONFERENZA A QUATTRO, ITALIA FUORI – Il discorso di Obama era stato preceduto, lunedì sera, da una videoconferenza tra lo stesso presidente americano, il presidente francese Nicolas Sarkozy, il premier britannico David Cameron e la cancelliera tedesca Angela Merkel. L’incontro è iniziato intorno alle 19.15. I quattro hanno discusso della situazione in Libia e dei piani in vista del vertice in programma martedì a Londra. L’altro grande Paese protagonista della coalizione, vale a dire l’Italia, non è stato invitato alla videoconferenza. Il ministro degli Esteri Franco Frattini, intervistato su La7, ha detto che nella videoconferenza «non si sta decidendo niente e l’Italia non soffre affatto di sindrome da esclusione». Rivolto poi al Pd che per bocca di Lapo Pistelli aveva parlato in precedenza di un’Italia «lasciata fuori dalla porta» Frattini replica: «Se pensano che il bene dell’Italia è speculare sulla politica estera continuino a farlo…». Alla fine della videoconferenza, una nota dell’Eliseo ha comunicato che i quattro leader hanno «espresso sostegno alla conferenza che si svolge martedì a Londra e che deve riunire la comunità internazionale a sostegno della transizione politica in Libia». Nell’incontro si è parlato anche «del sostegno al processo di transizione in Egitto e della necessità di rilanciare il processo di negoziato israelo-palestinese»
RUSSIA – In precedenza sul fronte diplomatico si era registrato l’intervento della Russia. Per Mosca l’intervento della coalizione nella guerra civile non è stato autorizzato dalla risoluzione 1973 del consiglio di sicurezza. Lo ha detto il ministro degli Esteri russo, Serghiei Lavrov: «Noi consideriamo che l’intervento della coalizione in quella che è essenzialmente una guerra civile interna non è stato autorizzato dalla risoluzione del consiglio di sicurezza dell’Onu», ha dichiarato il capo della diplomazia russa, ribadendo comunque che la difesa della popolazione civile «resta la nostra priorità». La decisione della Nato di assumere il comando delle operazioni in Libia rispetta la risoluzione 1973 del consiglio di sicurezza dell’Onu ma il suo unico mandato – ha aggiunto Lavrov – deve essere quello di proteggere la popolazione civile.
LA MEDIAZIONE TURCA – Intanto, dopo la formalizzazione del passaggio alla Nato del comando di tutte le operazioni militari legate al rispetto della risoluzione 1973 dell’Onu, ovvero l’embargo, l’istituzione della no fly zone e la protezione dei civili dagli attacchi delle truppe governative, la Turchia si offre come mediatore per raggiungere «prima possibile» un cessate il fuoco tra le parti per evitare che la Libia si trasformi in un nuovo Iraq o Afghanistan. Lo ha dichiarato in un’intervista al britannico Guardian il premier turco Recep Tayyip Erdogan, che ha rivelato come siano già in corso contatti con i delegati di Gheddafi ed esponenti del Consiglio Nazionale Transitorio di Bengasi. Non solo. Erdogan riferisce che la Turchia, in accordo con la Nato, sta per assumere il controllo del porto di Bengasi per la gestione degli aiuti umanitari. Erdogan chiarisce che intende agire «nella cornice delle indicazioni della Nato, della Lega Araba e dell’Unione Africana». «Al momento è in corso una guerra civile in Libia e noi dobbiamo porvi fine», ha dichiarato il premier turco. I ribelli: «Presa Sirte».

http://www.corriere.it/esteri/11_marzo_29/messaggio-gheddafi-crisi-gestita-da-unione-africana_4981b016-59dd-11e0-b755-6c1c80e280c5.shtml

 

 
 
 

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