8656 I pacifisti tornano in piazza in Italia: "Aboliamo la guerra"

 
20110402 20:33:00 redazione-IT

Manifestazioni a Roma a Milano, Bologna, Napoli, Torino. E poi a Sigonella e ad Aviano nei pressi delle basi militari.

ROMA – Il movimento per la pace torna in piazza. Nel pieno della guerra civile in Libia, con conseguente intervento della Nato, i pacifisti sventolano nuovamente le bandiere arcobaleno. Una manifestazione si è svolta nel pomeriggio in piazza Navona a Roma. Ma anche a Milano, Bologna, Napoli, Torino. E poi a Sigonella e ad Aviano, vicino alle basi militari.

"La guerra non si può umanizzare. Si può solo abolire" scandiscono quelli di Emergency citando Albert Einstein e il suo manifesto contro la guerra. Chiedendo al governo "il rispetto dell’articolo 11 della Costituzione, secondo cui l’Italia ripudia la guerra". Sul palco di piazza Navona con il fondatore di Emergency Gino Strada ci sono Moni Ovadia, Vauro Senesi, Amanda Sandrelli, Frankie Hi-Nrg e Dario Vergassola. Mentre sul web l’appello è stato sottoscritto da 20mila cittadini. Tra i tanti Carlo Rubbia, Luigi Ciotti, Renzo Piano, Maurizio Landini, Massimiliano Fuksas, Luisa Morgantini, Lella Costa, Riccardo Scamarcio, Valeria Solarino, Vittorio Agnoletto, Paolo Beni e Alex Zanotelli.

Molte anche le adesioni dei partiti, gruppi e esponenti della cultura e dello spettacolo: Fiom, Arci, Acli, Libera, Gruppo Abele, Anpi. Poi Sinistra Ecologia e Libertà e la Federazione della Sinistra.

Dal palco di piazza Navona risuonano le parole di Bertolt Brecht, Albert Einstein, Bertrand Russel, Nelson Mandela, don Milani, Norberto Bobbio, Hannah Arendt, Salvatore Quasimodo, Gianni Rodari e Howard Zinn. La musica la assicurano, invece, oltre a Frankie Hi-Nrg, gli Assalti Frontali e Andrea Rivera.

La piazza chiede al governo il rispetto dell’articolo 11 della Costituzione: "L’Italia ripudia la guerra". Per fare questo Emergency ha lanciato dal palco un appello che chiunque può sottoscrivere andando sul sito www.dueaprile.it 1. "Quando si bombarda si chiama guerra – dice Strada – poi si possono utilizzare tutti gli aggettivi ma rimane sempre una guerra. Il problema non è cosa si può fare ora ma cosa si poteva fare in questi anni". "Alle armi – continua il fondatore di Emergency – non si può mai dire di sì così come di fronte a chi fugge dalla guerra per noi non esistono differenze: non ci sono né clandestini, né immigrati, né profughi ma solo persone da accogliere e da aiutare".

Sul banco degli imputati non c’è solo il governo ma anche l’opposizione, in particolare il Pd, favorevole all’intervento militare in Libia. "E’ vero che voi di Emergency aiutate i più deboli? – chiede dal palco Dario Vergassola – e allora, dai, mandatecelo qualche volontario alle sedi del Pd…".

Pochi i politici presenti. C’è il portavoce della Federazione della sinistra Paolo Ferrero, c’è qualche ex parlamentare di Rifondazione comunista come Giovanni Russo Spena. L’unico esponente democratico è Enrico Gasbarra, che ha da subito espresso il suo dissenso rispetto alle scelte del partito sull’intervento in Libia. "Non ci stupiamo più – sbotta un manifestante – ma che il Pd le sembra una forza progressista? E’ al massimo di centro…".

Milano. Circa 500 le persone che si sono ritrovate in presidio in piazza Fontana per chiedere "lo stop ai bombardamenti e il cessate il fuoco in libia".

http://www.repubblica.it/politica/2011/04/02/news/navona_strada-14409629/?ref=HREC1-1

 

 
 
 

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