8655 Obama, Nobel per la pace: in futuro un pò più di attenzione.

 
20110402 13:02:00 redazione-IT

[b]di Tonino D’Orazio[/b]

In Libia è iniziata la guerra di terra. Obama ha firmato un ordine segreto che autorizza l’invio di aiuti ai ribelli libici. Fonti del governo Obama. Secondo le fonti “telefonate” del New York Times, americani e britannici sono già sul terreno in Libia. Meglio dirlo subito, tanto dopo si viene a sapere. La Nato ha assunto il comando delle operazioni, al via "Unified protector" aspettando, con qualche giorno di ritardo (che oggi si capisce), che gli americani e i soliti britannici fossero già sul terreno, in Libia. Con il passaggio sotto la catena di comando della Nato, la missione Odissea all’alba si e’ convertita in Unified protector, protezione unificata, una nuova guerra umanitaria in atto.

Informazione embed. Piccoli gruppi di agenti della CIA e dello spionaggio britannico, (la storia si ripete, da Timisoara, all’Ukraina, alla Georgia ecc… ) oltre che soldati delle forze speciali britanniche guerrafondaie e sempre presenti, si trovano nel paese da settimane. Ovviamente hanno già scelto quale tribù, (o capo tribù perché questo è lo scacchiere della popolazione libica che pochi conoscono) dovrà governare quel paese a loro favore. Anzi uno di loro è già stato fatto arrivare a Londra in tutta fretta e di “sua spontanea volontà”. Forse hanno sbagliato nel darci notizie sulle eventuali formazioni di mercenari presenti nell’area di guerra parlando solo di africani.

Il francese e la tedesca, Sarkozy e Merkel, dopo le loro ultime elezioni amministrative, sono “ombre che camminano”. Uno viaggia, forse scappa, in giro per il mondo esportando la “grandeur” della Francia, l’altra non ha convinto i tedeschi sul benessere del nucleare, arrampicandosi sugli specchi delle finte decisioni immediate sull’onda delle emozioni nucleari provenienti dal Giappone.

Nessuno intende sostenere il dittatore Ghedaffi, ma i soliti noti per arraffare il petrolio sono, ed erano, già lì, e ormai non illudono più nessuno nell’esportare la democrazia capitalista, cioè quella che rende i ricchi più ricchi e i poveri più poveri.

Gli italiani vengono garantiti da Obama che "ha riconosciuto la competenza e la conoscenza dell’Italia della regione libica e ha ribadito la volontà di continuare con consultazioni ravvicinate tra i nostri due governi, in modo da agire per proteggere il popolo libico e far valere le risoluzioni 1970 e 1973 approvate dalle Nazioni Unite". Lo schiaffo di Londra era troppo diretto per uno che mette a disposizione tutti gli aeroporti e i porti militari del suo paese, piattaforma naturale del Mediterraneo.

Il segretario di Stato Hillary Clinton ha suggerito che l`embargo delle Nazioni Unite sull`invio di armi in Libia riguardi unicamente il governo, non gli insorti, ci mancherebbe. Anche se nessuno fino ad oggi si è sognato di intervenire per la libertà e la democrazia in quel paese. Sembra anzi un ipocrita condono diplomatico: la virtù di un atto permette di cancellare anni di nefandezze. Il comando navale della coalizione, sette barchette, poiché le portaerei non rientrano in questo ambito, affidato all’Italia per l’eventuale embargo di armi via mare, ha capito benissimo le disposizioni ricevute. Chiudete gli occhi quando passiamo noi con le armi umanitarie.

In realtà una risoluzione politica della situazione, voluta dalla Turchia, dall’Unione Africana, dai Paesi Arabi, oggi da Russia e Cina (che oggi si dicono spiacenti per la guerra in atto mentre potevano emendare o evitare il rischio dell’escalation), dimostrerebbe la stupidità dell’assalto alla baionetta in Libia con l’apertura di un altro fronte di guerra che nessuno si può permettere, solo se è possibile saldare il conto e avere benefici dal petrolio conquistato. Eppure già l’americana Oxy, la BP britannica e l’Eni italiana si dividevano il petrolio libico. Mancava la zelante Francia. Forse pagavano troppe royalties. Altra recente teoria capitalista: la pace si ottiene con la guerra umanitaria. Soprattutto se coincide con il petrolio.

Dopo, nel mondo, rimarrebbero da spogliare il Venezuela, il Brasile e l’Argentina. La Russia no, ci avevano provato con la corruzione, l’assedio “democratico” con i paesi satelliti, qualche scudo missilistico, ma poi è andata male. Però è bene che l’opinione mondiale cominci a catalogare i loro dirigenti nel campo di “piccoli dittatori”. Potrebbe servire nel futuro, anche se oggi i russi sono un po’ ostici.

E poi qual è la graduatoria vera dei “dittatori” nel mondo?
Sconcerta anche il silenzio dei governi di centro-sinistra latino-americani (Venezuela, Cuba, Nicaragua, Bolivia) sulla sanguinosa repressione ordinata da Ghedaffi, comunque responsabile di trucidare il suo popolo, e il loro non intervento diplomatico, tenuto conto delle relazioni intercorse tra loro e la Libia in funzione “anti americana”.

La cosa più penosa per il nostro paese è che sia scomparso quasi totalmente il popolo della pace, quello senza se e senza ma, quello delle bandiere arcobaleno. E anche che la Chiesa, ma già con il papa polacco, abbia ridotto al silenzio il Tavolo della Pace di Assisi, gestito a maggioranza dai cristiani impegnati; parla solo il Papa tedesco, che riuscirebbe a trovare ancora qualche problema sessuale sotto le macerie.

Ormai siamo un popolo addormentato, a larghissima maggioranza. Compreso il capo dello stato che ottiene i ringraziamenti di Obama per il suo decisivo impegno dell’Italia. Invece che da Ban Ki-Moon. Sapevo che la Nato fosse il Patto Atlantico, non quello Mediterraneo o Indiano. Devono avermi raccontato male la geografia. Eppure tutti dietro, anche all’ONU, che non ha deciso ciò che stanno facendo e che avrebbe dovuto invece creare e organizzare direttamente una forza di interposizione pan-araba e pan-africana, e non far giocare la carta del gendarme mondiale sempre agli stessi, che utilizzano sempre lo stesso metodo, arrivano e bombardano.

E poi non vincono mai niente. Nessuna capitale è stata democratizzata con le armi: Bagdad, Kabul, Mogadiscio, il Kossovo razzista e mafioso … Ma che importa, tanto ognuno crede quello che vuole. E poi, schierarsi con i più forti è sempre un esercizio vincente. E molti crederanno anche che i paesi costruiscono armi soprattutto per esportare la democrazia.

La stessa “opposizione” italiana plaude, così come i precedenti responsabili del bombardamento inutile della Serbia di qualche anno fa, all’impegno di “cooperazione civile” in Iraq e in Afganistan e del rifinanziamento delle missioni di “pace”. (Chissà perché ci sparano!).

Per la Libia sembra esserci un po’ di confusione, ma è una tecnica voluta. Non si sa mai chi vincerà alla lunga ed è bene stare in due staffe. Gli effetti collaterali non fanno parte dell’etica umana, sono purtroppo considerati ineluttabili. Altra assuefazione, soprattutto per chi non sta sotto le bombe e può ammirare in televisione i fuochi d’artificio sganciati da aerei rombanti di morte e stilisticamente bellissimi.
Forse il Nobel per la pace dovrebbe essere dato con più circospezione, e probabilmente mai all’uomo bianco o ai suoi rappresentanti.

 

 
 
 

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